L’ASTROLABIO – “Adesso Possiamo Ripartire. Per dove?”

Riceviamo e pubblichiamo

Augusto Casali

La vicenda della vendita degli NPL in pancia alla Cassa di Risparmio è giunta al capolinea. Il Governo ha fatto e brigato, e alla fine le cose sono andate come voleva. L’opposizione tuona criticando l’operato della maggioranza e grida alla avvenuta svendita per soli 109 milioni di euro. Come al solito il cittadino fatica a capire e deve accontentarsi delle rassicurazioni, fornite via tv, dall’autorevole neo Presidente della ormai famigerata Commissione Finanze.

Ho letto in questi giorni: Crediti deteriorati venduti, adesso il Paese può ripartire! Come se tutti i problemi accumulatisi a San Marino dipendessero da 109 milioni. Magari! E poi, per dove dovrebbe partire il Paese, verso quale direzione? Qualcuno sembra si sia scordato di specificarlo.

Quando si parte per viaggi impegnativi è necessario dotarsi di una bussola funzionante. C’è qualcuno in questo momento che possiede una bussola funzionante fra coloro i quali reggono le sorti del Paese? Perché se c’è è tempo che si manifesti e la bussola la tiri fuori e la usi.

Per ripartire occorre avere un progetto complessivo e il più ampiamente condiviso, che abbracci tutti i settori e sfrutti tutte le potenzialità del sistema San Marino, ma il progetto non c’è e in tutti i campi si improvvisa e con l’improvvisazione non si risolve nulla, anzi la situazione peggiora e il cittadino può facilmente constatarlo guardandosi un poco attorno.

Non è difficile dimostrare lo stato confusionale in cui versano attualmente gli amministratori della cosa pubblica. Ad esempio, la risposta alla crisi economica e alla necessità di rilancio del Paese si concretizza mettendo le mani nelle tasche dei cittadini, in modo diretto e indiretto, così da far cassa. Ma il problema più serio è che le risorse reperite non serviranno per fare ripartire l’economia; saranno semplicemente utilizzate per tappare i buchi prodotti dai furbetti della monofase, da quelli ancor più furbetti deli NPL e dalla spesa corrente, una specie di pozzo di San Patrizio.

Così facendo però, la crisi economica, che sulla base dei dati statistici ha fatto registrare un significativo calo dei consumi, si acuirà inevitabilmente. Infatti il potere di acquisto dei cittadini verrà ulteriormente depotenziato e i consumi diminuiranno ancora e tutte le attività prima o poi ne risentiranno drammaticamente. 

Nel campo del Turismo si continua a ripetere il ritornello “stiamo lavorando per incrementare il turismo”, ci mancherebbe che la Segreteria di Stato al Turismo lavorasse per il contrario, ma la realtà dei fatti è che nonostante si stiano spendendo un sacco di soldi e si enfatizzino le varie iniziative con comunicati trionfali, il numero di turisti in visita a San Marino è in forte calo. Mi chiedo, ma non guardano mai le statistiche nelle alte sfere? Se le leggessero si renderebbero conto che anche nel terzo trimestre 2018 – cioè luglio, agosto e settembre – prevale il segno meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Agosto addirittura     -6,3%), nonostante si siano svolte in quei mesi le manifestazioni più costose e definite dai responsabili del turismo sammarinese “di interesse nazionale”.

E a fronte di tutto questo, noi sammarinesi demandiamo la realizzazione dei piani strategici per il futuro del nostro turismo ad una società di Faenza, naturalmente dietro lauto compenso, come se non fosse un nostro problema. Ma Segreteria e uffici del Turismo che cosa fanno nel frattempo che altri si occupano delle nostre strategie turistiche? Se non è stato confusionale questo!

Mentre da una parte si chiedono sacrifici ai cittadini, si impongono patrimoniali, si creano nuovi prelievi, si accarezza l’idea di tagliare un poco gli stipendi e magari poi anche le pensioni e chissà cos’altro si inventeranno per il prossimo futuro, in un anno solare i nostri governanti, tanto preoccupati per le casse dello Stato, hanno speso oltre 4.000.000 di euro in consulenze. Vi pare normale?

Potrei continuare la rassegna ma sarebbe troppo stucchevole e anche un po’ penoso. Ma senza bussola dove andremo a finire?