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  • L’ASTROLABIO – “La Politica del Gambero” … di Augusto Casali

    Non so se lor signori se ne sono accorti ma il settore del turismo sammarinese è attualmente un disastro. Dopo anni di declino, vissuto nell’indifferenza generale o quasi, pur nella contrazione dei flussi turistici, il settore, fino al 2019, valeva il 19% del PIL di San Marino. 

    Poi è arrivata la pandemia che ha causato non pochi danni, paralizzando praticamente tutto il comparto. Mesi e mesi di chiusura nel 2020, compreso il periodo natalizio, ormai due stagioni senza che giunga un pullman a San Marino, così tutti speravano in una sia pur dimensionata ripresa e in una politica pensata per coinvolgere i tour operetor imperniata su iniziative di grande qualità. Di quelle iniziative che creano indotto e si radicano nel tempo fino a divenire una vera e propria carta d’identità del luogo, al fine di ricostruire il presente ma soprattutto il futuro turistico della nostra Repubblica.

    Invece, purtroppo, praticamente a metà luglio 2021, la ripresa stenta molto, le strade sono davvero poco affollate e il pienone dei bei tempi andati è solo un lontano ricordo. Andando avanti così a quelle imprese che già hanno abbassato definitivamente le saracinesche di certo se ne aggiungeranno altre alla fine dell’anno di grazia 2021. Di questo qualcuno dovrebbe preoccuparsi: di chi ha chiuso i battenti e di chi sarà costretto a chiuderli! 

    Invece sono state messe in campo delle politiche turistiche troppo sempliciotte e molto improvvisate, poste in essere soprattutto in quest’ultimo periodo, tendenti, senza nessuno sforzo costruttivo, ad acquistare qua e là, con i soldi dello Stato, quindi di noi tutti, pacchetti preconfezionati e rigorosamente tutti uguali, imperniati sulla musica fino alle ore notturne e ad altissimo volume (d’altronde è risaputo che più gli artisti sono scarsi è più devono fare ricorso alla musica alta), trasformando il centro storico e l’abitato, patrimonio dell’Umanità, in una grande discoteca a cielo aperto costringendo a subirla anche tutti coloro i quali in questo luogo ci vivono e ne vorrebbero volentieri fare a meno perché preferirebbero riposare la notte così come succede alla stragrande maggioranza degli individui.

    Ora sia chiaro, non è che nel nostro Paese si debba vivere come in clausura, ma il fenomeno turistico a San Marino non è stato scoperto oggi. C’è da tanto tempo ed è esploso con il boom economico italiano degli anni “60. E come avranno fatto a sviluppare il turismo sammarinese fino a giungere ad avere sul Titano 3.400.000 visitatori all’anno, si chiederà qualcuno che oggi pensa di essere l’ombelico del mondo? Semplice, seguendo traiettorie completamente diverse da quelle prive di buon senso attualmente poste in essere. A differenza di oggi, i predecessori sono riusciti a far convivere le esigenze dei cittadini residenti con quelle dei turisti, anche perché, quando le iniziative sono di grande qualità, vengono apprezzate sia dagli uni che dagli altri. Non è difficile.

    Attualmente la situazione è questa: I bar e i locali hanno giustamente potuto usufruire dell’aggiunta di tavoli sul suolo pubblico. Però chi li ha autorizzati ad installare impianti acustici ed amplificatori di musica non di sottofondo ma sparata a tutto volume? C’è qualcuno che controlla i livelli del rumore? Il rispetto degli orari? La vendita di alcolici ai minori? Il rispetto delle norme sul diritto d’autore? L’osservanza delle regole sull’igiene? Oppure San Marino è una specie di Far West dove le discoteche riccionesi vengono a fare da noi quello che non possono fare al loro paese e dove in uno slancio di elefantiesi un nostro rappresentante istituzionale ha definito il Veglione degli studenti “Un esempio per il mondo”?

    Alle attività di 5/6 bar che un giorno uno e un giorno l’altro organizzano “notti insonni”, si aggiungono le già suddette iniziative di alcune Segreterie che anziché valorizzare la nostra statualità e portare turisti a San Marino, così come dovrebbe essere loro compito, si accontentano di fare gli interessi di pochi a discapito di molti. I pochi sono i gestori dei locali-discoteca-improvvisata e i frequentatori delle medesime; i molti sono i residenti del centro storico che non possono riposare come sarebbe loro diritto; gli altri commercianti il cui piatto piange per mancanza di turisti anche in piena stagione e di cui nessuno sembra occuparsi; quel po’ di turisti che pernottano nei nostri alberghi e che se ne scappano a gambe levate il giorno dopo perché non hanno potuto dormire.

    Già, perché è questo l’elemento nuovo che sta emergendo: anche gli alberghi della Città di San Marino, nonostante lavorino con l’attività istituzionale svolta nel nostro Stato nel corso dell’anno, hanno cominciato a telefonare la notte alle forze dell’ordine perché i clienti su lamentano dei rumori molesti e se ne scappano via il prima possibile.

    Tutti sappiamo che la più efficace forma di pubblicità è il passa parola: Che cosa racconteranno quei turisti quando torneranno a casa? Faranno una pubblicità negativa e credo proprio che il nostro sistema turistico in questo momento in particolare non ne abbia nessun bisogno.

    Pochi turisti, disturbo della quiete pubblica, clienti dei nostri alberghi che scappano per il frastuono notturno. Questo è il deprimente quadro della situazione attuale. Ai miei tempi, di fronte ad un simile stato di cose, di certo qualcuno nel Congresso di Stato si sarebbe alzato e avrebbe detto: Amico, basta con la politica del gambero. A San Marino bisogna riportare i turisti non i ”dicotecari”.

    A buon intenditor, poche parole!

    Augusto Casali