Riceviamo e pubblichiamo
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Che ci sia necessità di cambiare l’attuale Legge Elettorale ormai superata dalla realtà esistente oggi lo sostengo da subito dopo le ultime consultazioni elettorali e ne ho spiegato ampiamente le motivazioni, che comunque vale la pena di ripetere alla luce dei fatti.
I partiti di opposizione, dopo non pochi tentennamenti, hanno presentato una proposta di Referendum per la modifica della legge ma il Collegio dei Garanti ha dichiarato inammissibile la proposta così come presentata.
In effetti il quesito, a mio avviso, era un poco contorto e soprattutto non modificava la legge vigente in modo deciso e comprensibile a tutti. Insomma, se da una parte il tentativo è stato apprezzabile dall’altra è mancato ai partiti di opposizione il coraggio di osare di più.
Comunque sia questa legge va cambiata, non c’è il minimo dubbio. Perché è stata concepita in un sistema bipolare e non può più funzionare oggi in quanto le cose sono mutate sostanzialmente: nelle ultime elezioni si sono infatti presentate ben tre coalizioni e due liste singole. Questo stato di cose rende difficile la vittoria al primo turno e quindi tutto viene rinviato al ballottaggio, in cui gli stessi votanti sono posti davanti ad un bivio: o mangiar questa minestra o saltar dalla finestra! Che sul piano della democrazia non è proprio il massimo.
Ma c’è di più, infatti nelle ultime Elezioni è successo che la Coalizione che al primo turno aveva ottenuto appena il 31% dei voti, mentre il 69% degli elettori avevano scelto altro, dopo il ballottaggio, per divenire maggioranza, ha avuto un premio di ben 15 consiglieri, cioè un quarto della composizione del Consiglio Grande e Generale. Un miracolo, si converrà, di fronte al quale la moltiplicazione dei pani e dei pesci impallidisce!
La rappresentanza democratica si è andata a fare benedire poiché i voti ottenuti nel primo turno sono stati azzerati, a proposito della scelta diretta da parte dei cittadini. E poi qualcuno mi deve spiegare come può una minoranza governare uno stato; al massimo, come ho già avuto modo di dire, può comandarlo, ma governare un Paese è tutt’altra cosa. Tanto è vero che i risultati pratici di quel che dico sono purtroppo sotto gli occhi di tutti i cittadini.
Tra l’altro, anche la motivazione che aveva spinto in passato all’approvazione della Legge Elettorale vigente e cioè la stabilità delle maggioranze, è stata clamorosamente smentita dai fatti: tutti i governi nati con l’attuale legge sono caduti prima della fine della legislatura. Per di più abbiamo sperimentato che la stabilità di governo è un valore aggiunto se questo risolve i problemi dei cittadini, viceversa l’inefficienza del governo, ampiamente dimostrata in questo periodo, diviene un giogo pesantissimo a cui i cittadini non possono sottrarsi.
Allora, detto tutto questo, e ben sapendo che non esiste una legge elettorale perfetta poiché lo stato delle cose muta e anche le regole del gioco devono a volte mutare per non rischiare di rappresentare il residuo di realtà che non esistono più, io credo che sia quello attuale il momento di un deciso ritorno al sistema proporzionale: cioè un sistema che sul piano della rappresentanza è sicuramente il più democratico, infatti nel Consiglio Grande e Generale le rappresentanze delle forze politiche sarebbero presenti con le esatte percentuali ottenute dagli elettori, né lo zero virgola in più né lo zero virgola in meno. Ognuno rappresenterebbe esattamente quello che è, senza mistificazioni.
Dunque, si presenti celermente un Referendum o una proposta di legge di Iniziativa Popolare chiari, decisi, e senza tentennamenti in questo senso, vedrete quanta gente capirà e sarà della partita!