In questi giorni nel rapporto del Centro Studi di Confindustria Italiana, intitolato “Economia italiana ancora resiliente tra incertezza e shock” -si dice che l’Italia è di nuovo sotto pressione: nel 2023 la stima di una crescita sarà pari a zero.
Questo è ciò che emerge dall’Italia, Nazione dentro la quale San Marino è geograficamente inserita e dalla quale, con l’attuale sistema, dipende sicuramente sul piano economico. Ora io penso che queste notizie, ancorchè emerse da una Associazione imprenditoriale, sia degna della massima attenzione, e mi dico: ma se l’Italia va incontro ad una recessione certa di considerevoli dimensioni, San Marino rimane inerme a subire tutto ciò che le previsioni di Confindustria italiana prevedono? Oppure ha in tenzione di abbozzare una qualche politica capace di farci uscire da questo tunnel?
Abbiamo subito le regole italiane per oltre due anni per quanto concerne la pandemia. Anni che sono stati difficili per tutti, ma in particolare, almeno sul piano finanziario, per i così detti lavoratori autonomi, dove peraltro esistono differenziazioni non da poco.
Dopo la pandemia, prima ancora dello scoppio della guerra in Ucraina, la speculazione, evidentemente bene informata, ha avviato una azione al rialzo dei prezzi di tutti i prodotti relativi al carrello della spesa, del gas e del petrolio. Poi è arrivata la guerra, che ha esasperato, se possibile, ancor più i fenomeni del rincaro di generi di prima necessità, oltre che incidere profondamente sia sull’approvvigionamento del gas che del petrolio.
Ora ci troviamo e ci troveremo ancor di più, noi sammarinesi dal 1° ottobre 2022, se non sbaglio, con tariffe sproporzionatamente, petrolio/gas/luce/ecc.ecc, umentate.
Aggiungiamo a ciò che le pensioni sono ferme da almeno 10 anni a San Marino; che il caro vita intanto è ovviamente aumentato e che di conseguenza il potere di acquisto dei cittadini è diminuito drasticamente in questi ultimi anni.
Sentiamo dire che le sanzioni che l’U.E. ha adottato nei confronti nella Russia determineranno effetti negativi rispetto all’economia interna entro il 2022, ma intanto stiamo toccando con mano gli effetti negativi prodotti agli stessi Paesi europei che hanno emanato le sanzioni, Italia in testa! E ovviamente, come già detto sopra, inevitabilmente ciò che riguarda l’Italia, rigurada anche San Marino.
Ora, nel nostro Paese, il Governo ha avviato all’iter consiliare la proposta di legge per la riforma del sistema pensionistico ed ha in animo di presentare la nuova riforma fiscale, la qual cosa significa che lo Stato, in difficoltà finanziaria, ha necessità di incamerare denari, sia attraverso qualche rinuncia da parte dei pensionati, sia attraverso un maggior esborso di tasse da parte di tutti attraverso la riforma della legge fiscale.
L’insieme di tutto questo produrrebbe, io penso, una reazione sociale molto pericolosa e spero che la maggioranza di Governo, di cui il mio Partito fa parte, rifletta attentamente sugli effetti che tali proposte di legge possono avere soprattutto sui ceti sociali meno abbienti e sulle reazioni che potrebbero provocare sul piano generale.
E’ pur vero che questi interventi erano previsti nel programma di governo, ma quando il programma è stato concepito nessuno poteva prevedere la Pandemia di Covid e neppure lo scoppio della guerra. Gli effetti di tutto questo non credo che possano ricadere sui cittadini di colpo e soprattutto non credo che possano essere superati con una maggiore pressione fiscale, senza tenere conto del particolare momento storico che il nostro Paese sta vivendo.
Mi auguro che le forze di Governo che sostengono l’Esecutivo e i rappresentanti consiliari del Partito Socialista in primo luogo, nell’interesse della stessa maggioranza, si riabbiano dal letargo e svolgano le necessarie riflessioni, ponendosi, con umiltà, dalla parte della gente, con la quale è necessario ritrovare l’indispensabile sintonia per affrontare i difficili momenti che stanno di fronte al Paese e a tutti sammarinesi.
Augusto Casali