Non c’è dubbio il Governo è alle prese con parecchie problematiche in questo periodo assai pesante per i sammarinesi e non è affatto semplice districarsi dalla intrecciata matassa in cui il nostro Paese è venuto a trovarsi.
Nell’immediato però ci sono due temi ai quali vanno date risposte rapide perché si è già oggi in notevole ritardo e sulle quali l’Esecutivo e la maggioranza che lo sostiene, rischiano di avvitarsi pericolosamente: il reperimento dei vaccini anti Covid e i così detti ristori per le attività del turismo e del commercio (albergatori, ristoratori, gestori di bar, gestori di negozi turistici), cioè tutte quelle categorie che economicamente sono state le più colpite dagli effetti prodotti dal virus sul piano economico, alcune delle quali, senza adeguato sostegno, rischiano di chiudere definitivamente i battenti andando ad ingrossare le fila dei disoccupati.
Dei vaccini mi sono già occupato a fine gennaio 2021 e per di più vedo che ora in tanti si interessano giustamente di questa problematica, per cui vorrei focalizzarmi sulla questione “ristori”.
Cosa sono i ristori, termine mutuato dal lessico politico italiano? Altro non sono che aiuti finanziari alle aziende turistico-commerciali, al fine di sostenerle in questo martoriato periodo pandemico in cui sono state costrette per decreto, al fine di salvaguardare la salute dei sammarinesi, a tenere chiuse le proprie attività per mesi e a lavorare a singhiozzo per il resto dell’anno.
E’ passato ormai un anno dall’avvento del corona virus e a tutt’oggi nessuno ha beneficiato di eventuali sostegni finanziari da parte dello Stato, in compenso però a tutti sono arrivate bollette, tasse e affitti da pagare. E se dal cassetto di una famiglia si prendono solo soldi senza mai metterne dentro alla fine si finisce inevitabilmente male. Ecco, per evitare che ciò accada, un po’ in tutta Europa e negli Stati Uniti d’America, i governi sono intervenuti più o meno massicciamente per evitare a lungo andare danni devastanti alle rispettive economie generali.
A San Marino tutti sanno che ci sono attualmente problemi di liquidità, ma recentemente, in virtù di un accordo un po’ misterioso, sono giunti nella disponibilità del Governo 150.000.000 milioni di euro e una parte, una piccola parte, dovrebbe essere stata riservata agli ormai celeberrimi ristori.
Bene! Tutto risolto? No, sarebbe troppo facile, Nel Governo da settimane c’è in atto un braccio di ferro tra Segretari di Stato sulle modalità di erogazione degli aiuti alle categorie turistico commerciali.
Così, a quel che sembra, per non decidere, ci si trincera dietro il reperimento di dati (redditi 2020) difficili – dicono – da reperire. Ma di quali altri dati c’è bisogno per distribuire tra le categorie di lavoratori penalizzate quel poco di cui il Governo può disporre? I turisti nel 2020 sono scesi a 1.014.705, praticamente un milione in meno rispetto a quelli giunti nel 2019, che si vanno ad aggiungere alla perdita di altri 1.500.000 visitatori rispetto a metà anni “90 quando i turisti in visita a San Marino toccavano 3.400.000 presenze.
442 sono i disoccupati, di cui il 35%, ci dicono gli ultimi dati statistici, nel settore dell’accoglienza; tre/quatto mesi di chiusure totali; chiusure nel periodo natalizio; ristoranti dimezzati e operativi solo a pranzo; bar chiusi alle 18,00; coprifuoco alle ore 22,00, cos’altro ci vuole per capire che il fatturato delle varie attività si è contratto del 60/70%? E allora, quel po’ di cui può disporre il Governo venga distribuito a tutti suddividendo le varie categorie. Poco o molto tutti saranno messi sullo stesso piano.
C’è bisogno di questo tira e molla tra Segretari di Stato? C’è bisogno di dare questo brutto spettacolo nei confronti di chi si trova in cattive acque? C’è bisogno di arrivare alla grottesca scena a cui ho assistito per televisione in cui un Segretario di Stato, se ho capito bene, si è dato un auto ultimatum?
Noi sammarinesi ci conosciamo tutti, va bene, ma così è difficile accreditarsi seriamente presso i nostri interlocutori fuori confine, i quali penseranno se siamo su scherzi a parte.
Augusto Casali