Da qualche tempo, tra i tanti temi che agitano il dibattito politico nel nostro Paese, c’è quello dell’informazione. Un settore importantissimo per qualsiasi sistema; per i sistemi democratici addirittura fondamentale.
Nel corso della Conferenza del 15 gennaio 2010 sul tema “Informazione e democrazia”, organizzata da Scuola di Cultura Costituzionale, svoltasi in Italia è stato scritto: ‘L’art. 21 della Costituzione inizia con questa solenne proclamazione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”. Di un sistema democratico questa libertà è la “pietra angolare” come l’ha definita la Corte Costituzionale. La democrazia richiede una partecipazione cosciente dei cittadini. E dunque il suo presupposto essenziale è l’informazione, la conoscenza dei fatti e delle situazioni politiche, la libera circolazione delle idee”.
La Carta dei Diritti di San Marino, nella sua revisione approvata dal Consiglio Grande e Generale il 26 febbraio 2002, recepisce e sostituisce, l’articolo 1 della Legge 8 luglio 1974, n°59 con la seguente dizione: “La Repubblica di San Marino riconosce, come parte integrante del proprio Ordinamento, le norme di diritto internazionale generalmente riconosciute e conforma ad esse i suoi atti e la condotta. Si uniforma alle norme contenute nelle dichiarazioni internazionali in tema di diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Riconferma il diritto di asilo politico. Rifiuta la guerra come strumento di risoluzione delle controversie fra stati e si conferma, nell’azione internazionale, ai principi sanciti dallo statuto delle Nazioni Unite.
L’ordinamento sammarinese riconosce, garantisce ed attua i diritti e le libertà fondamentali enunciate nella Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Gli accordi internazionali delle libertà e dei diritti dell’uomo, regolarmente stipulati e resi esecutivi, prevalgono in caso di contrasto sulle norme interne”.
E allora vediamola la Convenzione Europea. All’art. 10, punto 1, prevede che: “Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli stati di sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, cinematografiche o televisive.
Ora, di fronte a tali presupposti, ogni discussione apparirebbe inconsistente, pretestuosa ed inutile, se fossimo però nel paese ideale dove vige un sistema ideale.
Da noi probabilmente non è così, se i componenti dell’Autorità Garante per l’informazione, nominati solo nell’aprile 2021, il 19 novembre scorso hanno rassegnato in blocco le loro dimissioni nelle mani dell’Eccellentissima Reggenza, lamentando sostanzialmente la mancanza delle condizioni atte a svolgere i compiti che la legge attribuisce all’Autorità Garante per l’informazione, a cominciare da una sede dove svolgere le riunioni e depositare i vari documenti.
Questo fatto ha messo in agitazione il Consiglio Direttivo della Consulta per l’informazione che ha preso posizione. Anche il Governo ha detto la sua e nell’ambito della Commissione Consiliare Permanente sull’informazione ha presentato, tramite il Segretario di Stato competente, e consegnato ai commissari, una relazione sulle linee guida per la Televisione di Stato. La qual cosa, se doveva rasserenare gli animi, ha ottenuto la presa di posizione sdegnata dei giornalisti della San Marino RTV.
In effetti detto così si è trasformato in una specie di boomerang, perchè la politica non può dettare linee guida alla TV della Repubblica di San Marino, a meno che il sistema all’improvviso sia diventato antidemocratico!
Però, se andiamo a vedere bene, in quella relazione si parla di “televisione Identitaria” e qui bisogna dare ragione al Governo. Non tanto e solo per il recente accordo di Roma sulle frequenze, definito “epocale”, ma che a noi non credo sia costato proprio poco in tema di frequenze, ma perché da anni la TV di Stato di San Marino viaggia sul satellite e quindi nel mondo. Ed allora l’esigenza di rendere sempre maggiormente identitaria la nostra televisione doveva divenire da tempo fortissima, primaria e non si capisce per quale motivo questo non sia avvenuto negli ultimi 10 anni. Eppure ricordo la memorabile diretta in occasione della visita del Papa, Benedetto XVI, a San Marino, che inaugurava l’attività satellitare di San Marino RTV, gestita magistralmente da Carmen Lasorella, le cui immagini, in esclusiva, hanno fatto il giro del mondo.
Questo dovrebbe essere il compito della TV di San Marino anziché confondersi con le mille altre emittenti; dovrebbe costantemente esportare la propria storia, la propria tradizione, la propria realtà e la propria immagine paesaggistica, oltre a proporci trasmissioni marittime così come invece è stato per oltre un lustro. Quindi se c’è la volontà di dare un volto fortemente identitario alla nostra televisione, l’atto politico espresso in Commissione competente è, dal punto di vista politico, legittimo.
Ben diverso è il discorso per la stampa cartacea e online. Tranne qualche rarissima eccezione è davvero utopico pensare ad una stampa indipendente, anche perché ogni testata ha un suo editore ed ogni editore ha una sua idea che inevitabilmente, in modo più o meno corretto, diffonde. San Marino è piccolo ed è impossibile per un giornale cartaceo reggersi con le vendite che, anche nel migliore dei casi, sono sempre limitate. Ed allora, l’unico modo per garantire il cittadino sta nel favorire adeguatamente il pluralismo, perché più voci ci sono e più sarà facile per i sammarinesi avere notizie e quindi formarsi la propria autonoma idea sugli accadimenti.
Ma è anche vero che dobbiamo saper essere comprensivi perché il sistema giornalistico sammarinese è giovane e deve evidentemente ancora ben rodarsi.
Anche se i primi vagiti giornalistici a San Marino si manifestarono tra il 1860 e il 1870, fino a trent’anni addietro il modo per fare circolare le notizie rapidamente era il volantinaggio nelle strade dei vari Castelli Sammarinesi. Sembra passato un secolo, ma era solo una trentina di anni fa!
Augusto Casali