L’ASTROLABIO – “Siamo in un vicolo cieco?” … di Augusto Casali

Riceviamo e pubblichiamo

La Pandemia in atto sta condizionando il mondo sia dal punto di vista sanitario che da quello economico. Le grandi potenze mondiali ovviamente hanno molte risorse e armi con le quali contrastare le emergenze, più i paesi sono deboli e da tempo si portano appresso problematiche irrisolte e maggiori sono le difficoltà per superare i danni provocati da questo 2020 orribile.

La nostra millenaria, piccola Repubblica sta vivendo uno dei peggiori periodi degli ultimi cinquant’anni, anche perché è alle prese con una serie di fattori sottovalutati nel tempo, mai affrontati seriamente ed ora venuti prepotentemente a galla complice l’imprevedibile Corona virus.

L’attuale situazione mette in evidenza:

 che la decrescita felice teorizzata spesso da settori della  “nuova politica” è una frottola pazzesca: a nessuno piace la prospettiva di fare passi indietro, figuriamoci tornare indietro sul piano economico di decine e decine di anni. Soprattutto quando la nuova classe politica appare incerta sul da farsi, priva di esperienza e spesso inadeguata rispetto alle complesse problematiche che stanno di fronte al Paese;

che l’attuale quadro politico non offre possibilità alternative perché ostaggio di una legge elettorale frutto del momento e di una miopia che ha impedito una visione prospettica ampia nell’interesse di San Marino. Le forze politiche si sono dedicate unicamente a raccogliere un voto in più degli avversari anziché unire partiti omogenei attorno ad un programma realistico e condiviso. Ciò ha creato condizioni affinchè si praticasse l’esercizio del potere anziché l’arte del governare e se non si tornerà presto al sistema proporzionale puro costringendo i partiti a riscoprire la politica, il confronto e la mediazione, difficilmente potrà affermarsi una classe dirigente all’altezza della situazione;

che la cittadinanza appare disorientata, preoccupata per il proprio futuro, a volte rassegnata, cioè la peggiore e meno auspicabile condizione di un popolo, di cui, chi trae linfa vitale dal consenso popolare, in una democrazia, dovrebbe preoccupare alquanto;

che l’elefantiaca burocrazia presente nella Pubblica Amministrazione rende difficile anche le procedure più semplici, allontanando cittadini ed eventuali investitori, risultando un elemento negativo per la ripresa economica anziché positivo, come invece dovrebbe essere per una micro realtà come la nostra;

che settori come quello turistico commerciale, drammaticamente colpito dagli effetti del virus,  capace di creare il 19% del PIL in tempi normali, deve essere aiutato e sostenuto dal Governo per evitare danni ancor più devastanti all’economia generale, agli operatori del settore e alle loro famiglie, e per scongiurare il pericolo di creare cittadini privilegiati e cittadini di serie –B-, che porterebbe  rapidamente ad uno scontro sociale inevitabile;

Che le esigenze di liquidità necessitano di politiche estera e finanziaria dinamiche, intraprendenti; di progetti spendibili da presentare ad interlocutori di altre grandi nazioni che senza neanche troppi sforzi potrebbero aiutare la nostre piccola Repubblica situata nel cuore dell’Europa; d’altronde essendo uno Stato sovrano presente in tutti gli organismi internazionali San Marino avrebbe tutte le carte in regola per divenire a sua volta interlocutore affidabile. Va da sé che la richiesta da parte del Governo di prestiti alle nostre stesse banche, di cui si parla in questi giorni, è ben altra cosa che non credo sia oltremodo tranquillizzante.

Siamo in un vicolo cieco?

L’attuale stato di cose è frutto di un duro e costante lavoro ai fianchi della politica esercitato in passato per anni da molti, dall’interno ed all’esterno. Chissà se qualcuno si sarà ora pentito di aver demonizzato la politica, di aver fatto di tutta l’erba un fascio e di aver gettato, assieme all’acqua sporca, anche il bambino?

 

Augusto Casali