L’ASTROLABIO – “La difesa del fortino diroccato”  … di Augusto Casali

Il tentativo di dar vita ad un “pateracchio” legislativo, con l’approvazione di tutte le forze consiliari, maggioranza e opposizione unite in un abbraccio indistinto, grazie al cielo è fallito. Così, pare ormai deciso, il 2 giugno prossimo probabilmente i cittadini saranno chiamati al voto referendario per cambiare la Legge Elettorale.

Se avessi potuto scegliere, a differenza dei promotori, avrei avuto maggiore determinazione, favorendo il ripristino del sistema comunque maggiormente rispettoso della volontà degli elettori e quindi più democratico possibile; che riproduce in Consiglio Grande e Generale, cioè nell’Assise massima espressione della rappresentatività democratica, l’esatta percentuale ottenuta nel consenso degli elettori: il sistema proporzionale puro!

La proposta che invece andrà a Referendum è una rivoluzione a metà a mio avviso, ma in parte modifica l’attuale legge, ormai divenuta obsoleta, frutto del suo tempo, quando a San Marino vi era un sistema bipolare.

Oggi la realtà è molto diversa e la legge che fissa le regole del gioco democratico deve stare al passo con i tempi. Non è più sopportabile un impianto legislativo che prevede il così detto premio di stabilità nelle proporzioni scaturite nelle ultime Elezioni Generali: 15 Consiglieri su 60, ovvero un quarto dell’intero Consiglio Grande e Generale. Per assurdo è come se nei due rami del Parlamento Italiano venissero regalati 225 parlamentari per garantire la governabilità. Lo capisce anche un bimbetto che la cosa non sta in piedi da nessuna parte la si guardi e grida vendetta.

A San Marino, a chi ha ottenuto nel primo turno elettorale il 30% dei voti, mentre il 70% aveva scelto di votare altre coalizioni o altre liste, si è visto “omaggiare” di un premio di stabilità pari al 25%.  In pratica ha raddoppiato miracolosamente i propri consensi. Incredibile. Così il concetto cardine del nostro sistema democratico, la rappresentatività, si è andata a fare benedire, si converrà che non è un fatto di poco conto.

I “miracolati” da questo sistema ovviamente si sono schierati subito contro la proposta referendaria; dicono che così si toglie all’elettore la possibilità di scelta e che ricominceranno i ballottini del passato. Queste sono favoline a cui io non credo più da molto tempo, almeno da quando portavo i calzoni alla zuava.

L’elettore sarà libero di votare esattamente come prima, cosa cambia? Nulla, tranne che la politica, prima del ricorso al ballottaggio, che purtroppo rimane, potrebbe auspicabilmente rimettersi in moto e dare vita ad un Governo di coalizioni sulla base di accordi programmatici mediati; esattamente come succede oggi che forze politiche diverse trovano la mediazione sul programma di Governo.

Per quanto concerne poi i ballottini mi torna alla mente la storia di quel giovane politico beccato in un video con una allegra brigata mentre offriva in pizzeria 100 euro a voto ad un tizio che invece voleva un’ambasciata. Poi la vicenda giudiziaria dalla quale incredibilmente scampò illeso. Poi l’immediata fuori uscita dal Partito di appartenenza. Poi l’immediata nascita di un gruppetto apparentemente autonomo. Poi l’immediata nascita del nuovo Partito giusto in tempo per affrontare le elezioni con la nuova coalizione; volendo si potrebbe approfondire ulteriormente il discorso, ma se non è un ballottino questo… Ciò per dire che la verginità è una cosa seria! 

Ultima considerazione: la governabilità tutti pensavamo fosse un valore aggiunto, ma dopo gli ultimi esperimenti, vedendo quale sia l’incapacità dei governi di fronte ai problemi della gente, il dover subire impotenti la permanenza al potere di Esecutivi inadeguati diviene un grosso problema per i cittadini che aspirano ad un futuro migliore.

Molte altre sono le ragioni per cambiare la Legge vigente, ma già quelle sopra elencate bastano e avanzano!