
Riceviamo e pubblichiamo
Dopo una breve parentesi funzionale alla caduta del Governo, in cui incredibilmente tutte le forze politiche hanno dato vita a posizioni consociative, sia quelle che erano favorevoli alla caduta del Governo, sia quelle che erano contrarie, ecco che si riapre lo scontro frontale tra forze di maggioranza e forze di opposizione sulla Giustizia.
A fronte di decisioni assunte unilateralmente dal Giudice Caprioli, la polemica si è fortemente riaccesa. Del resto, il rinvio di quello che da tutti è stato indicato come il processo più importante di San Marino, meglio conosciuto come “Conto Mazzini”, poichè senza la presa d’atto dell’esito dei concorsi per due Giudici d’Appello pare non sia possibile andare avanti, non è cosa da poco.
Le accuse incrociate usano praticamente questo fatto e quindi gli stessi accadimenti, per argomentare tesi però diametralmente opposte: da una parte si grida all’ostruzionismo e dall’altra al ricatto, e ambo le parti si accusano reciprocamente di voler mettere le mani sulla Giustizia.
Ora, è pur vero che tutta la vicenda risente di pesanti situazioni pregresse, come il forzato allontanamento del precedente Magistrato Dirigente; la guerra interna al Tribunale; lo scambio di denunce tra giudici; la cronica debolezza della politica che anziché pretendere una Giustizia irreprensibile si accontenta di tifare per gli uni o per gli altri anche a scopo tattico.
Ma così facendo i cittadini capiscono ben poco di ciò che sta accadendo in un settore fondamentale per la vita democratica di un Paese già in forte difficoltà. La situazione è così intricata che davvero fa sorgere dubbi angoscianti: E’ la politica che strumentalizza i giudici o sono i giudici a strumentalizzare la politica? E’ normale che ognuno viaggi per conto proprio o sarebbe necessario che tutti seguissero la direttrice intrapresa dalla “nave San Marino”? Questo stato di cose aumenta la credibilità del nostro Tribunale o la affievolisce?
Personalmente l’ho detto e scritto anche tempo addietro: penso che a San Marino ci siano troppe repubbliche nella Repubblica; che ci sia una malintesa concezione dell’autonomia che non dovrebbe mai andare oltre lo svolgimento delle proprie funzioni previste dalle leggi, come in vece spesso accade anche per mancanza della politica che fatica a trovare timonieri che sappiano condurre verso porti certi e sicuri.
Mancano due mesi alle Elezioni Politiche per il rinnovo del Consiglio Grande e Generale, si sentono molti sussurri rispetto a coalizioni possibili; in molti si sentono e si dicono pronti ad assumersi responsabilità di Governo e gli incontri più o meno segreti pullulano. Nessuno però, dico nessuno, dice con esattezza che cosa pensa di proporre ai cittadini per garantire a tutti un Tribunale terzo, asettico, libero, quale baluardo della democrazia.
Perché? Perché’ nessuno ne parla?
Attenzione! Mi sbaglierò, ma la cosa di per sé mi pare già un indicatore, anche se preoccupante!
Augusto Casali