
Ci risiamo! Il nostro territorio è bombardato dalle televisioni e dai mezzi di informazione italiani, i quali hanno ricominciato con i bollettini giornalieri relativi al Covid 19, snocciolando numeri che di per sé dicono davvero poco se non si accompagnano con una seria valutazione relativa ai sintomatici, ai ricoveri, all’utilizzo delle terapie intensive e ai decessi.
Se si valutassero attentamente questi dati si dovrebbe convenire che il fenomeno legato al Coronavirus ha connotazioni diverse rispetto alla prima ondata dei primi mesi dell’anno, ma questo è un esercizio che normalmente viene evitato con l’eccezione di qualche sparuto medico, virologo, infettivologo.
Sta di fatto che la tanto temuta seconda ondata del virus è arrivata, questo è indubbio, e a quanto pare ha preso in contropiede il Governo italiano, il quale evidentemente non ha usato al meglio questi ultimi mesi di relativa quiete dopo la tempesta ed ora ricorre a nuovi decreti, nuove strette, nuove chiusure, acuendo la grave crisi economica che ha colpito un po’ tutti ma in particolare i lavoratori autonomi.
Ovviamente ciò che accade in Italia impatta fortemente anche a San Marino, sia perché il nostro Paese è geograficamente inserito nella Penisola italiana e da essa è circondato, sia perché il nostro Governo, ogni volta che viene adottato un nuovo decreto anti Covid 19 in Italia, si precipita a farne uno praticamente identico, copia e incolla. E devo aggiungere, per onestà intellettuale, che forse sarebbe difficile fare qualcosa di diverso.
Infatti circola la notizia di una riunione d’urgenza del Congresso di Stato per nuove misure restrittive, anche se, ad onor del vero fino a qualche giorno addietro la situazione sembrava essere sotto controllo e non destare grande preoccupazione.
Non conosco, se non frammentariamente, gli ultimi dati, mi auguro che non ci sia stata una impennata improvvisa, anche se, con l’apertura delle scuole, era prevedibile che i numeri subissero delle variazioni.
Comunque sia è bene stare vigili, cercando di prevenire ogni possibile danno alla salute dei sammarinesi, ma con equilibrio, senza distruggere la già sofferente economia del Paese, soprattutto l’economia di quei lavoratori che non possono contare su uno stipendio fisso e comunque garantito, ai quali, nell’interesse generale, sono già stati chiesti sacrifici durissimi nei mesi scorsi e basterebbe pensare agli operatori del turismo per rendersene conto.
D’altronde ormai è chiaro che fino a quando non arriverà un vaccino efficace contro il Covid 19 con lo stesso siamo costretti a convivere, se non vogliamo seppellirci vivi nelle nostre case morendo a poco a poco. Quindi si continui con la sensibilizzazione e la cultura della prevenzione attraverso il distanziamento fra le persone, la sanificazione delle mani spesso e l’uso delle mascherine in presenza di assembramenti o di luoghi chiusi, che sono le vere armi per non permettere al virus di diffondersi e di camminare sulle nostre gambe.
Su tutto il resto andiamoci piano, cari amici governanti, perché non ci possiamo permettere altre sospensioni della democrazia e soprattutto dell’economia del Paese.
D’altronde io credo che i sammarinesi non chiedano nuove restrizioni e nuove chiusure, ma bensì medici, strutture ospedaliere, paramedici e procedure snelle e sicure. Questi mesi di tregua sono stati usati adeguatamente per garantire tutto questo? Mi auguro proprio di sì, perché altrimenti emergeranno indiscutibili responsabilità che non si potranno di certo cancellare con un nuovo decreto restrittivo!