Siamo di fronte all’ennesimo episodio che dimostra come i rapporti tra San Marino e Italia, nonostante incontri, pasticcini, pacche sulle spalle e foto ricordo tra rappresentanti dei due Paesi, stiano praticamente a zero o poco più.
La questione targhe rimane insoluta da anni, quando, almeno in passato, sarebbe bastata una telefonata a Roma per fissare un incontro, magari fatto in sordina, senza che nessuno sapesse nulla, per risolvere il problema per le aziende italiane che operano a San Marino e necessitano di utilizzare mezzi di proprietà immatricolati nel Paese in cui risiede l’azienda stessa. Tralasciando tutto il resto, sarebbe stato semplicissimo e di buon senso, raggiungere un accordo attraverso il quale un ufficio competente della Repubblica di San Marino garantisse la proprietà da parte dell’azienda che risiede nel nostro Paese del mezzo ivi immatricolato.
Ma questo non è avvenuto e non avviene. Perché? Probabilmente perché mancano quei livelli minimi di fiducia che invece hanno caratterizzato il rapporto Italia/San Marino nel passato.
Ora ci risiamo con il “Green Pass”, che in Italia viene rilasciato, per accedere a ristoranti, palestre, teatri, concerti ecc., a tutti coloro i quali hanno completato il ciclo vaccinale o comunque sono guariti dal Covid contratto.
Senonchè sorge il problema San Marino, Repubblica indipendente ubicata geograficamente nel cuore dell’Italia e dalla medesima completamente circondata. A San Marino la gran parte dei cittadini è stato vaccinato con Sputnik V. Perché è stato usato questo vaccino? Semplicemente perché il Memorandum firmato tra il Ministro Italiano della Salute, On. Speranza, e il Segretario di Stato alla Sanità di San Marino, On. Ciavatta, che prevedeva l’umiliante clausola dell’invio a San Marino di una dose ogni 1.700 giunte in Italia, è stato ampiamente disatteso per almeno due mesi dall’arrivo dei vaccini in Italia.
Il Governo di San Marino, di fronte ai pericoli sanitari in essere (il nostro Paese aveva fatto registrare un’alta percentuale di decessi) ha chiesto aiuto al Fondo Sovrano Russo e fortunatamente l’aiuto è prontamente arrivato e la nostra Repubblica, grazie all’uso dello Sputnik ha risolto il pesante problema salvando letteralmente la sua popolazione dal rischio di ospedalizzazione, di ricovero in terapia intensiva e di morte. Se non avesse agito così, probabilmente saremmo ancora fermi alla speranza vana riposta nel Memorandum Ciavatta/Speranza.
L’EMA, l’Ente Europea espressamente indicata però, probabilmente per ragioni più geopolitiche che sanitarie, ancora oggi non ha riconosciuto il vaccino Sputnik, adottato in almeno una quarantina di paesi con ottimi risultati.
Gli stessi medici e ricercatori dell’Ospedale italiano “Spallanzani” sono stati a San Marino per studiare il vaccino Sputnik ed hanno concluso che si tratta quantomeno di un vaccino efficace e sicuro come gli altri ammessi dall’EMA, ma quest’ultima si guarda bene dall’approvarlo. Ed allora ecco che sorge il problema: l’Italia, ormai Europadipendente, non vede e non sente, e rimane ancorata alle decisioni dell’EMA. Così, non essendo il vaccino Sputnik V ancora approvato non fa rientrare i sammarinesi vaccinati con il medesimo tra coloro i quali possono beneficiare del “Green Pass”; così dicasi degli italiani residenti a San Marino, dei lavoratori italiani che lavorano nel nostro Paese, cioè tutti coloro i quali a San Marino si sono voluti vaccinare con lo Sputnik V.
Una situazione paradossale che le nostre Autorità non dovrebbero lasciare cadere nel vuoto, soprattutto rispetto alle ultime decisioni assunte dall’Italia, pericolosamente sbandierate da taluni come una vittoria, che di fatto esenta i sammarinesi dal “Green Pass” fino al 15 ottobre nelle more della Circolare Ministeriale, “che definisce modalità di vaccinazione in coerenza con le indicazioni dell’Agenzia europea per i medicinali.” La qualcosa, se ho capito bene, significa che o l’EMA entro il 15 ottobre riconosce il vaccino Sputnik V, oppure, per accedere al “Green Pass” italiano o comunque essere esentati, occorrerà uniformarsi alle indicazioni dell’Agenzia europea per i medicinali. In pratica l’Italia con la suddetta circolare ministeriale va a disciplinare le norme di un altro Paese, cioè il nostro. Alla faccia dell’Europa dei Popoli, dell’autodeterminazione degli stati e degli ottimi rapporti tra i due Paesi!
Se ci siete, lassù al Governo, battete un colpo! E’ ora, prima che sia troppo tardi. Rispolverate su questi temi l’unità di tutto il Paese; riscoprite una politica estera degna di questo nome e difendete sul piano internazionale, se lo sapete fare, la Sovranità del nostro Paese, altrimenti che cosa ci state a fare al Governo?
Augusto Casali