Riceviamo e pubblichiamo

Dopo oltre due anni e mezzo dall’entrata in carica del nuovo Governo, nel corso dei quali nulla di veramente concreto e significativo per i sammarinesi è accaduto e nessun problema è stato risolto, anzi è stato aggravato notevolmente (vedi la gestione del settore bancario), da parte di alcuni autorevoli esponenti della maggioranza e del Governo stesso, è stato dato il via ad esternazioni davvero significative che nel corso dei giorni si stanno susseguendo.
Ne ho raccolte solo alcune che, per stessa ammissione di parte governativa, dimostrano come le cose siano state gestite male, con inesperienza, arroganza, autoritarismo ed autoreferenzialità, tutti elementi che hanno contribuito ampiamente a diffondere il sentimento di scontro che ha caratterizzato la politica sammarinese in questi anni.
Le parole d’ordine diramate dalla maggioranza in questi giorni sono: “basta divisioni”, “basta immobilismo”, “ricerca della condivisione”.
“Riappacificare”, per dare vita ad un metodo diverso da quello usato fino ad oggi che deve “ricercare il dialogo e il confronto, evitando lo scontro”. E perché questo? La risposta è abbastanza semplice e sono sempre gli uomini della maggioranza a fornirla: perché c’è da pensare al “risanamento del sistema bancario”, “al progetto NPL”, “all’Accordo con Banca d’Italia”, “alla politica Estera con l’Italia da portare avanti spedita”. Cioè sono stati elencati tutti problemi che sono da tempo sul tappeto confermando contestualmente che nessuno di questi è stato minimamente risolto. Tanto più che aggiungono: “solo con la compattezza possiamo uscire dalle difficoltà.”
Dall’interno del Governo addirittura c’è chi ha affermato che “bisogna mettere da parte gli scontri per trovare una soluzione ai problemi del Paese.” “E’ – infatti – indispensabile fare quelle riforme che ancora non siamo stati in grado di portare a termine.” Ed ancora: “L’inesperienza ci ha fatto porre di fronte alle questioni forse in maniera autoritaria e senza cercare il dialogo. Ci si è resi conto che non era il metodo giusto.”
Addirittura c’è chi ha confermato di aver accarezzato l’idea delle dimissioni “per aver provato un senso di frustrazione molto forte a causa dell’impotenza a determinare politiche importanti per il Paese.”
Insomma ci stiamo trovando di fronte ad una sorta di grande lavatoio dal quale uscire possibilmente purificati e forse riciclabili, come se in questi anni non fosse successo nulla.
Certo che le ammissioni fatte dagli esponenti della maggioranza e del Governo sono a dir poco stupefacenti. Io non so se i “nostri” protagonisti si siano resi perfettamente conto di quanto detto e non so neppure se lo abbiano fatto per riposizionarsi un poco visto che il Governo scricchiola di brutto, anche se ancora una alternativa concreta non ha preso forma definitiva.
Però non capisco proprio come si possa tranquillamente rimanere ad occupare le poltrone alla guida di un Paese in difficoltà pur ammettendo candidamente di aver sbagliato metodo di gestione fino ad oggi e di non aver realizzato praticamente nulla, visto il nutrito elenco di cose ancora rimaste da fare fornito da loro stessi.
Per me la cosa è inconcepibile, ma io sono un uomo all’antica. Questa invece è la politica moderna. Auguri a tutti!