L’ASTROLABIO – “Chiacchiere Inutili” … di Augusto Casali (che ritorna sull’accordo di associazione)

Chiedo scusa se in queste ultime settimane, attraverso “L’Astrolabio”, sono monocorde e parlo sempre dell’Accordo di Associazione all’U.E., ma il tema è così importante ed avrà tali effetti sulla vita dei sammarinesi, se diventerà definitivamente operativo, che per chi ha dedicato parte della sua vita alla politica, diviene un obbligo dire come la pensa. Soprattutto in questo particolare momento e a fronte della mancanza di trasparenza e di informazioni reali e concrete.

Ci sono state molte chiacchiere fino ad oggi! Fumose, generiche, evasive. Ma a questo punto le chiacchiere stanno a zero e c’è necessità di chiarezza estrema. I timonieri della cosa pubblica, se ci sono, e non tutto è affidato al pilota automatico, è inutile che ripetano come un mantra che potremo accedere ad un mercato di 400 Milioni di consumatori. Piuttosto ci devono spiegare che cosa si va a fare e con quali strumenti potremo operare, noi, realtà di 34.000 abitanti, nel mare magnum di 400 milioni di persone, dove agiscono potentati economici, lobby affaristiche, multinazionali.

L’ex Segretario di Stato Augusto Casali

Si dica realisticamente quali sarebbero i vantaggi della Repubblica di San Marino e accanto ai vantaggi si spieghi con esattezza che cosa occorrerà mettere in piedi per rientrare nei parametri comunitari e, inoltre, a che cosa il nostro Paese dovrà rinunciare, soprattutto in termini di identità e sovranità. Siamo già in ritardo per compiere questa operazione, ma siamo ancora in tempo per attuarla comunque, se lo si vuole. E’stato autorevolmente detto, nei giorni scorsi, che è difficile spiegare il trattato. Se è difficile per coloro i quali la trattativa l’hanno portata avanti, figuratevi per il sammarinese medio che svolge la sua vita, il suo lavoro, i suoi impegni quotidiani. Ma chi ha condotto il trattato ha il dovere politico e morale di fare capire con esattezza, al popolo sammarinese a che futuro si andrà incontro. Tra le altre cose, sarebbe anche giusto sapere quanto è costata la trattativa in tutti questi anni per raggiungere l’attuale risultato e quanto si prevede costerà attuare tutto ciò che è previsto nel trattato conclusosi nel dicembre 2023. Sarebbe un ulteriore segno di trasparenza assai utile.

 Sono anni che si tratta; quattro sono i governi e tante le forze politiche coinvolte, ma la maggior parte dei sammarinesi sono praticamente disinformati, e, questo, a un anno e mezzo dalla conclusione del negoziato. E quel che è peggio, è che si ha la sensazione che non lo sappiano i Consiglieri e, purtroppo, non lo sappiano bene neppure alcuni membri del Governo stesso. 

Mentre Andorra ha già da tempo preannunciato il Referendum, a San Marino, i vertici del Governo non ne vogliono proprio sapere. Addirittura, ipotizzano il ricorso ad un articoletto/furbata inserito nel trattato, l’art. 112, attraverso il quale si prevede che una delle due parti contraenti possa attivare “provvisoriamente” l’Accordo senza la ratifica dell’altro contraente. Non so bene che cosa possa valere dal punto di vista giuridico/legale fare entrare in vigore un contratto tra due, quando uno, ancora, non si è definitivamente espresso. Quello che so è che questa clausola è stata voluta probabilmente dalla parte sammarinese, per tentare, alla fine, di non fare esprimere il popolo attraverso un Referendum.

Abraham Lincoln, disse: “La democrazia è il Governo del popolo, dal popolo, per il popolo.” A San Marino evidentemente, in questo momento, c’è una diversa concezione del popolo, più vicina all’idea del Marchese del Grillo: “Io, sò io, e voi non contate un c…o!” Dunque, una concezione molto, troppo lontana dal significato profondo dell’Arengo del 1906, quando furono abbattute le oligarchie sammarinesi. E quel che stupisce è il silenzio di quelle forze politiche che si rifanno alla vicinanza al popolo, agli esclusi, all’inclusività, al pluralismo; tutti valori ai quali sembrano far prevalere la “Ragion di Governo”, nel nome del quale si vorrebbe sospendere il diritto dei cittadini di esprimersi su di un atto così pregnante per il futuro del Paese e delle nuove generazioni, per lasciarlo nelle mani di pochi, e, a quel che pare, disinformati Consiglieri.

La Carta dei Diritti afferma chiaramente che la sovranità di San Marino sta nel popolo e a tal proposito è stato previsto, già da molti anni, lo strumento di democrazia diretta del Referendum. A questo punto della situazione, non è più molto interessante sapere come la si pensa nel merito, ognuno ha le sue convinzioni; ma è importantissimo salvaguardare il concetto di democrazia, facendo partecipare i sammarinesi alla scelta del futuro che eventualmente tutti condizionerà, in positivo e in negativo che sia.

Dal coinvolgimento o meno dei cittadini su di un tema così importante, si gioca la sopravvivenza della democrazia del nostro Paese e della credibilità, storicamente sempre tutelata, di fronte alla comunità internazionale.

Augusto Casali