
Tutti siamo ben consci delle difficoltà che il nostro sistema economico sta attraversando da almeno una decina di anni, peraltro appesantitesi per l’avvento del Covid – 19 che non solo ha procurato gravi danni sanitari ovunque ma ha determinato un vero e proprio terremoto anche sul piano economico.
Le chiusure parziali, le chiusure totali, i coprifuoco, i divieti di mobilità, che già avevano danneggiato gran parte delle attività imprenditoriali durante la primavera, rischiano di essere devastanti oggi, alla vigilia del Natale, con l’avvento della seconda ondata di Corona-virus.
San Marino non ha fatto e non fa eccezione, purtroppo il settore del turismo, che a San Marino valeva circa il 19% del PIL, è praticamente crollato e i due/tre mesi estivi non sono certamente stati sufficienti a salvare una stagione naufragata di fronte all’epidemia. Tanto per rendere l’idea si pensi a quale fatturato possano avere realizzato le aziende turistiche delle zone P.le Calcigni e Stazione, le quali basano la loro attività sull’arrivo di turisti in pullmans, quando negli ultimi 10 mesi gli autobus giunti a San Marino si contano sulle dita delle mani.
Ma in generale i più penalizzati sono risultati tutti i lavoratori autonomi che, tra l’altro, a differenza di altri paesi, non hanno potuto usufruire di veri aiuti, né di defiscalizzazioni e che senza lavorare, perché impostogli per ragioni di interesse generale, sono gli unici a sopportare, assieme alle loro famiglie, il peso dei mancati incassi.
Chiaramente questo stato di cose si ripercuote pesantemente sulla capacità di spesa delle famiglie più colpite e conseguentemente sull’intera economia sammarinese che si va impoverendo anno dopo anno. C’è bisogno di liquidità che, a quanto pare, invece scarseggia e le notizie giunteci in questi giorni da fonti governative non possono che destare allarme e preoccupazione.
L’operazione tesa a piazzare i “Titano Bond” sul mercato sembra aver avuto una sostanziale battuta d’arresto almeno per quest’anno. Ora si punta su di un prestito ponte di 150 milioni di Euro in attesa dei 500 milioni che dovrebbero arrivare l’anno prossimo, se tutto va bene. Ma non è dato di sapere chi saranno i finanziatori e a quali condizioni. E se per caso anche l’anno prossimo non dovesse “andare bene”, che cosa succederà? Non oso pensarlo, perché allora non sarebbero in braghe di tela “solo” i lavoratori autonomi, ma lo sarebbero anche impiegati statali, parastatali e pensionati.
Quindi auguriamoci che vada tutto per il meglio, ma la politica estera di questo nostro Paese che fine ha fatto? La crisi economica sta durando da anni e forse già da tempo ci si sarebbe dovuti premunire di fronte al pericolo dell’arrivo delle vacche magre!
Impostare una efficace politica estera a vocazione economica sarebbe stato lungimirante, possibile e direi doveroso, soprattutto, come pare, se il rapporto con la vicina Italia continua ad avere problemi tali da non risultare quest’ultima interlocutore primario in questo particolare momento, di fronte alle esigenze del nostro Paese. Se ciò fosse avvenuto, oggi i sammarinesi avrebbero di certo meno problemi.
Ma, come si dice, non è mai troppo tardi e si può sempre cominciare. La nostra Repubblica è presente in tutti gli organismi internazionali e preparando adeguatamente il terreno sul piano diplomatico non dovrebbe essere impossibile godere del rapporto di collaborazione con qualche grande nazione. D’altronde la politica estera, usata sapientemente, è sempre stata l’arma più efficace per il nostro piccolo Stato e spesso, nel corso della storia, ci ha fatto incontrare amici che al momento opportuno ci hanno aiutato. Perchè non dovrebbe essere così anche questa volta?!
Augusto Casali