L’ASTROLABIO – “Per non dimenticare” … di Augusto Casali

Per meglio capire i fatti i fatti di oggi occorre a volte anche guardarsi indietro. Eravamo a cavallo tra la fine dell’anno 2014 e l’inizio del 2015. Come un fulmine a ciel sereno il sito di notizie on line “GiornaleSM” dava notizia, corredata di video e di sonoro, di una riunione in pizzeria tra un gruppetto di Socialisti “debiagiani” con il Sig. Carrirolo, nel periodo delle Elezioni politiche del 2012.

Il tema della chiacchierata era la tentata compra/vendita di voti. Il signor Carrirolo affermava di averne a disposizione circa un centinaio, in cambio dei quali chiedeva però il Consolato di San Marino in Libia. 

Di quel gruppetto di persone, di cui faceva parte anche Simone Celli, divenuto poi Segretario del ricostituito Partito Socialista senza ulteriori aggettivi, voluto soprattutto dall’allora Nuovo Partito Socialista, di cui ero segretario: mi dimisi da membro del Governo una volta appurato che le trame di DC, PSD e AP, tendevano ad escludere il costituendo Partito Socialista frutto dell’incontro tra Nuovo Partito Socialista e Partito Socialista Riformista Sammarinese, guidato da Paride Aandreoli.

Tornando a quanto successo in pizzeria c’è da ricordare che i politici presenti capirono subito che garantire il consolato in Libia sarebbe stato particolarmente complicato perché non sarebbe dipeso ovviamente solo da loro. E allora, uno dei personaggi presenti, rivolgendosi a Carrirolo, disse che egli poteva chiedere fino a cento Euro a voto, in pratica 10.000 Euro, però avrebbe dovuto seguire uno schema preciso perché facevano un lavoro “scientifico”, e ripetè più volte i numeri da votare, 15-20-37. Poi arrivò la pizza, il discorso si concluse e  il “capo” tagliò il discorso con un imperativo: “Ci penso io!”.

La pubblicazione del contenuto di quel video fece scalpore ovviamente, ma nel Partito Socialista, di cui in quel periodo ero Presidente, cadde un assordante silenzio. Nessuno si fece vivo, neppure una telefonata. Dopo alcuni lunghi interminabili giorni, dopo che la stampa si sbizzarrì a scrivere di tutto a discapito dell’immagine del Partito Socialista, finalmente raggiungemmo l’intesa di convocare gli organismi del Partito.

Il clima era molto teso la sera della riunione e il segretario fece una lunga relazione sull’accaduto, ma anziché fornire delle plausibili giustificazione, parlarono di una goliardata, lui e gli altri “soci”, il numero 15, il numero, 20 e il numero 37, si lamentarono per il fatto che il Presidente, cioè io, non avevo espresso loro alcuna solidarietà.

Seguirono pochissimi e scialbi interventi fatti con lo stampino e per il resto fu uno spettacolo preparato e desolante. Io chiusi la riunione dicendo che avrei avuto molte cose da dire, ma per rispetto dell’atto compiuto dal Segretario rimandavo ad altro momento. Attesi qualche giorno e il 12 gennaio 2015 inviai una lettera ai Membri del Comitato di Direzione con la quale annunciavo le mie dimissioni da Presidente del Partito Socialista.

Tra le altre cose scrivevo: “… le lezioni del recente passato non sono servite, il Partito Socialista senza aggettivi si è rivelato deludente e il tempo, passato per tutti, pare non avere insegnato niente. Sono rimasto negativamente colpito da quanto è stato reso pubblico ed ho potuto vedere in questi ultimi tempi su varie testate giornalistiche, riguardante alcuni esponenti del P.S., colti a svolgere attività elettorali davvero poco edificanti. E ancor più imbarazzo mi hanno procurato le giustificazioni addotte dai giovani protagonisti che, pensare, avrebbero dovuto rappresentare in qualche modo le nostre speranze future.

Ho riflettuto molto prima di assumere decisioni per me molto dolorose, ma così come in passato ho rifiutato un certo modo di fare politica, oggi non posso fare a meno di prendere atto che il Partito Socialista senza aggettivi che avevo sognato non è purtroppo quello che presiedo.”

Inutile dire che nel Partito Socialista ancora una volta scelsero di seguire le persone che poi si sarebbero rivelate sbagliate. Sta di fatto che i quattro politici protagonisti del video Carrirolo, incredibilmente, fecero un esposto in Tribunale, loro che erano gli attori in prima persona. Strano, no?

Il Tribunale apre un fascicolo che viene affidato casualmente al Commissario della legge Alberto Buriani, lo stesso salito agli onori della cronaca grazie alla Relazione finale della Commissione Consiliare d’Inchiesta che si è espressa all’unanimità nei giorni scorsi in merito a Banca CIS e sui suoi comportamenti infedeli rispetto al ruolo super partes del giudice.

Per settimane e settimane Celli frequenta i corridoi del Tribunale poi, mi sembra poco prima dell’estate 2015, Buriani incredibilmente archivia la pratica con motivazioni che a me sono sembrate subito veramente deboli rispetto a quanto prevede la legge. Infatti l’art. 394 del codice penale prevede la sanzione nei confronti di coloro che si attivano per porre in essere il così detto voto di scambio. Ma si sa, le sentenze vanno rispettate, al massimo possono essere commentate.

Di lì a pochi mesi Celli si dimette dal Partito Socialista, diviene protagonista della nascita di SSD che partecipa alla Coalizione Adesso.sm vincendo le elezioni. Nel dicembre 2016 viene nominato Segretario di Stato per le Finanze. Il suo comportamento davvero poco edificante da membro del Governo è stato poi ben definito nella Relazione Finale della Commissione d’Inchiesta, che lo ha relegato al ruolo di pedina manovrata dal giudice che lo ha archiviato, il quale a sua volta era funzionale ad una parte ben definita del potere finanziario.

Oggi, alla luce degli accadimenti, quei fatti ormai lontani nel tempo, concatenati l’uno all’altro,  assumono un preciso e chiaro significato, che mi auguro possa insegnare almeno qualcosa per il futuro. Anche se ho qualche dubbio, perché i sammarinesi hanno dimostrato spesso di avere la memoria davvero corta, soprattutto i Socialisti, i quali se non avessero scelto a più riprese i dirigenti poi rivelatisi sbagliati non si sarebbero ridotti così come sono oggi: ai minimi termini! 

Augusto Casali