
L’argomento è assai scabroso, di quelli che forse sarebbe più saggio far finta di nulla, ma come si fa a stare in silenzio quando l’antica posizione di neutralità della Repubblica di San Marino viene accantonata e per di più con dichiarazioni di responsabili istituzionali assolutamente poco ponderate e fatte passare per l’applicazione pratica della così detta neutralità attiva?
“Non perdiamo nulla in termini di neutralità ma guadagniamo in termini di reputazione””, queste le parole attribuite al responsabile della politica estera di San Marino dal quotidiano “Repubblica.sm.”
E’ vero, sembrava incredibile che nel terzo millennio, ai confini dell’Europa potesse scoppiare una guerra; e è drammatico vedere le immagini diffuse dalle televisioni e dai giornali, fatte di distruzione, di morte, e di gente in fuga dal conflitto in atto verso altri paesi; ti strappa il cuore e ti fa tanta rabbia; ma chi guida un Paese come il Governo o addirittura chi rappresenta un popolo, come il Consiglio Grande e Generale, avrebbe il dovere di guardare oltre la finestra, oltre le emozioni, verso il futuro senza scodarsi del passato.
Dovrebbe sapere che piaccia o non piaccia gli equilibri mondiali poggiano principalmente su tre grandi super potenze militari ed economiche che sono Stati Uniti d’America, Russia e Cina, anche se non si deve dimenticare India e Pakistan e gli altri paesi dotati anch’essi di bomba atomica; e dovrebbero sapere che il mondo perfetto dove tutti gli stati, piccoli e grandi, sono uguali, a cui tutti aspireremmo, non esiste, esiste invece la realpolitik con cui tutti devono fare i conti, da sempre.
Nell’ormai lontano 1997, come ci ricorda Federico Giuliani, l’attuale Presidente degli USA pronunciò queste parole, avendo bene a mente gli equilibri mondiali di cui sopra parlavo: “Annettere alla Nato gli Stati Baltici sarebbe l’unica mossa che rischierebbe di provocare una risposta ostile da parte della Russia.” In pratica l’allora senatore del Delaware avvertiva il Consiglio Atlantico di non esagerare con l’espansione verso est. Poi sappiamo negli anni come siano andate le cose e l’ombrello della Nato si è esteso praticamente fino ai confini della Russia.
E viene da chiedersi dove fosse in tutti questi anni mamma Europa, tanto cara all’attuale classe politica sammarinese, e perché con tutto il suo elefantiaco apparato non ha assunto nessun ruolo per favorire il dialogo, la diplomazia e le trattative quando era in tempo per tentare di evitare la guerra nella sua sfera d’influenza.
Ma torniamo a noi e alla storica neutralità di San Marino, che di certo prevedeva una ferma condanna per l’atto di guerra compiuto dalla Russia, così come recita anche la Carta dei Diritti della nostra Repubblica che respinge la guerra come mezzo per derimere le controversie internazionali, e così come è avvenuto nell’Assemblea Generale dell’ONU; positiva è anche stata la risposta solidale nei confronti di coloro i quali scappano dalla guerra. Atteggiamento al quale San Marino non è davvero mai stata estranea lungo il corso della sua storia; basti ricordare lo scampo di Garibaldi braccato dagli austriaci o l’ospitalità dei 100.000 sfollati dal riminese durante la seconda guerra mondiale.
Ma che San Marino, motu proprio, si andasse ad infilare nel ginepraio delle sanzioni emanate dell’UE, sconfessando la sua stessa storia, è davvero stupefacente. Anche perché non oso pensare quali saranno le sanzioni poste in essere e quale peso potranno mai avere nel contesto del conflitto in atto.
D’accordo è un atto simbolico e la pace sempre e comunque davanti a tutto, anche davanti alla realtà delle cose. Ma forse, rimanere un po’ più con i piedi per terra consci del proprio peso e del proprio ruolo, non sarebbe stato male.
Il primo risultato ottenuto di certo è l’inclusione nell’elenco dei paesi ostili alla Russia, cioè lo stesso paese che appena un anno fa ci ha letteralmente salvato dal Covid con il vaccino Sputnik, quando i sammarinesi aspettavano invano l’aiuto dell’Europa e dell’Italia, tanto da divenire il fanalino di coda con un tasso di mortalità proporzionalmente tra i più alti d’Europa.
Per il resto penso proprio che non cambierà nulla: noce in un sacco eravamo prima e noce in un sacco resteremo. Tranne che la nostra storica neutralità è stata accantonata, con disarmante disinvoltura generale espressa dall’intera classe politica, maggioranza e opposizione. Ancora una volta il politicamente corretto ha prevalso coinvolgendo di fatto tutti i sammarinesi, i quali però hanno appreso la notizia giorni dopo, a fatto avvenuto. Peccato!
Augusto Casali