Evidentemente nel Governo hanno preso paura se è dovuta scendere in campo l’intera maggioranza per difendere la sciagurata scelta di cancellare dalla Città di San Marino, la Capitale della nostra Repubblica, la Scuola Elementare. Lo ha fatto però con un pubblico comunicato ricco di approssimazione, inesattezze e iperboli improbabili. Insomma, se l’intento era quello di dimostrare la valenza dell’orientamento assunto dal Governo sulla scuola, direi che è completamente fallito.
Per rendersene conto è sufficiente analizzare il comunicato stampa muscolare emesso: Come prima argomentazione viene avanzato – sembra un mantra – “…il calo demografico nella Repubblica di San Marino”. Evidentemente in maggioranza pensano di risolvere questo problema, che non è solo sammarinese ma soprattutto italiano ed europeo, cacciando via la Scuola Elementare dalla Città di San Marino. No, non è così semplice. Occorrono casomai interventi organici e lungimiranti a sostegno della famiglia, cosa che non è neppure passata per l’anticamera del cervello ai governi che si sono succeduti in questi anni.
Seconda argomentazione: “Da quasi 10 anni del resto l’Istituto Musicale Sammarinese è senza una sede fissa…” Scusate tanto, cari amici, ma che c’entra l’Istituto Musicale con il calo demografico? No, perché messa giù così sembra che il trasferimento della Scuola di Musica nell’attuale plesso scolastico “La Sorgente”, risolava anche il problema demografico di San Marino.
Una cosa è certa: dopo 10 anni è necessario trovare una sede definitiva, adeguata e dignitosa all’Istituto Musicale Sammarinese, l’operato del quale è assai apprezzato dai cittadini, ma non a discapito di un’altra scuola. E’ una contraddizione in termini che non si può neppure ascoltare.
Mi chiedo: ma quella specie di tela di Penelope che è il cantiere di Borgo Maggiore, per quale motivo dopo 10 anni ancora non è completato così da ridare all’Istituto Musicale la sua sede storica restaurata e migliorata? Cambiano i governi ma, a proposito, la musica è sempre la stessa. Sembra che sia ineluttabile che quei lavori non debbano finire mai. Vi sembra logico pensare di spostare in altra sede l’Istituto Musicale, peraltro già occupata dalla Scuola Elementare, anziché accelerare la fine dei lavori nella storica sede dello stesso Istituto? Non vi è nessuna razionalità in tutto questo!
Altra motivazione: L’immobile di “Ca’ Caccio risulta ormai strutturalmente poco all’avanguardia a livello scolastico”. E’ vero che è stato finito nel 1971, mentre la Scuola di Murata è stata costruita qualche anno dopo, ma siamo sempre, se la memoria non mi inganna negli anni “70. Quindi, se proprio vogliamo disquisire, sono entrambi immobili attempati ma se per anni ed anni non si apportano mai le migliorie possibili, per esempio sul piano architettonico, è chiaro che rischiano di invecchiare molto più rapidamente. E di chi è la colpa se non è mai stato fatto nulla? Degli insegnanti? Degli alunni? Dei cittadini? Per non parlare degli spazi angusti che ci sarebbero a Cà Caccio. C’è addirittura un bosco adiacente e con modesti interventi di spazi se ne ricaverebbero in abbondanza, sarebbe sufficiente averne la volontà. Insomma, non c’è un’argomentazione, tra quelle citate nel comunicato della maggioranza, come si dice in gergo, che tenga!
Poi però la situazione si aggrava quando si legge che “Questa maggioranza non procede con lo svuotamento del centro storico, anzi ha già in atto una importante attività di valorizzazione.” In attesa della valorizzazione intanto però via la Scuola Elementare da Città, il cinema non c’è più, gli uffici sono stati trasferiti, il Tribunale è stato spostato. Se non è uno svuotamento del centro storico questo di cos’altro si deve privare la Capitale di San Marino? Eppure la maggioranza ancora ci tiene a chiarire che “la volontà non è di calare una scelta dall’alto”. Infatti i confronti con il corpo insegnante, con i genitori e con i cittadini si sono sprecati, tanto è vero che si fatica a trovarne traccia anche cercando con il lanternino di Diogene.
Ma tutti devono stare tranquilli perché quella fatta è “una scelta pensata” – e ancora – “mettendo al centro le necessità dei bambini”. Ecco, credo invece che i bambini siano i grandi dimenticati in tutta questa vicenda. D’altronde chiedere di riflettere sul fatto che il senso di appartenenza ad una comunità nasce proprio dalla scuola, oltre che dalla famiglia, e spesso giustifica l’umana esistenza di ognuno, è chiedere troppo ad un Governo “macho” che mostra i muscoli e chiama l’intera maggioranza a sostenere il proprio traballante operato.
Del resto loro stessi, in un impeto di generosità, riconoscono “la grande preoccupazione espressa da parte della Comunità Sammarinese.” Dichiarazione di fronte alla quale è ancor più difficile comprendere perché si voglia perseverare nella impostazione assunta.
Comunque, tutti coloro i quali, come il sottoscritto, sono contrari alla cancellazione dalla Capitale della Scuola Elementare, continuino a battersi con tutte le armi democratiche messe a disposizione dalla Carta dei Diritti e dall’Ordinamento Istituzionale di San Marino, perché il tempo è galantuomo e i giochi non sono conclusi.
Augusto Casali