L’ASTROLABIO – “Tenere duro, ma fino a quando?” … di Augusto Casali

Riceviamo e pubblichiamo

Guardando i numerosi telegiornali italiani che si occupano giornalmente di “corona virus” alcune cose saltano agli occhi: la contraddittorietà di alcune norme; le divergenze esternate nel mondo scientifico; il clima intimidatorio abbastanza generalizzato esercitato nei confronti dei cittadini che fanno sembrare l’esigenza emergenziale più che una quarantena necessaria, un vero e proprio arresto domiciliare. Tutte cose che contribuiscono ad appesantire lo sforzo che la gran parte dei cittadini sta diligentemente compiendo.

A San Marino, invece? Più o meno la stessa cosa. Anche perchè, in linea generale, difficilmente sarebbe stato possibile scostarsi da quanto messo in campo in Italia e nelle Provincie di Rimini e di Pesaro e Urbino, anche se poi, nel particolare, essendo la nostra una piccola Comunità di circa 33.000 abitanti, forse, alcuni approcci avrebbero potuto essere anche diversi, mentre il buon senso dovrebbe essere di più facile applicazione in ogni momento.

Comunque siamo giunti a 40/50 giorni di chiusura della maggior parte delle attività e di clausura per i sammarinesi e viene naturalmente da chiedersi per quanto tutto questo sarà possibile che duri e quanto sia sostenibile dall’economia del nostro Paese, peraltro già provata da anni di crisi. Perché è vero che la salute deve essere messa al primo posto, ma è anche legittimo ad un certo punto aspettarsi risultati concreti a fronte del sacrificio dei cittadini. D’altronde Pietro Franciosi già nel 1912 ebbe a dire che “Uno Stato, anche minuscolo come il nostro, non può ridurre le sue complesse funzioni di vita al solo Ministero del Tesoro! Ma politica e finanza debbono compenetrarsi e seguire di pari passo l’esplicazione più alta della vita civile, nell’ordine storico e contemporaneo”.

Il contraccolpo all’economia mondiale sarà poderoso e non risparmierà nessuna categoria, ma tra queste ce ne saranno alcune, in particolare quella dei lavoratori autonomi, che più di altre patiranno sofferenze e se non verranno adeguatamente supportate rischiano di divenire moltiplicatori di disoccupazione e di minare pericolosamente la struttura economica dell’intero Paese.

Per ora a sostegno dei commercianti turistici ad esempio, non è stato preso nessun provvedimento di sostegno concreto e reale, anche se tutti capiscono che il settore turistico sarà l’ultimo a ripartire ed è in questo momento, in questi mesi, che deve essere aiutato perché dopo potrebbe essere per molti troppo tardi.

All’interno del Governo, che certamente sarà mosso dalle migliori intenzioni, probabilmente c’è in atto un dibattito tra portatori di idee, di analisi e di soluzioni diverse e qualcuno comincia a palesarle pubblicamente, se vogliamo anche attraverso la manifestazione di una certa irrilevanza a livello di Esecutivo. E’ il caso di Domani Motus Liberi che dichiara di “Essersi battuto contro tutti per impedire la chiusura totale delle attività”; Che è “mancante un provvedimento concreto relativo a interventi di sostegno di cittadini e imprese in materia fiscale e retributiva, che tenga conto di quanto disponibile nelle casse dello Stato”; ed infine lamenta: “Non poche difficoltà nel trovare la necessaria condivisione riguardo al metodo di lavoro nuovo ed efficace.”  

Va tutto bene, anche che un partito di Governo faccia opposizione, ma adesso è giunto il momento di una sintesi politica e di un progetto organico di ripresa della vita del Paese e di sostegno reale all’economia della Repubblica, altrimenti la situazione rischia di sfuggire di mano e di piombare nel caos più assoluto favorendo conflitti sociali le cui conseguenze potrebbero essere devastanti!

Augusto Casali