La narrazione svolta in generale, in Italia, e a San Marino in particolare, a riguardo dell’Unione Europea, è stata orientata a dipingerla come l’Eden terrestre. Pensare che quel masnadiere, esule di Hammamet, ebbe a dire che l’U.E., se non si fossero cambiati i parametri di Maastricht, per l’Italia sarebbe stato un limbo nella migliore delle ipotesi e un inferno nella peggiore. A conti fatti mi pare proprio che Craxi abbia avuto ragione.

Praticamente anche in Europa i muscoli si sono fatti sentire e tutto è accaduto soprattutto in chiave franco-tedesca, a cominciare dall’istituzione della moneta unica europea che ha raddoppiato i prezzi e ha creato sempre maggiore disparità tra i cittadini, Così i ricchi sono diventati sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, mentre la così detta classe borghese si sta rapidamente impoverendo. Le economie europee soffrono e anche Francia e Germania, indebolite, devono fare i conti con la situazione venutasi a creare. Intanto il mondo è andato avanti in ogni campo e la geopolitica ha fatto registrare scosse di assestamento a volte portatrici di nuovi equilibri.
Tutto il meccanismo europeo è stato messo in mano a burocrati “nominati” e mai “eletti” da nessuno, accentrando nelle mani di gruppi di tecnocrati dimostratisi abbastanza, scollegati dalla realtà, un enorme potere, e la politica, che ha perso sostanzialmente il primato nel mondo a favore della finanza, ha perso parecchia influenza anche nei confronti dell’apparato europeo che lei stessa ha creato.
Spesso sentiamo dire: “Ce l’ha chiesto l’Europa”, “Ci vuole più Europa”, quando, forse, di Europa a volte pare essercene troppa per la esagerata regolamentazione di ogni attività produttiva ed umana: dalla misurazione delle vongole, ai tappi di plastica per salvare il mondo dall’inquinamento; dalla caccia ai prodotti della dieta mediterranea alla demonizzazione delle mozzarelle.
Ma allo stesso tempo, a parte l’unità monetaria, nulla è stato fatto per creare una struttura di Governo dell’Unione, né una forza di difesa comune. E ancor meno l’U.E. è stata presente nelle dinamiche dei paesi contigui all’Europa.
La guerra è una cosa tremenda, spietata; mio nonno, che partecipò a tre guerre da volontario, lo diceva ai suoi figli, la guerra è capace di rendere l’uomo disumano.
Ecco, allora le guerre bisognerebbe evitarle, soprattutto quando si corre il rischio che esplodano davanti alla porta di casa. E’ inutile piangerci sopra dopo, occorre intervenire prima, per evitare quelle situazioni che poi vengono stigmatizzate con fiumi di parole retoriche, scontate e inutili. E, mi domando, che cosa abbia fatto l’U.E. per evitare la guerra in Ucraina, visto che le varie avvisaglie erano, ovviamente, a conoscenza dei servizi dei paesi europei.
Oggi, dopo le elezioni presidenziali americane e il ritorno di Donald Tramp alla guida degli U.SA., tutte le fragilità di questa Unione Europea stanno emergendo con forza. C’è da augurarsi che non si continui a cavalcare un cavallo morto e ci si renda conto che ci si trova davanti ad un fallimento che non ricorda neppure lontanamente le intenzioni dei fondatori dell’Unione Europea, i quali erano ispirati dal concetto: Siamo tutti lo stesso cielo, ma non abbiamo tutti lo stesso orizzonte. Ovviamente, i burocrati europei, non ammetteranno mai la realtà delle cose, in quanto sarebbe come delegittimare sé stessi. Anzi proveranno ancora una volta a trovare giustificazioni al loro immobilismo: una volta è colpa della Brexit, l’altra della Pandemia, e intanto si chiedono sempre più poteri per mascherare il cammino fallace dell’Unione e, al contempo, portare avanti progetti sempre più surreali.
D’altronde scendere dal cavallo dopo che lo si è cavalcato per molto tempo nell’illusione di raggiungere una meta, è molto difficile. Se l’U.E., che ha fino ad oggi perso tanto tempo, non ritorna al progetto originario e si sbarazza dell’apparato burocratico imperante, recupera l’unità politica e si muove sulla base dei suggerimenti dei vari governi valutati e soppesati attentamente, rimarrà con il cerino in mano di fronte al tentativo di costituire un nuovo ordine mondiale in una posizione abbastanza irrilevante sul piano internazionale.
Tutto questo dovrebbe spingere anche il Governo di San Marino ad essere prudente e vigile, usando l’orizzonte politico anziché limitarsi a guardare sotto la finestra di casa!