
Riceviamo e pubblichiamo
Cercando di informarmi sulle vicende sammarinesi, al fine di mantenermi un po’ informato, mi è capitato di apprendere la notizia della celebrazione del Congresso lampo di SSD, ne ho letto qualche succinta notizia e soprattutto ho guardato con attenzione la mozione finale.
Ora, considerando come questa giovane aggregazione si è formata e senza scendere nei dettagli, che pure sono interessanti, a pensarci bene forse non si poteva pretendere di più di ciò che è stato espresso. D’altronde questa formazione nasce alla vigilia delle ultime elezioni in funzione di una evidente operazione di potere ben riuscita, grazie anche alla dabbenaggine dei partiti tradizionali, che ha visto nel giro di brevissimo tempo uscire dal PSS alcuni suoi esponenti e senza percorsi politici apprezzabili, la successiva confluenza di parte del PSD e di Sinistra Unita nel nuovo soggetto che per accontentare tutte le componenti della variopinta compagnia si è denominato Sinistra (Sinistra Unita) Socialista (fuori usciti PSS) Democratica (fuori usciti PSD).
Essendo però che questa formazione è al governo del nostro Paese da due anni, nella mozione finale del suo secondo Congresso era forse lecito pensare che esprimesse una maggiore consapevolezza, invece personalmente ho trovato ben poche idee, e per di più ben confuse.
Si legge che “la prima fase che ha caratterizzato l’azione della maggioranza di Governo si sta progressivamente chiudendo dando avvio a nuovi processi, ancor più complessi e ancor più importanti.” E che cosa sarebbe successo in questa prima fase che si sta chiudendo? A me pare che sia successo poco e niente e che nessuno dei problemi con cui devono misurarsi i sammarinesi sia stato risolto. Il potere di acquisto dei cittadini sammarinesi è cresciuto? Il sistema bancario si è rafforzato? Il nostro debito pubblico è diminuito? Il turismo non è più in crisi? Niente di tutto questo! E allora, con queste premesse quali potranno mai essere i nuovi processi ancor più complessi e ancor più importanti in cui la maggioranza dovrebbe trascinare il Paese se non solo vuoti slogan?
Leggo ancora: “Fino a ieri si è dovuto lavorare alacremente per destrutturare poteri che da decenni si erano radicati, ma che avevano anche dimostrato la loro inadeguatezza nell’individuare la via d’uscita dalla crisi economica e sociale che attanaglia il Paese e tra l’altro con evidenti responsabilità nell’averla provocata:” A parte il fatto che a me pare che i poteri determinanti a San Marino siano sempre gli stessi che semplicemente si adeguano alle nuove situazioni, e ai quali si è semmai recentemente aggiunta una lobby straniera che ha trovato in questi anni a San Marino terreno diciamo “confuortevole”, dopo questa alacre opera destrutturante risulta a qualcuno che il nostro Paese abbia trovato vie d’uscita dalla crisi economica che lo attanaglia? A me non pare proprio. Ne sarei ben lieto, così i sammarinesi non rischierebbero di vedere taglieggiati nei prossimi mesi stipendi e pensioni, ma purtroppo non è così e chi sostiene questo fa solo chiacchiere.
Ho preso atto del fatto che SSD vuole eliminare la burocrazia, ma fino ad ora non lo ha fatto; vuole a tutti i costi un accordo di associazione con l’U.E., di cui però nessuno sa nulla ed in particolare nulla viene fatto sapere ai cittadini sammarinesi; vuole l’introduzione dell’IVA, che per inciso è un’ulteriore tassa che graverà sui cittadini e che farà il paio con una bella riforma delle imposte indirette, tanto caldamente auspicata nella mozione conclusiva.
Infine poi un richiamo in stile vecchia politica a quel poco che rimane a sinistra nel nome del riformismo, tanto per vedere se si riesce a rosicchiare qualcos’altro che potrebbe essere utile per le prossime elezioni.
Sinceramente è un po’ poco quel che è emerso dall’Assise del primo partito della Coalizione “Adesso.sm”, che grazie ad una legge elettorale ormai obsoleta governa la nostra Repubblica pur essendo la minoranza del Paese.
Non c’è proposta e non c’è progetto, mentre San Marino sta principalmente correndo due rischi: L’impoverimento dei suoi cittadini e la perdita della propria sovranità, architrave sulla quale si dovrebbe ricostruire il futuro della nostra Comunità. Ma di tutto questo nessuno pare accorgersene.
Eh sì, se le cose vanno come vanno nel nostro Paese in effetti una ragione c’è. E si vede anche!
Augusto Casali