
“Non sapevo ancora di avere il Parkinson quando abbiamo girato. Ora sto bene, a parte il tremore che è difficile da combattere. Sono solo un po’ più stupido di prima, il che la dice lunga”. Così, con il suo solito spirito, Lars von Trier, via zoom da Copenaghen, ha presentato oggi fuori concorso al Festival di Venezia THE KINGDOM: EXODUS ovvero la terza stagione della serie The Kingdom – Il regno, creata negli anni Novanta. In sala, al Lido, presente parte del cast: Bodil J›rgensen, Nicolaj Lie Kaas, Nicolas Bro e Ida Engvoli, e la produttrice Louise Vesht. E ancora von Trier in streaming: “Scrivere l’ultimo atto di The Kingdom è stato un piacere, mi ha distratto e divertito. Quando abbiamo messo mano al primo episodio, mi ricordo, avevamo pochi soldi e tempo. Questa volta invece mi sono preso tre anni e mezzo ispirandomi a un film di Ingmar Bergman per me di culto come FANNY E ALEXANDER in cui credo abbia raggiunto il punto più alto della sua carriera”. Si tratta di cinque puntate, per complessivi 300 minuti, che chiudono un progetto iniziato trent’anni fa. In The Kingdom: Exodous non mancano humor nero, spirito surrealista, giusto disincanto e, infine, la tradizionale faida tra svedesi e danesi. “Alla fine sono i danesi a fare la parte degli stupidi. E poi mio padre e mia madre – dice il regista – si sono incontrati proprio in Svezia durante la Guerra, perché erano entrambi profughi”. Il tutto è ambientato nel reparto neurologico del più grande ospedale di Copenaghen, chiamato Il regno. Questa la storia in estrema sintesi. Un gigantesco organismo di carne e ossa si è materializzato nelle stanze e nei corridoi dell’ospedale. In una notte buia e tempestosa, la sonnambula Karen percepisce che qualcosa non va e raggiunge il Regno in cerca di risposte. Al suo arrivo scopre che l’ospedale è in sofferenza e che lei è l’unica a poterlo liberare. Nel frattempo, il medico svedese Helmer Junior è stato recentemente assunto nella struttura. Ben presto quest’ultimo inizia ad avvertire un atteggiamento denigratorio da parte dei colleghi danesi. Essendo svedese, si impunta e introduce nuovi approcci nel reparto, come la totale neutralità di genere, che ha conseguenze quasi fatali. Ma il male interviene con un disegno ancora più grande e terrificante. Sta per accadere il cosiddetto Esodo. Ora gli spiriti che circondano l’ospedale saranno divisi tra luce e tenebra, e la porta localizzata e aperta. Ora l’aria deve essere liberata dal grande gregge che non dorme mai. Quando infine gli uomini buoni, che indubbiamente padroneggiano la scienza e la tecnologia moderna più avanzata, falliscono e persino il guardiano stesso diventa troppo debole, spetta a Karen portare a termine il compito apparentemente impossibile attraverso una battaglia contro l’orgoglio e la stupidità.
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