Riceviamo e pubblichiamo
Anche se apparentemente tutti a San Marino negli ultimi tempi si sono solo occupati del devastante Coronavirus, in verità il mondo politico, sotto sotto, è stato comunque piuttosto vivace. Questo mi porta a dire che la politica è in fermento e sono cominciate le grandi manovre, e se sono cominciate le grandi manovre qualche ragione ci sarà pure.
D’altronde basta mettere in fila tutta una serie di segnali che forse ai più distratti dicono poco, ma ad un osservatore attento non possono sfuggire.
Cominciamo dalle forze di Governo: La D.C. non sembra essere troppo contenta delle continue prese di distanza di alcune forze politiche di maggioranza, come, ad esempio, quelle manifestate da Domani Motus Liberi e neppure delle uscite pubbliche di qualche segretario di stato che annuncia l’arrivo di decreti di cui il partito maggiore della coalizione non ne sa nulla e tantomeno dei capricci che portano a comportamenti un po’ schizzofrenici, con relativo teatrale abbandono della riunione del Congresso di Stato.
Paradossalmente le cose vanno molto meglio con RETE, la quale si è acquietata rispetto al passato, lascia fare al manovratore e si vede solo con qualche comunicato di soddisfazione per l’operato del Governo: per il momento la rivoluzione è accantonata!
Ma anche la lista arlecchino di Noi per la Repubblica sta mettendo in evidenza la difficoltà di stare insieme per forza in virtù di un accordo elettorale che nulla aveva di politico, se è vero che la politica deve occuparsi di risolvere i problemi della gente. Lì dentro c’è qualche personaggio con mania di protagonismo che rimane un po’ indigesto a molti; c’è chi vorrebbe estromettere i partiti dai processi decisionali per rincorrere la chimera del “grande schieramento della sinistra” e c’è chi non ci sta e scrive ai giornali il suo dissenso.
Tutto questo accade mentre dietro l’angolo c’è il Congresso della D.C., che sappiamo essere un appuntamento importante che lascia sempre qualche strascico, e una situazione economica complessiva molto preoccupante, che necessiterebbe di interventi concreti a favore delle categorie più colpite dagli effetti economici prodotti dalla pandemia le quali rischiano il fallimento. Se le cose rimangono così come sono, passata l’estate, il Governo e la maggioranza che lo sostiene, rischiano davvero grosso.
All’opposizione invece hanno in fretta e furia rispolverato Libera, bandiera dell’azione posta in essere nella passata legislatura per fare saltare il governo rimanendo poi con il cerino in mano, dalla quale però, le forze politiche che compongono la lista presentata alle ultime elezioni, sembravano avere preso decisamente le distanze, tanto è vero che, prima dell’arrivo del “restate a casa” anche a San Marino, SSD aveva annunciato in gran pompa magna il Congresso, poi rinviato e di cui nulla più si sente dire.
Libera ora è tornata di moda, salvo repentini ripensamenti, e all’unisono i suoi componenti sembrano marciare uniti verso la costituente di un grande partito unico della sinistra che affascina non poco anche qualche forza politica di maggioranza, con i cui militanti, che non vanno tanto per il sottile purchè si possa stare a galla e fare carriera, sono iniziati i primi abboccamenti.
Sullo sfondo c’è poi Repubblica Futura che sorniona si sta rapidamente rifacendo una verginità; svolge il suo ruolo di opposizione più per onore di firma che altro, ammicca a destra, a sinistra, al centro e aspetta il momento buono. Tanto per adesso non ha bisogno di fare altro, fanno già abbastanza tutte le altre forze politiche per lei. Deve avere solo un po’ di pazienza…
Questi sono i movimenti che sotto la cenere stanno covando nella politica sammarinese e che potrebbero essere forieri a breve di interessanti novità. D’altronde, se si è attenti, è abbastanza facile leggere quello che sta avvenendo perché per quasi tutti i personaggi politici sammarinesi pare che la stella polare sia unicamente il Governo: cioè, come arrivarci o come rimanerci.
Peccato che al Paese, invece, siano rimasti in pochi a pensarci!
Augusto Casali