Riceviamo e pubblichiamo
Siamo tutti quanti in casa, salvo uscire per cibo per le persone e anche per gli animali, e per ritirare medicinali.
Di tempo ne abbiamo tanto, così guardiamo la televisione, ascoltiamo la radio, navighiamo su internet e ne leggiamo e sentiamo di tutti i colori. La sensazione è che il virus abbia stordito gli uomini che guidano le nazioni i quali sembrano smarriti e prendono decisioni a volte contradditorie, o comunque poco chiare nella loro interpretazione.
Anche gli scienziati non sono sempre univoci nei loro giudizi. Così un giorno si sbeffeggiano medicinali usati, sembra, con discreti risultati e il giorno dopo si annuncia la loro sperimentazione; un ministro specifica che un genitore può fare passeggiare i bambini, un altro dice che mai il governo ha preso una decisione simile. Si emanano ordinanze a ripetizione, con rimandi a leggi, decreti e codicilli che le rendono di davvero difficile interpretazione.
E non si può neppure dire che sono stati presi di sorpresa, quello che stava succedendo in Cina era abbastanza chiaro, anche per la gente comune ma di certo lo era almeno per le Intelligence dei vari Paesi. Eppure tutti, nessuno escluso, dapprima hanno sottovalutato la portata del fenomeno e poi hanno tentennato con le misure drastiche di distanziamento sociale chiudendo gli aeroporti quando ormai molti buoi erano già usciti dalle stalle.
Così ci ritroviamo a rincorrere il virus, a stare chiusi in casa da circa un mese e chissà quando potremo uscire e tornare alla normalità. Normalità si fa poi per dire, perché occorrerà del tempo per tornare ai ritmi ante virus, infatti si è verificato un corto circuito dovuto alla contemporanea crisi della domanda e dell’offerta, il cui recupero non potrà che essere graduale.
Pensiamo alle attività dei professionisti, legate alle fortune degli altri svariati settori della società che se non funzionano bloccano inevitabilmente le attività professionali. Pensiamo al commercio ed in particolare al commercio turistico che dipende non solo da fattori interni ma anche e soprattutto dalle condizioni in cui si trovano e si troveranno tra qualche mese gli altri stati. Quanto tempo ci vorrà per tornare ai livelli di turismo degli ultimi anni, che pure si erano abbassati enormemente rispetto al passato? Molti commercianti si erano preparati per la stagione, hanno acquistato merce, pagato affitti e la prospettiva che hanno oggi di fronte è una stagione presumibilmente spazzata via dal corona virus e comunque una famiglia sulle spalle da mantenere.
A San Marino le cose sono andate più o meno come nella vicina Italia e probabilmente non poteva essere diversamente, le strade seguite penso sostanzialmente siano state obbligate, ma rispetto al Governo dei nostri vicini di casa, che comunque ha deliberato di mettere in campo risorse economiche che, anche se ancora insufficienti, dimostrano almeno una certa attenzione e sostegno generalizzato, nel nostro Paese tutto questo non sta succedendo. La cosa è molto preoccupante e l’OSLA lo ha rilevato a viva voce invocando interventi rapidi per scongiurare il pericolo della “desertificazione economica”.
Ma davvero a San Marino c’è qualcuno che pensa di affrontare la crisi economica prodotta dal corona virus abbassando stipendi e pensioni? La crisi economica del 2008 già aveva lasciato in eredità una notevole diminuzione della capacità di spesa dei sammarinesi, se ci sarà un’altra stretta le difficoltà dell’economia interna si acuirà in modo veramente grave producendo effetti deleteri su molte famiglie.
Le soluzioni non sono semplici, lo sappiamo tutti, ma sono da ricercare nella politica e nell’azione diplomatica, che però devono essere energiche e tempestive. Occorre mettere in campo le risorse disponibili per fare fronte all’immediato e poi San Marino, Stato rappresentato in tutti gli organismi internazionali, attraverso una concreta azione di politica estera a vocazione economica, deve cercare di coinvolgere paesi amici, a cominciare dalla vicina Italia, disposti ad aiutare il nostro popolo in questo difficile frangente, così come è avvenuto altre volte nella storia millenaria della nostra Repubblica ed instaurare con essi solidi legami di collaborazione per gli anni a venire.
Augusto Casali