L’ASTROLABIO – “Il sogno tradito” … di Augusto Casali

Riceviamo e pubblichiamo

Augusto Casali

“…Non c’è mai stata, oltretutto, una così profonda diseducazione nei governanti e nei governati, perché questi ultimi si rispecchiano in quelli ed i cittadini non hanno più nessuno o quasi da prendere ad esempio. C’è quindi incombente il problema che si può chiamare di ecologia politica: cioè creazione e salvaguardia di un ambiente politicamente e amministrativamente sano; disinfestazione dai parassiti del paternalismo clientelare; estirpazione della pianta dell’abuso e del personalismo nell’esercizio del potere. La nostra fatica principale deve essere d’ora in poi quella di partecipare al rinnovamento e alla moralizzazione della politica; e non solo all’interno dei partiti”.

Con queste parole programmatiche fondamentali, Remy Giacomini, Presidente del P.S.S., si apprestava a terminare il suo intervento svolto il 20 dicembre 1987, presso il Teatro Titano, in occasione della celebrazione della fusione del Partito Socialista Democratico Sammarinese nel Partito Socialista Sammarinese, ritenuta la 1^ Tappa verso l’Unificazione di tutti i Socialisti.

E in effetti l’operazione politica diede subito un ottimo risultato alle Elezioni Politiche Generali del 1988 e nel 1990 il PSS completò l’unificazione di tutti i Socialisti sotto un’unica bandiera inglobando anche il PSU.

Ma all’interno del Partito cominciarono a farsi largo i “rampanti” che dietro un falso modernismo ritenevano di fatto il P:S.S. e la sua storia, niente di più che uno strumento per raggiungere più agevolmente il potere, la carriera, i soldi, tradendo così le ragioni fondanti del Partito Socialista Sammarinese e le basi programmatiche lanciate da Remy Giacomini in occasione della fusione con il P.S.D.S.

Quando nel 2002 un manipolo di coraggiosi si oppose ad un certo modo di fare politica e presentò un documento alternativo in occasione dell’imminente Congresso Generale, in cui si poneva con forza la questione morale, gli fu inibita la possibilità di andare nelle sezioni ad illustrare il documento stesso agli iscritti e nessuna voce si sollevò a sostegno della democrazia interna. Anzi, il popolo Socialista, venuto a mancare Giacomini l’anno prima, assecondò l’operazione di potere in corso, lasciando andare il Partito, nonostante gli ammonimenti, verso una inevitabile deriva.

Quello fu l’inizio di nuove scissioni e poi di unificazioni raffazzonate che produssero altre scissioni fino a giungere ai giorni nostri in cui i Socialisti sono stati relegati all’irrilevanza politica. Eppure nel Paese si sente la mancanza di un Partito Socialista forte che si batta a sostegno dei più deboli, che si muova per creare le condizioni di pari opportunità in direzione dell’uguaglianza di tutti i cittadini sul piano economico, sociale e giuridico.

Il vuoto lasciato è stato occupato da forze politiche nuove più propense a parlare alla pancia piuttosto che alle menti dei cittadini, ma i risultati ai quali sono approdati fino ad oggi sono davvero poco lusinghieri: dilettantismo; approssimazione; superficialità; mancanza di memoria storica, la fanno da padroni in quest’epoca, mentre il Paese e il benessere dei suoi cittadini, hanno fatto passi indietro giganteschi rispetto al passato. 

Ecco perché ritengo che sarebbe forse giunto il momento di un rilancio dell’idea socialista, mettendo da parte vecchie ruggini ed interessi personali. Probabilmente vi sarebbero anche condizioni favorevoli perché la vecchia guardia non ha ormai da chiedere più nulla, se non la difesa di principi e valori che hanno contraddistinto la loro vita politica, mentre i più giovani non sono ancora stati intaccati dagli effetti negativi di lotte intestine. Rimangono le generazioni intermedie, le quali dovrebbero capire che essere a capo praticamente del nulla è una prospettiva semplicemente inesistente. Meglio sarebbe dedicarsi ad un grande progetto di costruzione del futuro!