
Dopo due mesi di clausura a seguito della sciagurata pandemia del “corona-virus”, dopo che all’inizio delle restrizioni ho invitato a seguire le disposizioni emanate e data la situazione generale, vi dico che sono stanco.
Stanco di vivere rintanato come un topo; stanco del pensiero unico veicolato attraverso giornali e televisione con ritmo ossessivo; stanco di ordinanze a singhiozzo che si susseguono con linguaggio burocratico incomprensibile, pieno di rimandi a leggi, codicilli e delibere; stanco del clima intimidatorio messo in atto, con ronde che ti spiano e se ti trovano a 210 metri da casa ti multano come un mariuolo quando invece eserciti semplicemente una azione prevista dalla nostra Carta dei Diritti.
Stanco della confusione imperante nelle modalità di comunicazione, per cui le mascherine, a parte la difficoltà di trovarle, prima si dice che non servono ed ora invece si dice che dovremo abituarci ad usarle per molto tempo, oppure in conferenza stampa prima si dice che verranno fatti i tamponi a tutti, poi arrivava un altro che smentisce chi l’ha preceduto.
Stanco del marasma di notizie, di comunicazioni, di dati, di fake news, di supposizioni, di informazioni che ogni giorno ci bombardano e ci lasciano nell’indefinito e nell’incertezza, tanto che nessuno ancora ci dice quando e come il Paese potrà ripartire.
Certo, questa pandemia ha preso di sorpresa un po’ tutti, e a San Marino probabilmente di più e di meglio non si poteva fare, ma ora, dopo due mesi ed oltre dalla manifestazione del “corona-virus” la scienza, la medicina e la politica, dovrebbero essere in possesso di dati più certi, necessari a pianificare il futuro e la ripresa economica dei paesi, delle città e delle nazioni.
D’altronde mi pare acquisito il fatto che il virus abbia una capacità di trasmissione formidabile, ma che nella maggioranza dei casi si manifesti con fenomeni lievi o addirittura in modo asintomatico e solo in piccola percentuale in modo severo, anche se in molti di questi casi, purtroppo, si è dimostrato letale. Anche i tamponi eseguiti a San Marino mi pare confermino questa tendenza, per cui il numero di sammarinesi contagiati probabilmente è ben più alto rispetto a quelli conclamati.
E allora, visto e considerato che il vaccino specifico non sarà pronto in tempi brevi; che un paese non può rimanere fermo perché i danni economici sono enormi e più passa il tempo e più difficile sarà la ripresa; che i sammarinesi non possono rimanere agli arresti domiciliari a tempo indeterminato, credo sia giunto il momento di cominciare a convivere con il virus e a riprendere una vita il più possibile vicina a quella che dovrebbe essere la normalità.
Certo, usando tutte le cautele del caso, secondo protocolli di sicurezza che siano però applicabili, soprattutto adottando la massima igiene e la distanza tra le persone, che rimangono per ora l’antidoto primario per prevenire il contagio.
Dopo il 4/5 maggio occorre rompere gli indugi, altrimenti i danni economici, che già sono di ampie proporzioni, soprattutto per alcune categorie del lavoro autonomo, diverranno enormi e, come in una catena di montaggio, trascineranno gradualmente l’intera economia del Paese con danni inimmaginabili.
Mi rendo conto di non esprimere una posizione in questo momento forse politicamente corretta, va più di moda esporre bandiere e fare cori sul balcone, ma io la penso così!
Augusto Casali