L’ASTROLABIO – “Il viale dimenticato” … di Augusto Casali

Questa è la storia di un libro donatomi dall’autore, un amico, con cui non ho una frequentazione costante, ma che il 26 gennaio 2012 nella sua dedica scriveva al sottoscritto: “Al Segretario di Stato Augusto Casali con sentimenti di grande stima e affetto.”

Neanche sei mesi dopo, assieme al collega Romeo Morri, allora Segretario di Stato alla Cultura, ci dimettemmo dal Governo e ritirammo dal medesimo le nostre delegazioni. Quindi il momento era abbastanza complicato e ricco di impegni che riempivano le nostre giornate.

Diedi una scorsa rapida al libro ed ebbi la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa di interessante da approfondire con calma. Misi quella pubblicazione su di uno scaffale delle mie librerie e come mi è successo spesso, ho dimenticato quello scritto.

L’autore è Giuseppe Marzi, un ragazzo che ho conosciuto nelle vesti di operatore della San Marino RTV, che al tempo del mio impegno politico-istituzionale frequentavo spesso. Nel 2021, nove anni dopo, quel libro mi è capitato nuovamente tra le mani ed è stata l’occasione per leggerlo, finalmente!

Sono rimasto sbalordito: il libro, che si intitola “Il Viale delle Rose” è scritto molto bene, scorrevole e tratta di un argomento davvero importantissimo, ovvero delle “Storie di ebrei rifugiati nella Repubblica di San Marino durante la seconda guerra mondiale”.

Si tratta di un lavoro enorme, che ha occupato la vita di Giuseppe Marzi nelle ricerche durate per ben 11 anni e che hanno coinvolto dodici paesi con ricognizioni che vanno dallo Yad Vashem di Gerusalemme fino al Museo Ebraico di Merano.

L’idea di Marzi parte dalla constatazione fatta svolgendo le sue funzioni in seno alla Televisione di Stato presso il Museo dell’Emigrante. Su di una parete era rappresentato il grafico dei passaporti nella storia dell’emigrazione di San Marino. L’anno 1944 contava tante asticelle, a differenza degli altri anni, che addirittura arrivavano al soffitto. La cosa icuriosì a tal punto l’autore dall’avviare una puntuale, certosina indagine, dalla quale emerse in prima battuta il fatto che molti di quei passaporti erano falsi per consentire agli ebrei di sottrarsi alle persecuzioni razziali. Da questa sorta di leggenda parte la ricerca di Giuseppe Marzi e attraverso un lavoro enorme egli è riuscito a dimostrare, attraverso documenti, fotografie, testimonianze di molti sammarinesi, la verità dei fatti: A San Marino, non solo alcuni cittadini si adoperarono per salvare la vita agli ebrei rifugiati, ma anche uffici pubblici ed istituzioni si distinsero per questa opera umanitaria, seppur ci si trovasse in pieno periodo fascista.

La successione dei fatti è davvero minuziosa e ricostruisce la storia di San Marino di quegli anni tragici per l’umanità, fatta di piccoli ed apparentemente modesti pezzi del mosaico che, lungo un filo conduttore chiarissimo, si intersecano perfettamente in tutti i loro frangenti, e forniscono non solo una tesi credibile ma veritiera, perché supportata, come già detto, dalla riproduzione di documenti e testimonianze dirette dei protagonisti di quell’epoca.

Ma soprattutto certifica l’atteggiamento di San Marino e dei sammarinesi di fronte agli ebrei perseguitati dal nazismo e dalle leggi razziali emanate durante la seconda guerra mondiale. Un fatto che a quasi ottant’anni dagli accadimenti assume una importanza universale che non mi pare sia stata adeguatamente valorizzata né dalla politica, né dalle istituzioni, né dai mezzi di informazione. Tutti si sono limitati ai rituali di circostanza che ricorrono normalmente alla presentazione di un libro.

Ciò che è stato dovrebbe invece essere reso noto attraverso approfondimenti culturali, conclamato nei consessi internazionali e dovrebbe costituire, al pari dell’ospitalità a Garibaldi braccato dagli austriaci e all’accoglienza  nella piccola San Marino dei 100.000 italiani durante il periodo bellico, la base della credibilità della Repubblica di San Marino e della sua indipendenza nell’esercizio della tradizionale posizione di neutralità attiva, che potrebbe davvero essere alla base di un percorso di internazionalizzazione sul piano del dialogo a favore della pace nel mondo.

Lo storico Amedeo Montemaggi ha scritto, in riferimento al libro “Il Viale delle Rose”: “San Marino è stato l’unico paese al mondo ad essersi comportato in maniera civile durante la seconda guerra mondiale”.  Ce lo riconosce un autorevole storico italiano, ricordiamocelo concretamente noi sammarinesi, che notoriamente abbiamo la memoria storica piuttosto corta, perché il fatto è troppo importante.

Personalmente, come cittadino di questa nostra antica Repubblica, mi sento di ringraziare profondamente l’amico Giuseppe Marzi per l’enorme mole di lavoro svolto con grande passione. Egli ha fornito un prezioso dono al nostro Paese che mi auguro sia tutelato nel presente e  venga valorizzato per il futuro.

Augusto Casali