Riceviamo e pubblichiamo

Lentamente le varie attività economiche sammarinesi stanno riprendendo a vivere, in modo ancora graduale, tenue, ma qualcosa si sta muovendo in senso positivo e si spera che nelle prossime settimane si compiano altri passi decisivi verso la normalità. In questo modo i sammarinesi non saranno più costretti a rimanere inermi a casa e gradualmente il Paese tornerà a recuperare i ritmi che gli sono stati propri fino a due mesi e mezzo fa.
Certo, i danni prodotti ad ogni livello ed in ogni settore, purtroppo rimarranno e probabilmente tra qualche mese ce ne renderemo conto in modo ancor più evidente.
Occorrerebbe un piano generale di sostegno alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori, invece sembra che si brancoli nel buio. Il Governo ha abbozzato qualche provvedimento ma insufficiente per fare fronte alla pesantissima situazione venutasi a creare; inoltre i provvedimenti assunti sono poco chiari, macchinosi e permeati di burocrazia, per cui a tutt’oggi non so in quanti ne possano avere beneficiato.
Ma tra le altre, c’è una categoria di lavoratori autonomi per i quali la ripresa sarà ancora più difficile e lunga: I commercianti, gli albergatori e i ristoratori del centro storico, cioè coloro i quali vivono esclusivamente di turismo. Prima che riparta la così detta stagione turistica occorrerà attendere che la mobilità tra regione e regione italiana sia pienamente ripristinata e che gli aeroporti siano nuovamente operativi tra nazione e nazione, in Europa e nel mondo. Quindi dovrà passare ancora del tempo e, purtroppo, anche quando questo avverrà, non credo che l’Italia e San Marino possano tornare ad essere da subito mete particolarmente ambite; e comunque quanto già perso dai commercianti non potrà di certo essere recuperato nei soli mesi di agosto e settembre, nella migliore delle ipotesi.
Quindi il settore turistico va aiutato adesso e in modo consistente, altrimenti in molti saranno costretti a portare i libri in tribunale perché non ce la faranno più e la schiera dei disoccupati sarà destinata ad aumentare notevolmente. Il turismo, che pure ha conosciuto un forte declino in questi ultimi vent’anni, perdendo circa il 40% di visitatori nel colpevole silenzio di governi e dirigenze di associazioni di categoria che si sono succeduti, ancora oggi valeva il 19% di PIL e il 31% di occupati; se fossi un governante ci penserei bene prima di disperdere questa potenzialità economica del nostro Paese.
Conosco perfettamente la condizione finanziaria attuale di San Marino e so che la coperta è corta, ma proprio per questo occorre muoversi rapidamente nella ricerca di aiuti internazionali, senza perdersi in troppi sofismi inutili e con poca puzza sotto al naso, perché per risolvere i problemi del turismo sammarinese non è certamente sufficiente un concorso fotografico, anche se patriotico o un filmino con le bandiere al vento; sono passati ormai tre mesi dall’inizio del Coronavirus e ai commercianti occorrono fatti e non chiacchiere che lasciano le cose esattamente come stanno.
Per salvare il turismo sammarinese ci sono idee in giro? Cosa si intende fare di concreto, perché fino ad oggi ancora non si è capito. Mi auguro che il Governo trovi alla svelta una strada da seguire con determinazione e nel frattempo sarebbe opportuno sospendere fino al 31/12/2020 i pagamenti di tasse e bollette e di garantire l’accesso a nuovi crediti a bassi tassi di interesse e a lungo termine, presso le banche sammarinesi abolendo la burocrazia ridondante prevista oggi per accedervi. Insomma cose semplici, concrete e realizzabili, che sarebbero però segnali importanti per i commercianti di vicinanza dello Stato e di speranza per loro, per le loro famiglie, per l’indotto e per l’economia dell’intero Paese.