L’ASTROLABIO – “Il Nuovo Ospedale: dolcetto o scherzetto?” … di Augusto Casali

L’ex Segreterario di Stato Augusto Casali

La situazione della Sanità Sammarinese versa nelle condizioni che tutti conosciamo e in larga parte proviamo nella nostra qualità di fruitori dei servizi. E’ vero che a San Marino in generale esiste ancora un certo rispetto per il paziente, che viene considerato in quanto persona e non come numero, grazie soprattutto al personale infermieristico e medico, ma per tutto il resto si deve constatare un notevole declino rispetto agli standars di un passato neanche tanto lontano.

Ci sono problemi di fondo che devono essere affrontati radicalmente: la permanenza del Direttore Generale a fronte dei risultati ottenuti pressochè inesistenti. Dal penultimo all’ultimo Direttore Generale non si sono registrati miglioramenti rispetto alle problematiche con le quali i pazienti si trovano a misurarsi ogni giorno e nessun dei problemi è stato risolto;

La permanenza di quell’oggetto misterioso che si chiama Comitato Esecutivo, una specie di paravento dietro il quale si celano le ingerenze politiche meno opportune nella sanità sammarinese:

Il sistema organizzativo che va sostituito e adeguato alle reali esigenze di una realtà composta di poco più di 30.000 persone, responsabilizzando i primari, i direttori dei vari settori e delle  varie specializzazioni;

La fuga di medici da una situazione poco attrattiva anche in prospettiva pensionistica.

Insomma, a questo punto è necessario invertire la rotta, gradualmente, ma in maniera drastica, se vogliamo fare sopravvivere la Sanità universalistica per tutti i cittadini, allontanando l’idea che la salute debba essere garantita solo a chi può permettersela.

Però a me sembra che si tergiversi troppo, non si intervenga con tempismo, mentre tutti sappiamo, a proposito di sanità, che la prevenzione è basilare e quando c’è in corso una malattia, e nella fattispecie è grave, prima si interviene e più probabilità di successo ci sono. 

Vedo invece che si parla ancora di nuovo ospedale, che dovrà essere più grande, più efficiente, più tutto. Per carità, non sono certamente contrario alla crescita delle garanzie e della funzionalità nel campo della salute, ma riterrei che prima di pensare al nuovo Ospedale si dovrebbe pensare a rendere il più efficiente possibile l’Ospedale di cui oggi disponiamo.

Non siamo attualmente in grado di trattenere il personale medico necessario all’interno del sistema sanitario sammarinese e pensiamo ad un ospedale che avrà bisogno di un numero di medici superiore rispetto al fabbisogno attuale? 

Occorre intervenire per risolvere tutte queste problematiche prima di pensare a qualcosa di nuovo e di più grande. Per quanto riguarda i medici è necessario rivedere la politica degli stipendi, tenendo conto della particolarità della professione medica, uscendo da logiche un po’ ipocrite che penalizzano la categoria. Come, ad esempio, il trattamento pensionistico che vieta ai medici capaci, una volta raggiunta l’età pensionabile, di esercitare la libera professione, pena la rinuncia al diritto del percepimento della pensione maturata.

E poi c’è la considerazione del fatto che le nostre finanze oggi non credo ci possano garantire le risorse per la realizzazione del nuovo Ospedale, quindi penso, ammesso che si trovino, si dovrà fare ricorso all’aiuto dei privati, i quali però non credo vogliano intervenire a fondo perduto, ma vogliano legittimamente far rendere il loro investimento. Se la mia tesi ha un minimo di fondamento, come sarà possibile garantire il sistema gratuito universale di cui ci siamo dotati nel lontano 1955, destando l’attenzione di tutto il mondo?

Intanto, il vecchio Ospedale ha seri problemi; il nuovo ancora non esiste; quel che è certo è che a tutt’oggi, come minimo, la stampa ce lo ha spiegato, sarebbero stati spesi, nel recente passato, per consulenze e studi, più di 150.000 euro dei contribuenti sammarinesi.

E allora, dato anche il periodo, viene da chiedersi: Nuovo Ospedale, “Dolcetto o Scherzetto?”

Augusto Casali