L’ASTROLABIO – “La Sanità Demolita” … di Augusto Casali

Diciamolo apertamente, la Sanità è un bene di inestimabile valore per ogni cittadino, che a San Marino segue e protegge la popolazione lungo l’arco di tutta l’esistenza di ognuno di noi.  Questo è possibile grazie alla legge che, sia pure in tempi difficili dal punto di vista economico e finanziario, i politici dell’epoca e i rappresentanti di sinistra che erano al Governo in primo luogo, hanno voluto istituire nell’ormai lontano 1955, per garantire ad ogni cittadino una copertura a vita.

Molti paesi nel mondo guardarono San Marino con ammirazione e rispetto per quella scelta e il nostro sistema sanitario è via via cresciuto fornendo risposte adeguate alle esigenze della popolazione sammarinese. Ma non solo, il nostro Ospedale era meta di molti italiani, e non solo del circondario, che, evidentemente, cercavano sicurezza e qualità.

Poi, da quando la Sanità è stata sottratta alla guida di primari e direttori dei vari reparti e specialità e la politica ha cominciato ad ingerire pesantemente, adottando modelli organizzativi mutuati da realtà completamente diverse da San Marino, burocratizzando in modo esasperato tutto, anche le cose più semplici che prima risultavano facili, il sistema ha imboccato l’asse inclinato che ha portato la situazione allo stato attuale.

Nonostante l’abnegazione, la gentilezza e la professionalità dimostrata dal personale medico e paramedico, che spesso getta il cuore oltre l’ostacolo, è chiaro che le esigenze della popolazione non sono soddisfatte a dovere. Lunghe code nelle farmacie e negli ambulatori; la quasi impossibilità di avere con il medico un rapporto diretto e costante; i tempi per avere anche solo una risposta nei centralini preposti; le richieste dei direttori UOC regolarmente disattese; le “cacce” all’uomo scatenate all’interno del sistema a livello politico; sono tutte cose che intralciano enormemente la vita e l’organizzazione della Sanità e che potrebbero essere facilmente evitabili con volontà, buon senso e una organizzazione meno burocratica.

Discorso a parte va poi fatto relativamente alla fuga di Medici dal nostro Ospedale. Quante volte si è parlato e quante volte si è scritto. Ebbene, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri il 13 ottobre scorso è tornato sull’argomento e in 15 righe ha spiegato i motivi del fenomeno che – dicono – è destinato a divenire estremamente grave nei prossimi 10 anni. E vengono individuate alcune cause principali, tra le quali: la disparità di trattamento fra medici sammarinesi e italiani che genera una evidente mancanza di appetibilità del nostro Ospedale; i bassi importi delle pensioni di anzianità  e – come viene rilevato nel comunicato – unico caso in Italia e in Europa, e già questo dovrebbe fare riflettere, la preclusione al medico sammarinese di esercitare la professione una volta raggiunta la pensione, pena la perdita della pensione stessa. E su questa tematica non posso fare a meno di ricordare la battaglia che in questo senso ha combattuto Oliviero Soragni, scomparso recentemente, il quale, dopo aver creato il reparto di Ortopedia e averlo guidato nel nostro Ospedale per 26 anni, giunto all’età pensionabile è stato frettolosamente liquidato e siccome era un medico capace di esercitare la libera professione, gli è stata a San Marino negata la pensione.

Ecco, queste sono le criticità segnalate dall’Ordine dei Medici, cioè dagli addetti ai lavori: che cosa si aspetta ad affrontarle e risolverle, se non si vuole che si determini a breve la mancanza cronica di personale, con tutte le conseguenze del caso?

Arrivano direttori generali dell’ISS a ripetizione, nessuno risolve un fico, poi se ne vanno profumatamente pagati e ai sammarinesi rimangono tutti i problemi sul groppone. E se invece di pensare al nuovo Ospedale, alla medicina robotica e nucleare si pensasse a risolvere i problemi sopra elencati, non sarebbe meglio?

Insomma, le cose non vanno, non funzionano nella nostra Sanità; le responsabilità vengono da lontano, ma è innegabile che in quest’ultimo periodo la situazione sia precipitata e prima di cercare capri espiatori qua e là, che se ci sono vanno individuati, quel che è certo è che  esistono responsabilità politiche grandi come una casa. Sarebbe ora di dirlo a chiare lettere, perché capisco gli equilibri politici, ma l’equilibrismo non può essere esercitato all’infinito, fino al punto di sacrificare l’efficienza del sistema sanitario sammarinese, bene primario per ogni cittadino. A meno che non vi sia davvero il sempre meno escludibile obiettivo occulto di fare saltare per aria la sanità pubblica per far posto alla sanità privata.

Così il convento (popolo) diventerebbe più povero, mentre i frati (affaristi) diventerebbero ricchi. Anzi, sempre più ricchi!

Augusto Casali