Il turismo a San Marino ha origini antiche perché questo piccolo lembo di terra costituito dalla Repubblica di San Marino ha sempre suscitato interesse e curiosità da parte dei visitatori. In uno scritto del 1665 John Ray, parlando della sua visita a San Marino, dice: “Il moscadello che si fa da queste parti è molto richiesto e d’estate i signori del circondario salgono quassù a berlo e a godersi la frescura”.
Karl Philipp Moritz, approdato a San Marino nel 1786, scrive: “Il panorama che si gode dalla strada che da Rimini conduce a San Marino ha di per sé qualcosa di romantico e quanto più il percorso si fa faticoso, tanto più offre vedute spettacolari”.
E ancora, Augustus J. Cuberth Hare, nel 1883, dice del nostro Paese: “San Marino è, da alcuni punti di vista, uno dei posti più curiosi d’Italia – anzi d’Europa, essendo stata una Repubblica fin dai primi tempi dell’era cristiana” ; e poi continua fornendo alcuni suggerimenti che oggi chiameremmo pubblicità: il “Caffè Repubblicano” a Serravalle; “l’Osteria Minghetti” a Borgo e “L’Albergo Bigi” a Città.
Ecco in questi tre brevi accenni forse sta il seme e l’essenza del turismo sammarinese: Cose semplici, cose autentiche, cose da preservare e semplicemente da attualizzare nel tempo. I commercianti degli anni “60 lo avevano capito agendo di conseguenza.
Si dice che la prima guida pubblica di San Marino fosse “Beccani”, il quale, si narra, andasse sul ciglio del monte per scrutare l’orizzonte e capire se stesse arrivando la diligenza che faceva servizio da Rimini a San Marino, per poi andare alla Porta del Paese (lo Stradone) ad accogliere gli eventuali turisti.
Il fenomeno turistico a San Marino si è via via sviluppato e il boom economico degli anni “60 ha contribuito a moltiplicare il numero di turisti in visita al nostro Paese, rendendo il turismo una voce fondamentale per l’economia della Repubblica.
La crescita è stata costante nel tempo. Tanto è vero che Egidio Belisardi nella sua pubblicazione “Il Titano Racconta”, del 1974 parla dei “due Milioni e mezzo” di visitatori annuali fatti registrare a San Marino.
Negli anni “90 si superavano agevolmente ogni anno i tre Milioni di turisti, giungendo, nel 1995, a tre Milioni e Cinquecentomila visitatori. Le zone turistiche nel Castello di San Marino Città si espandevano: A quelle tradizionali della Porta del Paese e del centro storico fino alle torri, si aggiunsero la stazione, compresa la via soprastante; nacquero attività commerciali nella via dove è situato il Grand Hotel; in via Paolo VI e nella via che porta ai vecchi campi da tennis. Insomma era un fiorire di negozi di ogni genere.
Ieri, facendo una passeggiata ho visto che un altro negozio è stato chiuso alla Stazione, l’ennesimo, e la cosa mi ha fatto enorme tristezza, forse perché ho vissuto in prima persona, da responsabile del Turismo sammarinese dal 1992 al 1998, un periodo veramente esaltante di quel settore che, certamente aveva i problemi dell’epoca da risolvere ma che alla fine rendeva, per un verso o per l’altro, tutti abbastanza soddisfatti.
In questi anni, nel disinteresse generale, nonostante gli appelli lanciati, San Marino ha perso circa il 40% dei visitatori. Da 3.500.000 turisti siamo scesi a 1.900.000. E non si sta facendo nulla per invertire questa rotta. Si continuano a spendere ingenti somme in attività inutili e a volte puramente clientelari, anziché dedicare quelle risorse ad una politica concreta per riportare rapidamente visitatori nel nostro Paese.
Sembra non vi sia più la bussola e si sia smarrita la rotta, infatti si appaltano anche i piani strategici del turismo sammarinese a terzi, tanto che viene da chiedersi che cosa facciano allora il Segretario di Stato e il suo staff e l’Ufficio del Turismo dove io ricordo esserci fior di professionalità.
Se poi penso ai comunicati congiunti in cui si enfatizza l’internazionalizzazione del turismo di San Marino solo perché ogni qualche mese arrivano da noi 23 turisti asiatici, che sono i benvenuti ovviamente, quando però all’appello mancano un Milione e Cinquecentomila turisti, mi cadono letteralmente le braccia per terra!
Augusto Casali