
Dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, dopo un lungo lasso di tempo in cui si è registrata una prolifica produzione di comunicati stampa attraverso i quali i sammarinesi venivano tranquillizzati per il grande lavoro politico-diplomatico svolto sulla questione targhe e – a detta degli Esteri – per i continui segnali positivi che giungevano dall’Italia, è sceso da settimane il silenzio più profondo.
La verità è che sono passati sette mesi dal primo “Decreto Sicurezza” emanato dal Governo italiano, e tutto è fermo al palo.
C’era grande attesa per il secondo “Decreto Sicurezza” ed era stato fatto capire che certamente la parte italiana aveva compreso la situazione, grazie naturalmente all’intenso lavoro politico svolto da San Marino, e avrebbe di certo posto rimedio all’imbarazzante situazione. Invece recentemente il Governo italiano ha emesso il secondo decreto che, per quanto riguarda la questione targhe, lascia tutto invariato.
Nel frattempo, mentre il Governo di San Marino faceva chiacchiere, gli effetti negativi prodotti dal decreto italiano si sono abbattuti sulle imprese sammarinesi che per espletare la loro attività sono costrette a fare viaggiare i propri mezzi in Italia, creando disagi incredibili e danni consistenti agli imprenditori sammarinesi, tanto che alcuni hanno trasferito le loro attività in Italia.
Tutto quanto sta succedendo vuole significare una sola cosa: i rapporti con il Governo Italiano sono ridotti al lumicino. La nostra politica estera mira a siglare un Accordo di Associazione all’U.E., di cui poco o nulla i sammarinesi sanno; mira ad amplificare i rapporti diplomatici con la Russia; firma Memorandum a destra e a manca, tranne quello che davvero servirebbe con la Banca d’Italia; produce un vasto album di foto ricordo dei numerosi viaggi compiuti in vari paesi esotici, ma con l’Italia, Paese in cui San Marino è geograficamente inserito, i rapporti sono praticamente ai minimi storici.
Ora io mi chiedo, non sarebbe più saggio ripristinare un rapporto nuovo tra Italia e San Marino? Addivenire ad un nuovo Accordo fiduciario tra le due parti e poi eventualmente dedicarsi ad altre iniziative internazionali affinchè San Marino possa divenire una ulteriore opportunità anche per l’Italia stessa?
L’impressione che si ricava invece è di una profonda inconsistenza della attuale nostra politica estera verso la vicina Italia. Addirittura sembra che i nostri vicini di casa ci ignorino, usufruiscano volentieri delle collaborazioni con San Marino ad esempio sul piano sportivo, ma si disinteressino di coltivare un rapporto corretto di amicizia e buon vicinato, come invece era accaduto per molto tempo negli anni passati.
D’altronde, di fronte alla necessità di adeguare il nostro Paese alla legislazione europea, i governanti di San Marino sono stati più realisti del re e hanno prodotto una infinità di leggi, anche non richieste dai vari organismi internazionali, eliminando ogni valvola di ossigeno attraverso la quale fare respirare la nostra economia, dimostrando a tutti di avere fatto i compiti a casa.
Il risultato pratico però è stato quello aver risolto molti problemi agli altri, di raccogliere per questo numerose pacche sulle spalle, ma, non essendoci oggi più fastidi all’orizzonte per nessuno, gli altri non hanno più ragione di pensare troppo a San Marino. Neppure i vicini italiani.
Ecco perché in questa fase occorrerebbe una politica estera nuova, autorevole, capace di affermare il diritto di un piccolo millenario popolo ad esistere e sopravvivere. Sono convinto che San Marino troverebbe amici, così come è sempre stato nella sua lunga storia.
Invece l’attuale politica estera è rinunciataria, modesta e troppo propensa ad alzare in fretta bandiera bianca!
Augusto Casali