L’amara riflessione di un figlio di San Marino costretto ad emigrare all’estero.

canada4Dopo più di un anno lontano dalla mia patria e con solo Facebook come notiziario sull’animus vivendi dei miei connazionali mi ritrovo a leggere post denigratori e infamatori contro immigrati e politici.

Quello che posso dire da immigrante io stesso, non è semplice abbandonare la realtà in cui si è cresciuti e con lo spirito del dover farlo e non per scelta di farlo; mentre come cittadino sono incazzato anche più di voi poichè per la stessa ragione ogni sera finito di lavorare non ho la possibilità di scambiare due chiacchiere faccia a faccia con le persone a cui voglio bene.

Se si persegue la campagna delle lamentele e dell’odio verso il prossimo l’unico risultato è la frustrazione e in seguito la violenza.

Il primo a votare per la castrazione a chi stupra sono io, il primo a votare per la prigione a chi non paga le tasse sono io. Io non sono un legislatore ne tanto meno un vigilantes, sono semmai un libero pensatore che ha visto una realtà diversa dove diverse istituzioni funzionano meglio.

Io ho semplicemente deciso di non guardare alcuni programmi televisivi sin da quando ero in Italia per il semplice fatto di non voler contribuire agli indici d’ascolto di persone ricche che purtroppo hanno amministrato malamente e facendo scempio del nostro bel paese.

Mezzi di lotta esistono e sono semplici da attuare, si prenda spunto da piccoli paesi come l’Islanda che per risollevarsi ha tagliato i fondi alla propria classe politica…la nostra che non garantisce posti di lavoro ai propri cittadini, che non punisce chi non rispetta la legge non merita nemmeno un momento per rifletterci, va fermata neutralizzata con l’unico mezzo possibile, togliendo potere economico, ma per farlo occorre essere tutti un po’ liberi pensatori e riscoprire quella libertà intellettuale che questi rozzi politicanti da tempo ci hanno tolto.

Un cittadino sammarinese che è stato costretto ad emigrare per lavorare.