L’ASTROLABIO  -“Che futuro per la Sinistra a San Marino?” … di Augusto Casali

Mi è capitato di vedere su “GiornaleSM” lo streaming del dibattito organizzato dal Movimento Ideali Socialisti. Il Titolo e gli argomenti da trattare erano più ampi, ma il confronto si è incentrato più che altro sulla domanda: “Che futuro per la Sinistra a San Marino?”.

I partecipanti in larghissima parte erano tutti volti noti e arcinoti del Socialismo Sammarinese, figli della stessa pianta Socialista poi dispersi in mille partitini, ognuno il suo, numeri uno del quasi nulla. 

La prima cosa che mi è venuta in mente è, ma perché si preoccupano così tanto della generica sinistra e non si pongono invece la domanda: “Quale futuro per i Socialisti a San Marino?”, visto che erano tutti di matrice Socialista?

Poi, ascoltando le argomentazioni portate in campo ho avuto netta la sensazione della confusione dominante, della sopravalutazione personale il cui velo cade inesorabilmente lungo le tesi esposte e mi è parso ben chiaro il motivo per il quale in poco più di quindici anni, un Partito che poteva contare sul 15% dei consensi elettorali, è stato ridotto, pur mettendo insieme le varie frazioni, a percentuali minime che hanno condannato i Socialisti alla irrilevanza dopo le ultime elezioni.

Le ragioni della crisi Socialista non devono essere cercate attraverso posizioni interessate e di comodo. Le ragioni vanno ricercate attraverso una analisi approfondita e certamente hanno radici abbastanza lontane. Quando chi all’interno del Partito Socialista denunciava l’esistenza di una questione morale e veniva lasciato solo; quando in tanti scelsero di seguire la strada più comoda, più vantaggiosa, più opportunistica, favorendo l’affermarsi di un modo di fare politica profondamente sbagliato, ben lontano dai principi e dai valori Socialisti fondanti, all’ombra dei quali sono poi cresciuti creando il danno politico che è oggi sotto gli occhi di ognuno di noi.

Però sono passati molti anni da allora e la classe politica è cambiata. La vecchia guardia, chi per un motivo e chi per l’altro, è stata sostituita dal nuovo emergente, quindi se in tutto questo tempo le cose sono solo peggiorate forse sarebbe il caso di riconoscere le proprie responsabilità senza cercarle troppo lontano. Lo sforzo dovrebbe essere allora quello di cercare di trarre consiglio dalle lezioni del passato e lavorare seriamente per unire l’area Socialista, ma per fare questo occorre crederci, abbandonare posizioni di rendita e soprattutto smetterla di avere come stella polare unicamente la partecipazione al Governo, perché per un Socialista gli obiettivi di fondo devono essere: libertà, democrazia e giustizia sociale!

Tra le altre cose anche il nuovo è diventato nel frattempo vecchio. Ecco, l’immagine percepita è piuttosto consunta, stanca e andrebbe veramente rinvigorita. Ho colto negli interventi relativi al rapporto con l’Unione Europea addirittura rassegnazione rispetto alla vitale necessità in questo frangente di salvaguardare le specificità di San Marino e la sua sovranità, senza le quali si verificherebbe l’omologazione del nostro Paese a tutto il resto. Tutto diventerebbe troppo grande per noi e saremmo travolti come una noce nel sacco.

Per carità, la nostra Repubblica è geograficamente collocata in Europa e quindi non possono e non devono essere preclusi eventuali accordi, ma questi devono puntare alla salvaguardia dell’indipendenza di San Marino e per fare ciò sono necessari rappresentanti che sanno quello che vogliono, capaci di agire adeguatamente sul piano diplomatico e certamente non di personaggi rassegnati o demotivati perché la posta in palio è troppo alta.

In definitiva, alla fine del confronto, come Socialista, mi sono sentito in forte disagio!

Augusto Casali