Tanto tuonò che alla fine piovve! Questo è ciò che appare dopo che il vertice politico dell’I.S.S. se ne è uscito con forti critiche alla gestione della Medicina di Base a seguito del temporaneo accorpamento dell’Ambulatorio di Acquaviva a quello di Borgo Maggiore.
E’ stato detto che il provvedimento sulla dirigenza medica si è rivelato insufficiente ma che il problema non è la mancanza di personale medico ed infermieristico è soprattutto una questione organizzativa; che si danno ferie troppo facilmente e così nascono i disservizi. E’ stato detto anche che lo stesso Segretario di Stato alla Sanità ha ipotizzato soluzioni e sarebbe interessante sapere a chi le ha ipotizzate.
Io credo che il problema stia proprio qua: i medici dovrebbero fare i medici e i politici dovrebbero fare i politici, anche i politici più effervescenti, senza confusione di ruoli, altrimenti una di queste mattine ci potremmo trovare Ciavatta in camera operatoria per ipotizzare le traiettorie di intervento.
Certo che innanzitutto i disservizi sono figli della carenza di personale medico, perché qualsiasi organizzazione ha bisogno di un numero adeguato di persone che svolgano le mansioni necessarie per il buon funzionamento del servizio, nel rispetto dei diritti dei pazienti, dei medici e del personale infermieristico. E sarà anche vero che non vengono effettuati tagli al bilancio ISS a discapito dei servizi, ma il problema della mancanza di medici anche nel periodo pre-Covid mi pare che abbia tenuto banco per diversi mesi e non credo che miracolosamente sia stato risolto. Piuttosto, nonostante le molteplici problematiche che affliggono il nostro sistema sanitario e che ben conoscevamo prima dell’avvento del Corona Virus, e sono ancora tutte lì, quel che non manca mai a quel che sembra, sono i premi di produzione per la Dirigenza.
Ora io credo che la conquista dell’istituzione del sistema sanitario universale a San Marino, che fu una traguardo per il quale il nostro Paese salì agli onori delle cronache mondiali, debba essere difeso e preservato a tutti i costi. I tagli di bilancio, se sono necessari, si possono fare in mille direzioni ma non nella Sanità, dove in ballo c’è la salute di ogni cittadino sammarinese.
Un tempo il nostro sistema sanitario era rispondente alle esigenze della popolazione ma ad un certo punto si è voluto rivoluzionare tutto e via via si sono adottati i criteri della Sanità italiana, cioè di un Paese di 60 Milioni di persone. E’ pur vero che negli ultimi cinquant’anni la popolazione sammarinese è raddoppiata, ma rimaniamo pur sempre un Paese di circa 33.000 mila anime. Tutto si è burocratizzato, le file e le attese sono aumentate a dismisura, e così anche le difficoltà soprattutto per le persone più anziane.
Probabilmente sarebbe stato sufficiente aggiornare il vecchio sistema sammarinese, ammodernandolo e dimensionandolo all’entità dei nostri confini e del numero di abitanti. D’altronde a San Marino c’è un solo ospedale e ambulatori unici nei nove Castelli, non dovrebbe essere proibitivo dare risposte positive alla cittadinanza se si rimane con i piedi per terra.
Invece siamo diventati terra di conquista di mega direttori che arrivano inevitabilmente da lontano e spesso lontani dalla realtà sammarinese rimangono fino alla fine del loro mandato, si sono moltiplicati gli organismi dell’ISS, a cominciare dal Comitato Esecutivo e la politica non molla l’osso. Forse occorrerebbe tornare all’antico, quando erano i primari a prendere le decisioni nei vari reparti e nei vari ambulatori, cioè coloro i quali non fanno teoria ma tutti i giorni si confrontano sul campo con la pratica.
E per tornare da dove sono partito la medicina di base andrebbe riscoperta nella pratica e non nella teoria parolaia. Io ho una età che mi permette di ricordare il medico di famiglia e mi torna alla mente il Dr. Monetti, nome che ai più giovani forse non dirà nulla, ma era una persona speciale ed impersonificava la figura del medico che accompagnava la tua famiglia lungo l’arco della sua professione.
Ora, come detto, i tempi sono cambiati, ma il ruolo del medico di base va potenziato. Il paziente deve avere il contatto con il proprio medico perché solo così la medicina territoriale potrà svolgere il fondamentale ruolo della prevenzione delle malattie, oltre che la cura.
Detto tutto questo aggiungo che nell’insieme il nostro sistema sanitario è ancora più umano rispetto ad altre situazioni a noi limitrofe, ma questa umanità va difesa e preservata anche per il futuro. Occorre dunque cambiare rotta se non vogliamo che i nostri figli e i nostri nipoti divengano dei semplici numeri.
E concludo, per deformazione professionale, con un giudizio politico sulla polemica scaturita e di cui già ho parlato, mi pare sia la ricerca di un capro espiatorio per scansare le responsabilità proprie. Insomma, la solita operazione di mediocre politica di questo tempo!
Augusto Casali