
In questi giorni anche la Giunta del Castello di San Marino Città ha segnalato altri reiterati episodi di abbandono indiscriminato di rifiuti, questa volta in via Giacomini e nella zona Colombaia, e si è detta sconcertata per la mancanza di rispetto per la cosa pubblica.
In effetti ci sono punti di raccolta di decine e decine di adolescenti che si concentrano alla sera, soprattutto in estate anche se non esclusivamente, che tirano tardi, non tanto per partecipare a qualcosa di specifico, ma per stare in branco, parlare, gridare, ascoltare la musica ad altissimo volume, naturalmente per consumare qualcosa, bere e qua mi fermo per non aggiungere altro. Quindi, ed è quello che più mi sorprende, non si ritrovano perché c’è un preciso motivo o per costruire qualcosa, ma per consumare il tempo e arrivare alle due del mattino, alle tre ed oltre, disturbando ovviamente la quiete pubblica delle famiglie che abitano nelle vicinanze dei raduni.
Io abito nella zona antistante Piazzale delle Nazioni Unite, mi sembra si chiami così, nei pressi dell’Ufficio Tecnico, tanto per capirci, altro luogo d’incontro, e spesso mi capita di verificare gli orari. Una mattina, alle 6,00, vado sul terrazzo e vedo che c’erano ancora alcuni ragazzini, maschi e femmine, che si stavano apprestando a tornare a casa, probabilmente. Ecco, in quei momenti mi chiedo se questi adolescenti hanno i genitori, dove sono e come fanno a dormire tranquillamente senza preoccuparsi troppo dei figli che sono fuori fino a tarda ora.
Questi giovani però, sono il nostro prodotto e se ci sono responsabilità sono soprattutto nostre, di chi è nato prima, che non ha saputo presidiare, ad esempio, la famiglia quale nucleo centrale della società. Oggi quante famiglie si disgregano creando condizioni che a volte rendono complicato, difficile stare vicino ai propri figli e fornirgli il sostegno soprattutto affettivo e morale di cui avrebbero bisogno? O rendono vano ogni tentativo perché il miglior insegnamento dovrebbe essere l’esempio che non possono più offrire?
D’altronde viviamo in una società globalizzata per determinati aspetti, in cui l’economia detta legge, la politica ha perso il primato e, nel nome della democrazia e del progresso, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; il consumismo ha creato una grande illusione basata sull’effimero che non prevede mai fine; il popolo è stato aiutato a sviluppare poco i muscoli del pensiero e molto i muscoli della propria pancia, a Roma dicono: panza. E’ stata data l’illusione di vivere la nostra vita in mezzo ai lustrini e ai “rutti continui”, almeno fino a quando si spengono le luci e si torna a casa con la sensazione, pur essendo stati in mezzo a tanta gente, di essere soli. Perché è così, ormai manca qualcosa di alto, forte, valori che ti possano fare compagnia, dare senso compiuto alla propria esistenza.
Il fatto è che ci è stata tolta la possibilità di decidere, poiché oggi il sistema ti fornisce solo la possibilità di scegliere opzioni preconfezionate nel bel mezzo del pensiero unico imperante.
E questo stato di cose si può riscontrare facilmente in ogni settore della società, anche nelle nostre istituzioni, a partire dal Consiglio Grande e Generale, la massima espressione della democrazia rappresentativa e della volontà del popolo. Ebbene, questo organo dovrebbe dibattere, decidere, e legiferare con cognizione di causa, ma purtroppo è stato relegato ad un ruolo di puro notariato; le decisioni vengono prese in gruppi assai ristretti, grazie ad una serie di leggi votate negli ultimi 15 anni dagli stessi Consiglieri che, dimostrando disistima di sé stessi, hanno demandato ad altri l’esercizio del ruolo che dovrebbe essere proprio del Consiglio Grande e Generale. E gli esempi potrebbero continuare, al fine di rappresentare il decadimento in atto.
Dopo è difficile chiedersi perché ci sia poco rispetto della cosa pubblica, minor attaccamento allo Stato e minor senso di appartenenza alla Repubblica. Se non si inverte la rotta, sarà difficile non disperdere il valore della nostra identità, bene per noi sammarinesi inestimabile.
Forse sarò noioso, forse sarò fuori moda, ma, io credo che ci sia un serio problema alla base, e, a proposito di identità, il nostro Paese sta correndo concreti rischi. Comunque, mi rinfranco un poco quando penso che non sono solo. Ben prima di me e ben più autorevolmente di me, un certo Papa Benedetto XVI, ha lasciato scritto: “La perdita delle nostre radici, sarà la fine della civiltà Occidentale”.
Augusto Casali