Colgo l’occasione che mi viene data per svolgere una riflessione ad alta voce sui rapporti di San Marino con l’Unione Europea, ma prima devo fare una breve premessa.
Credo di essere al di sopra di ogni sospetto poiché nell’ormai lontano 2002, nella mia veste di Segretario di Stato per Gli Affari Esteri, assieme ad altri colleghi di Governo, incontrai il Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, venuto in visita nella Repubblica di San Marino. In tale occasione, visto che era stato tema di riflessione all’interno del Congresso di Stato, introdussi l’argomento dell’adesione della Repubblica di San Marino all’U.E.
Il Presidente Prodi, con la sua consueta amabilità e competenza, sconsigliò caldamente l’adesione all’U.E. elencandone i motivi, e disse che il nostro Paese avrebbe dovuto orientarsi verso la salvaguardia delle specificità sammarinesi e, se possibile, per la loro ulteriore valorizzazione. Ricordo che almeno altri due membri di Governo erano presenti al colloquio e quindi possono essere testimoni di quel che affermo, a meno che nel frattempo non abbiano perso la memoria, cosa che in politica può sempre succedere. Visto comunque il fatto che era importante capire i costi e i benefici di una eventuale forma di adesione all’U.E., l’incontro si concluse da parte mia con la volontà comunque di avviare una seria riflessione in merito.
Successivamente, nell’ottobre 2002, incaricai i funzionari della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri di svolgere una ricognizione in merito, i quali mi fecero sapere che una eventuale pratica doveva essere inviata alla “Convenzione Europea”, organismo allora presieduto da Giscard d’Estaign con Giuliano Amato quale vice, e la formula doveva essere un circostanziato aide-memoire. Detto fatto, l’aide-menoire fu inviato. Il 18 novembre 2002 giunse la risposta a nome del Presidente d’Estaing, con l’impegno che “I prossimi lavori della Convenzione terranno in debito conto questo aide-memoire…” Poi scoppiò la crisi, il Governo cadde e a dicembre 2002 prese vita il nuovo Esecutivo e di quella pratica non seppi più nulla.
Questa premessa era necessaria per dire che non ho mai avuto posizioni pregiudiziali nei confronti del rapporto tra il nostro Paese e l’Unione Europea. La mia unica preoccupazione era ed è quella di valutare costi e benefici di un eventuale accordo. Ebbene, sono passati quasi vent’anni dall’episodio che ho raccontato, di Europa si parla molto spesso, ma ancora non sappiamo nulla; i sammarinesi non sanno quali siano gli eventuali vantaggi e gli eventuali svantaggi di un accordo con l’U.E. Eppure pare che in molti si diano da fare per arrivare ad un accordo, anzi è stato fatto anche un giro informativo nei nostri Castelli, peccato che si sia parlato solo degli eventuali benefici senza parlare dei costi. Da tempo sostengo che uno dei pilastri su cui basare lo sviluppo del nostro Paese per il futuro è la salvaguardia di quel che rimane della nostra sovranità, soprattutto in quest’epoca di globalizzazione.
Per meglio spiegare il mio punto di vista prendo in prestito il difficile momento che stiamo vivendo in virtù della Pandemia che ci ha colpito. Mesi di angoscia, morti, danni sanitari, chiusura forzata delle attività, danni economici, libertà fondamentali conculcate. L’unica strada per uscire dal tunnel sono i vaccini, ormai credo che tutti o quasi si siano convinti di questo.
Il nostro Governo si è affidato in un primo momento al Memorandum firmato con il Ministro Italiano della Sanità, On.le Speranza, che prevedeva una dose ogni 1700 giunte in Italia. Abbiamo così perso ben due mesi perché l’accordo, per tutto quel periodo, è stato completamente disatteso. Allora il Governo, messo con le spalle al muro, ha compiuto un esercizio che dovrebbe ricordarsi di mettere in atto più spesso: si è ricordato che San Marino è uno Stato Sovrano e si è rivolto alla Russia, la quale ha inviato sul nostro territorio migliaia di dosi di vaccino Sputnik V. Ancora una volta la Repubblica di San Marino ha trovato orecchi attenti ed amici pronti ad aiutarla, come gli è successo tante volte nel corso della sua millenaria storia.
Ora a San Marino le cose sono cambiate, il Piano Vaccinale predisposto funziona egregiamente. Mi pare che siano state vaccinate circa 20.000 persone con la prima dose, mentre l’8% della popolazione ha ricevuto anche la seconda dose. Di questo passo al massimo a metà maggio San Marino dovrebbe aver risolto i suoi problemi pandemici.
Ma tutto ciò è stato possibile semplicemente perché San Marino non ha particolari impegni con L’U.E. e la sua tradizionale posizione di neutralità attiva, forse un po’ appannata in questi ultimi tempi, gli ha permesso di sfuggire a logiche geopolitiche imperanti nell’attuale frangente storico.
Ora questo è un solo esempio ma ben comprensibile, perchè di una importanza vitale per la nostra piccola Comunità. Sarà bene ricordarlo nel momento in cui si corre verso un accordo con l’Unione Europea, deve essere una lezioncina da tenere bene a mente anche per il futuro.
Si possono fare tutti gli accordi ritenuti utili, ma la popolazione deve essere informata minuziosamente di ciò che negli ipotetici accordi sta eventualmente scritto, perché se non verrà salvaguardata la Sovranità di San Marino, la nostra Terra non avrà più nessuna freccia al proprio arco.
Ma sono certo che i sammarinesi sapranno vigilare, perché la posta in palio è troppo alta!
Augusto Casali