
Il turismo, da molti anni a questa parte, è sempre stato uno dei settori fondamentali in termini sia economici che occupazionali. E ben se ne accorsero gli amministratori di San Marino, i quali capirono subito che lo sviluppo del turismo avrebbe significato ricchezza per l’economia del nostro paese e via via se ne presero cura riservando nei confronti del fenomeno turistico sensibilità ed interesse.
Ed avevano ragione poiché nel tempo il settore del turismo conobbe una crescita esponenziale fino ad arrivare negli anni “90 a superare regolarmente i 3.000.000 di presenze annuali. Poi è cominciata l’emorragia e i turisti sono scesi anno dopo anno fino a giungere, nel periodo pre Covid ad 1.900.000, con una perdita secca di presenze che si attestava oltre il 40%. Nonostante questo il settore esprimeva allora pur sempre il 19% del PIL del nostro Paese.
Scartabellando tra i miei libri ho trovato un articolo di Pietro Franciosi, intitolato “A stagione finita”.
Quando lo ha scritto era il 5 ottobre 1913: “Ora che la stagione dei forastieri è passata e che una volta ancora abbiamo potuto constatare, vedere e rilevare gli inconvenienti, i mali e i beni, pensiamo di trarne qualche utile ammaestramento, pensiamo alla imminente stagione invernale di trovarci e di studiare, assieme per il bene comune, per gli interessi di questo Paese che ha bisogno di vita e di benessere.
Troviamoci assieme per organizzare, per formare una coscienza ed una vitalità che sappiano dare tutta quella cooperazione che il movimento dei forastieri nella nostra Repubblica pretende per il bene e per l’interesse generale.
E così organizzati con l’appoggio morale del Governo e con un contributo del medesimo che speriamo non vorrà negarci come fece l’anno scorso, potremo studiare, suggerire, consigliare e fare.
E cominceremo dai servizi più importanti e ci occuperemo anche dei minori e proporremo e faremo finchè la cooperazione di tutta la cittadinanza non verrà a mancarci.
E cominceremo specialmente dal servizio trasporti e ci occuperemo seriamente dell’attuale servizio automobilistico dal quale dipende esclusivamente la maggiore o minore affluenza dei forastieri nella nostra Repubblica.
Parleremo e ci occuperemo degli alberghi, delle case che forniscono alloggi, delle trattorie, dei divertimenti, di ricevimenti, di gite, di ogni specie di attrattive, del servizio di guida pubblica, di igiene, di edilizia, di un po’ di tutto insomma. Di un po’ di tutto diciamo perché noi manchiamo, manchiamo di molto e non pensiamo mai a provvedere. Siamo dunque costanti in tale proposito e faremo qualche cosa di utile e di duraturo nel Paese.”
Questo scritto di quasi cento anni fa ci dimostra quale attenzione era posta fin da allora al settore dei “forastieri” e come il fenomeno turismo fosse ritenuto potenzialmente importante per lo sviluppo economico del nostro Paese (“…per il bene e l’interesse generale”).
Oggi non è più così, ci sono figli e figliastri, due pesi e due misure. Quello che nello scritto viene definito “servizio automobilistico….dal quale dipende esclusivamente la maggiore o minore affluenza di forastieri nella nostra Repubblica”, oggi non è più ispirato alla equa distribuzione della ricchezza, perché, incredibile ma vero, è affidato a tre trenini della discordia, più degni di Fiabilandia che ad un Sito Patrimonio dell’Umanità, i quali alterano completamente i flussi turistici, tagliando fuori nientepopodimenochè la zona della Porta del Paese, cioè l’ingresso naturale alla Città di San Marino e la zona ex Stazione, altro polo tradizionale dei flussi turistici. Luoghi dove nel corso degli anni si è ovviamente sviluppata la fitta rete di attività turistico commerciali.
Ora è chiaro anche al più sprovveduto che se nei terminal dove giungono i turisti ci si collocano tre trenini della discordia che ad ogni pieno portano via 45 persone provenienti dal parcheggione di P.le delle Nazioni Unite, da Piazzale Calcigni e si fermano a raccogliere anche i turisti che gravitano all’ex Stazione, i flussi turistici vengono profondamente alterati. A pagamento migliaia e migliaia di visitatori ogni anno vengono sottratti ai luoghi di arrivo per essere trasportati praticamente alla fine di quello che dovrebbe essere il naturale percorso turistico, tagliando fuori centinaia di attività turistico-commerciali, alla faccia “dell’equa distribuzione”.
Ciò che non è chiaro invece è per quale motivo chi si occupa di turismo e di commercio, che dovrebbe avere a cuore gli interessi dei commercianti in generale, favoriscano sfacciatamente gli interessi di un unico imprenditore a discapito di molti lavoratori del settore. Un motivo, che a me però sfugge, ci sarà pure… sarebbe interessante conoscerlo.
Tutto questo per di più continua ad accadere dopo due anni di Covid, di restrizioni e di chiusure, che hanno inferto durissimi colpi proprio al settore del turismo, mentre il caro vita galoppa e le tariffe di gas e luce aumentano a vista d’occhio. A dire il vero qualcosa pare sia stato fatto: mi dicono che il Governo, ben conscio della situazione, abbia aggiunto a tutte le altre agevolazioni anche un piccolo contributo di 25.000 Euro per il caro carburante, destinato all’autotrasportatore che in esclusiva gestisce i tre trenini della discordia.
Dio come sono lontani i tempi in cui si ragionava e si agiva “per il bene e per l’interesse generale”!
Augusto Casali