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Ognuno può pensarla come vuole, però a me pare che a livello politico ci sia in giro una grande confusione.
Cerco di spiegarmi: I segnali di malessere generalizzato sono abbastanza evidenti, se è vero che nonostante l’attuale maggioranza abbia mandato a casa la “cricca” che voleva praticamente impadronirsi di San Marino e abbia almeno in parte migliorato la situazione relativamente alla Giustizia e al nostro Tribunale, i cittadini sono scontenti, mugugnano e in qualche caso protestano. Questo bisogna dirlo perché se si vuole guarire la malattia è necessario riconoscerla.
Ad esempio, il cittadino può essere contento della burocrazia debordante attuata nella Pubblica Amministrazione? Eppure a me risulta che di assunzioni ne siano state fatte ma la situazione non è certo migliorata.
Può essere contento di come vanno le cose nella Sanità? Anche qui burocrazia a non finire; code nelle farmacie, negli ambulatori, medici che se ne vanno e nel frattempo progetti faraonici, tipo il nuovo ospedale, più bello, più grande, più tutto, da realizzarsi con poche risorse e con leggi anacronistiche in tema di professione medica.
Può essere contento del ruolo riservato al Consiglio Grande e Generale, all’Organo Legislativo, rappresentativo degli elettori, il quale praticamente non decide più nulla di politico, di economico, di finanziario e di sociale, limitandosi alla ratifica notarile delle decisioni assunte altrove?
Può essere contento dell’indebitamento pubblico per gestire semplicemente lo status quo?
Può essere contento di come vengono spesi soldi pubblici per consulenze esterne quasi mai risolutive dei problemi, o per iniziative che non ci possiamo e non dovremmo più permetterci, mentre invece continuano senza interruzione attingendo al bancomat statale?
Comprendo che i problemi sono tanti, complessi e difficili da risolvere, ma da qualche parte bisogna pur cominciare se non vogliamo lasciare andare le cose definitivamente in malora.
Soprattutto è indispensabile che le forze politiche sammarinesi rinsaviscano e riscoprano l’A, B,C, della politica; devono uscire dal grigiume del politicamente corretto per cui divengono ormai tutti omologati senza alcuna differenza; devono riscoprire la forza di indignarsi ogni tanto; di ritrovare la propria identità, altrimenti uno vale l’altro e gli elettori si allontaneranno sempre di più dalla politica e dalle Istituzioni perché capisce che alla fine non vale la pena di appassionarsi e di metterci anima e cuore, così come fecero i nostri “vecchi”.
Oggi è davvero difficile individuare serie differenze tra le varie organizzazioni politiche e la confusione è notevole. Abbiamo assistito a fatti incredibili come ad esempio la fuori uscita di Consiglieri da forze politiche impegnate nella maggioranza verso partiti di opposizione, i quali Consiglieri però hanno dichiarato la loro fedeltà alla maggioranza. Ma come è possibile una cosa simile, così palesemente contraddittoria? E come è possibile che le forze politiche ospitanti i transfughi non battano ciglio? Tutto va bene madama la marchesa! E come è possibile che la maggioranza non precisi che c’è, è autosufficiente e non ha necessità di aiuti ibridi, poco chiari e funzionali solo a manovrette politiche personali, ininfluenti per la vita dei cittadini sammarinesi?
Tutto questo e ci sarebbe ben altro da dire, non è che un campionario dell’attuale momento politico giunto ad un livello che dire modesto e superficiale è semplicemente limitativo.
Di mezze cartucce, di impresentabili, di personaggi in perenne conflitto di interesse, l’attuale sistema politico sammarinese, diciamocelo con sincerità, è pieno, sia all’opposizione che nella maggioranza. Occorrerebbe una rapida bonifica, unitamente al recupero e all’osservanza di principi e valori fondamentali per gli ideali che la politica dovrebbe sempre, coerentemente rappresentare.
Molti protagonisti del Socialismo, del Cattolicesimo democratico e del Progressismo Riformista, ad esempio, uomini che hanno affrontato l’esilio, il carcere, la precarietà per essere coerenti con le proprie idee e poi sono assurti alle massime cariche politiche e istituzionali, è bene ricordarlo, hanno finito la propria esistenza con pochi soldi in tasca, senza beni al sole, eppure sono stati dei grandi ricordati nei libri di storia fino ai giorni nostri.
Oggi non è così, almeno per molti. E forse è anche per questo che la cosa pubblica in ogni suo aspetto langue. Se non si tornerà alle chiare identità di ogni forza politica; se non si tornerà a pensare alla politica come atto di profondo attaccamento al Paese e a una filosofia di vita; se non si recupererà il senso dello Stato, che è tutela tutti noi, il destino di questa millenaria Repubblica sarà messo davvero a dura prova.
Si può anche fingere che la cosa non riguardi ognuno di noi, come hanno fatto e fanno in tanti oggi. Ma forse è meglio che vi svegliate fin che siete in tempo, cari amici, perché il fondo, purtroppo, è davvero molto vicino.
Più vicino di quel che non si pensi!
Augusto Casali