L’assalto al Governo. È business … di Sergio Pizzolante

Il Governo non ha iniziato bene.
Diciamoci la verità.
Anzi ha iniziato male, malissimo, mi riferisco al modo, prima di iniziare, con l’elezione del Presidente del Senato.
Poi i contanti (che stupidaggine!), poi l’anticipo dall’uscita delle norme ancora restrittive anti Covid (sarebbero scadute fra un mese, che bisogno c’era ?).
Se dovessimo disegnare un grafico di queste ultime settimane, noi avremmo nella elezione, con centro destra diviso, di La Russa, il punto più basso, poi una risalita per la determinazione di Meloni a non farsi ricattare, poi una impennata verso l’alto col discorso politico, sempre di Meloni, poi un precipitoso precipitare.
Con provvedimenti o annunci di provvedimenti non all’altezza.
Di ispirazione Lega soprattutto.
Prima ha colpito Berlusconi, poi Salvini.
Se Meloni non reagisce son guai.
Ciò detto, ciò detto.
Quel che più mi indigna è l’assalto al Governo della stampa di sinistra. O dicasi di sinistra.
In realtà di tasca.
Di tasca propria, della propria tasca.
Sono manganellatori di professione in nome dell’antifascismo.
Li vedi, sui giornali, in televisione, sui social, ovunque, col sangue ai denti, all’assalto del Governo, che prima invitavano Crosetto ovunque come una star e poi lo scarnificano vivo, contando i suoi peli ovunque, che si inventano, si inventano, senza senso, senza morale alcuna, un Valentino Valentini filo Putin( giuro che è falso!)perché andava da Putin, ma come interprete ( la sua professione) di Berlusconi però.
Bastava ascoltare i suoi discorsi in Parlamento sull’Ucraina per sapere che è falso.
E poi i nostalgici fascisti a Predappio in prima pagina. Ci sono sempre stati ma adesso sono in prima pagina. A me fanno schifo. Ma più gli daranno la prima pagina e più saranno.
E allora mi fanno schifo quelle prime pagine.
E, La Russa non capisce che il Presidente del Senato non può fare il simpatico giocherellone, ma sul 25 Aprile è stato chiaro: è la festa di tutti, è la festa della libertà.
Conoscendo La Russa so che è un passo avanti notevole. Importante. Di unificazione.
Però non basta!
Deve andare in Piazza dicono.
Magari dietro qualche bandiera con la falce e martello: ipocriti.
È un assalto non una critica.
È informazione? È politica?
No! È business!
È una lotta col coltello fra i denti per mantenere spazi di mercato mediatico ed editoriale.
Trasmissioni, giornali, pubblicità, libri da vendere, ospitate televisive super pagate.
Direttori di giornali che hanno amplificato guadagni e privilegi lottando contro i privilegi dei politici.
Un giornalista che guadagna 3 mila euro al
mese se va in televisione ne prende 4 in una sera. Vendono merce, si fanno pagare, diventano ricchi, comprano villa o attico nello Ztl e poi arriva la Meloni.
Gli italiani li hanno guardati e si sono girati dall’altra parte.
Di colpo quelle trasmissioni diventano vecchie, quei libri si svuotano di significato, quel mercato va in crisi.
E allora? Si armano e partono.
Sergio Pizzolante