L’ASTROLABIO “La Disgraziata Rivoluzione”   … di Augusto Casali

L’ASTROLABIO “La Disgraziata Rivoluzione”   … di Augusto Casali

Dopo il terremoto giudiziario degli ultimi anni, che ha determinato l’azzeramento di una intera classe politica senza distinzioni, facendo di tutta l’erba un fascio; dopo l’opportunismo politico, che per ottenere un vantaggio immediato ha accuratamente evitato di compiere analisi vere contestualizzando gli accadimenti; si è affermato sul nostro Paese il vento del nuovismo a tutti i costi.

In un clima addirittura rivoluzionario rispetto al passato e con una Legge Elettorale superata dagli eventi, si sono celebrate le Elezioni Politiche Generali del 2016. Le elezioni che dovevano essere del cambiamento radicale, del rinnovamento generale e della soluzione di problemi atavici che le classi dirigenti del passato si erano portate appresso fino ai giorni nostri.

In effetti l’esito delle Elezioni fu chiaro: i movimenti nuovi hanno ottenuto i migliori risultati, mentre i partiti tradizionali hanno subito arretramenti molto significativi che, a lungo andare, hanno poi provocato ulteriori sfilacciamenti rendendoli politicamente marginali.

Da allora sono passati due anni ed è possibile fare un bilancio abbastanza attendibile. La prima domanda che ci si pone è: E’ stata una vera rivoluzione? La risposta è, a mio avviso, sì, ma è stata una disgraziata rivoluzione. E provo a spiegare perché.

Da tutta questa vicenda la politica ne è uscita fortemente indebolita e non è un fatto positivo perché la politica è indispensabile in un sistema democratico, nell’interesse della Comunità. D’altronde ciò è successo perché la nuova classe dirigente, a volte assai sprovveduta, non ha fatto altro che cercare di delegittimare l’avversario e il sistema, senza accorgersi di essere divenuta a sua volta il potere, il sistema, la classe politica dominante, ma questo gioco al massacro l’ha portata ad essere oggi debolissima, molto meno determinante rispetto al passato, in definitiva poco credibile.  Anche perché in giro ci sarà sempre un roatamatore più rottamatore dell’ultimo rottamatore.

Quando in politica si lasciano dei vuoti, questi vengono inevitabilmente occupati da altri poteri, ad esempio il potere giudiziario, che travalica così quelli che dovrebbero essere i suoi confini in virtù della tanto conclamata separazione dei poteri; cioè gli uni non dovrebbero ingerire nell’autonomia degli altri. Ma se uno dei poteri è molto debole, giocoforza atri lo sostituiscono, salvo poi rendersi conto che anche il Tribunale ha le sue belle gatte da pelare essendo in atto uno scontro interno che non ha precedenti.

Il nuovo che si è affacciato alla ribalta, tutto agghindato in accattivanti nuovi contenitori, abbiamo scoperto che non era poi così nuovo: ex AP, ex UPR, ex Socialisti, ex PDS, ex Rifondaioli, ex porta borse di membri dei passati governi e qualche precoce cacciatore di voti immortalato in video. Di fronte a questo quadro si poteva sperare in una rivoluzione vera? No. Si è un poco accentuato il giustizialismo, come se fosse la soluzione di tutti i problemi, ma per il resto tutto come prima: clientelismo e nepotismo, gli amici e i parenti di sempre possono continuare a dormire sonni tranquilli!

Ma allora guardiamo la situazione generale. Tutti i parametri sono peggiorati rispetto al passato: il sistema bancario si è fortemente indebolito; la crisi economica non cenna ad arrestarsi; le casse sono abbastanza vuote, se è vero che il Governo è alla spasmodica ricerca di soldi; il potere di acquisto dei sammarinesi è diminuito; gli stipendi dei dipendenti e le pensioni sono a rischio di significativi ritocchi al ribasso; il Turismo è in crisi profonda e quello florido di un tempo è divenuto un pallido ricordo; la Sanità ha messo in evidenza emergenze lamentate dagli stessi operatori dell’I.S.S e mai conosciute prima d’ora; non si vede un progetto di rilancio del Paese e della sua economia neanche a pagarlo oro. E potrei continuare ancora perché l’elenco è piuttosto lungo, ma credo sia sufficiente così!

E’ pur vero che i nuovi dicono che la colpa è di chi c’era prima, ma ormai quelli che c’erano prima non ci sono più da un pezzo. E il Governo ha il dovere di affrontare e risolvere i problemi, altrimenti può andarsene anche a casa!

L’inefficienza e il dilettantismo si toccano con mano e quello che sarà il futuro di San Marino è molto incerto e non lascia per nulla tranquilli i sammarinesi. Credo ce ne sia abbastanza per poter affermare che si è trattato di una disgraziata rivoluzione.

Occorrerebbe una contro rivoluzione illuminata, che però sarà possibile solo se i sammarinesi usciranno di casa per occuparsi dei problemi del proprio Paese, senza sperare che venga fuori qualcuno che tiri il carretto per tutti!