L’ASTROLABIO – “Relazione D.I.A./San Marino” … di Augusto Casali

Era il 28 settembre 2011, quando il Consiglio Grande e Generale approvava all’unanimità la legge istitutiva della così detta “Commissione Antimafia”. Era la conclusione di un processo partito da lontano, quando al Congresso di Stato proposi di commissionare al Magistrato Dirigente una relazione sui fenomeni malavitosi organizzati e non, nella Repubblica di San Marino.

Ricordo che avendo avuto rapporti per ragioni d’ufficio con esponenti della DIA, dei responsabili della Fondazione Caponnetto e dell’ex Procuratore Nazionale Italiano Antimafia, Dott. Piero Luigi Vigna, avevo capito che San Marino stava correndo dei rischi, in quanto non aveva sviluppato l’organizzazione e quindi gli anticorpi, per fronteggiare eventuali infiltrazioni organiche nel nostro Paese.

Inoltre, questa eventualità, non mi sembrava così remota in quanto, nella mia veste di Segretario di Stato alla Giustizia, ebbi modo di vedere alcuni rapporti di poliziotti e gendarmi che negli anni segnalavano fenomeni che a mio avviso avrebbero dovuto essere seriamente valutati e che invece sono caduti nel dimenticatoio.

Quando in Congresso di Stato trattai di questo imbarazzante tema, alcuni, quelli che apparentemente si spacciano sempre per essere i “duri e puri”, faticavano a nascondere un sorrisino sarcastico. Altri invece ascoltavano con interesse e chi di fatto tagliò la testa al toro fu un Segretario di Stato veramente insospettabile.

Così il Congresso di Stato incaricò il Magistrato Dirigente del Tribunale di redigere una accurata relazione. Per la prima volta, dunque, si parlava pubblicamente di infiltrazioni malavitose, di mafia e non su sollecitazione delle forze di polizia o del Tribunale, o per accadimenti clamorosi, ma bensì per volontà della tanto vituperata politica.

Dopo un lungo periodo la relazione approdò sul mio tavolo e il Congresso di Stato decise che il sottoscritto dovesse riferire in Consiglio Grande e Generale ma senza consegnare a tutti i Consiglieri la Relazione come invece avrei voluto fare io. L’esito, come detto sopra, fu ottimo e l’istituzione della Commissione Antimafia passò all’unanimità.

Ogni tanto leggo notizia della convocazione della suddetta Commissione e recentemente avrebbe prodotto un riferimento riservato relativo alla “ricomparsa di attività sospette”. Così come ho letto che nella relazione semestrale della DIA sarebbe spuntato “un conto sammarinese”. Io non so con esattezza che cosa nel tempo la Commissione ha prodotto, che cosa abbia scritto, se ha avanzato proposte specifiche. So però che la criminalità organizzata elabora strategie e azioni sempre più sofisticate e non mi pare che a tutt’oggi sia stato fatto nulla rispetto a quanto proposto a suo tempo.

Infatti, oltre alla Commissione Antimafia, ai capi gruppo delle varie forze politiche era stato presentato un pacchetto di proposte di legge comprendente l’istituzione di un nucleo antimafia dimensionato al nostro territorio, composto di professionisti in grado di rapportarsi con i professionisti di altre nazioni, in particolare italiani.

Il pacchetto, inoltre, prevedeva l’istituzione di una struttura minima di professionisti dei servizi segreti, i quali, maneggiando correttamente le informazioni avrebbero dovuto rapportarsi con i colleghi di altri stati. E mentre la Polizia Giudiziaria ha l’obbligo di riferire al Tribunale, i Servizi hanno come interlocutori primari le Autorità politico-istituzionali. Ovviamente, una struttura di questo tipo, che fosse in grado di svolgere una istruttoria preventiva su coloro i quali vogliono investire a San Marino, avrebbe risolto alla radice buona parte dei problemi con i quali il nostro Paese ha avuto a che fare da decenni.

Purtroppo però, qualcuno deve essersi spaventato, e l’entusiasmo che portò alla unanimità del Consiglio Grande e Generale nell’approvazione della Commissione Antimafia, si spense alla svelta. Alcune forze di maggioranza che si erano impegnate fino a quel momento rallentarono i lavori in corso in modo sospetto. Questo ed altri aspetti più politici mi suggerirono di lasciare il Governo, anche se stavo lavorando per un incontro che avrei dovuto svolgere a Roma, presenti il Capo della Polizia Antonio Manganelli e l’ex Procuratore Nazionale Antimafia Piero Luigi Vigna, con i quali, separatamente, avevo instaurato un rapporto di fiducia e rispetto reciproci che avrebbero potuto portare molti benefici a San Marino sul piano della sicurezza rispetto alle infiltrazioni della criminalità organizzata.

Il 16 luglio 2012 rassegnai nelle mani degli Eccellentissimi Capitani Reggenti le mie dimissioni da Membro del Governo e purtroppo il 28 settembre 2012 venne a mancare Piero Luigi Vigna e sei mesi più tardi morì il Capo della Polizia Italiana, Antonio Manganelli, dopo una lunga malattia. In otto mesi fu azzerato tutto il lavoro svolto precedentemente, altrimenti penso che molte cose in questi anni sarebbero andate diversamente a San Marino.

Quindi non mi meraviglio che siano “ricomparse attività sospette”, secondo quanto affermato dal Presidente della Commissione Antimafia, oppure che nella relazione semestrale della DIA spunti “un conto sammarinese”, perché purtroppo in questi anni è stato fatto ben poco, per non dire niente, rispetto a quanto prospettato a suo tempo. Invece San Marino, per la sua piccolezza e la sua potenziale esposizione alla criminalità in generale, dovrebbe premunirsi adeguatamente, fornendo alle Forze dell’Ordine già esistenti, tra le quali esistono figure particolarmente portate all’indagine, nuove opportunità di crescita professionale, attraverso la collaborazione con professionisti del settore, e, ai singoli cittadini sammarinesi, maggiore diffusa sicurezza. D’altronde, se ci sono stati sconfinamenti della criminalità organizzata nel nostro Paese, fortunatamente a quel che si sa di figure di secondo piano, è perché evidentemente all’interno vi sono i così detti “spalloni” che ne agevolano l’ingresso.

Quindi essere previdenti non è mai sbagliato!

Augusto Casali