Dopo un anno e mezzo di restrizioni e chiusure, abbattutesi causa la Pandemia sulla Penisola Italica, San Marino compresa, la gente ha manifestato una gran voglia di tornare a qualcosa che somiglia molto alla normalità. Così, a partire dalla metà di luglio i turisti, soprattutto italiani, hanno cominciato a circolare e quindi a visitare anche la Repubblica di San Marino.
Il fatto che i visitatori abbiano ricominciato a popolare le strade del centro storico è un dato sicuramente incoraggiante che, salvo imprevedibili e non auspicabili colpi di scena, ha in qualche modo rasserenato gli operatori del settore, i quali possono così sperare di riuscire gradualmente a normalizzare la situazione e a mantenere in vita le proprie attività, fornendo un contributo notevole all’intera economia sammarinese.
La speranza che le campagne di vaccinazione ci facciano superare definitivamente gli effetti devastanti del Covid credo sia un auspicio davvero comune. Certo che l’enfatizzazione inscenata dopo la pubblicazione dei dati statistici dei primi 9 mesi dell’anno 2021 rispetto al 2020, per quel che riguarda il Turismo, fa sinceramente sorridere.
Infatti tutti noi ricordiamo che nella stagione passata, tranne due o tre mesi estivi, tutto era bloccato, in Italia e nel nostro Paese; per mesi non si è potuto né entrare né uscire a/da San Marino. Parliamo di tutta la primavera e dell’inverno, compreso il periodo natalizio. Ricordate? E’ stato vietato anche il tradizionale pranzo di Natale con i parenti. Quindi turisticamente parlando, pressochè il nulla!
Allora quando leggo dell’aumento del 25% dei visitatori rispetto alla stagione precedente, una percentuale apparentemente pomposa, dobbiamo sempre tenere a mente che si tratta del 25% del quasi nulla. Anche se un po’ tutti, il sottoscritto compreso, abituati alle strade semivuote dell’ultimo periodo, abbiamo avuto la sensazione di essere stati questa estate letteralmente invasi dai turisti. Purtroppo però la realtà è un’altra e i numeri forniti dagli uffici competenti sono davvero impietosi.
Infatti nei primi nove mesi dell’anno l’Ufficio di Statistica ci dice che sono arrivati a San Marino 1.069.503 visitatori; lo scorso anno complessivamente, nei 12 mesi, erano giunti a San Marino, nonostante le sopra citate chiusure, 1.014.750 turisti. Ora, pur facendo delle stime ottimistiche, prendendo per buoni i dati pre Covid del 2019, che non è matematico siano confermati, negli ultimi tre mesi di quest’anno giungeranno nel nostro Paese circa 300.000 persone. Quindi alla fine della fiera registreremo circa 250/300.000 visitatori in più rispetto all’anno nero del 2020.
Questi sono i dati e quindi personalmente fornisco una lettura completamente diversa da quella dei “pompatori” ufficiali gongolanti. A me pare che essendo cambiata completamente la situazione in Italia e a San Marino rispetto allo scorso anno, l’aumento dei turisti sia un aumento del tutto fisiologico, fatto di persone, soprattutto italiane, stanche della segregazione in casa propria a cui sono state obbligate nel 2020; sia insomma un fisiologico ritorno alla voglia di vacanza e di libertà. I dati stanno anche a dimostrare che tutte quelle miriadi di modestissime iniziative messe in campo “alla viva il parroco”, usando i denari pubblici riservati alla crescita del Turismo, si sono rivelate praticamente inadeguate rispetto alla capacità attrattiva verso San Marino da parte dei turisti. Infatti ne hanno usufruito soprattutto i sammarinesi saliti sul monte anche per sfuggire alla calura estiva.
Diciamoci la verità, la politica turistica si è rivelata molto dispendiosa ma i risultati sono stati pressochè impalpabili se guardiamo i numeri impietosi messici a disposizione dagli uffici competenti. Viene da chiedersi dove sia andata a finire l’orda di turisti ai quali ci hanno detto le iniziative erano indirizzate. Dai numeri non risultano affatto! Non sono pervenute! Quali siano poi gli effetti positivi di quella rara collezione di protocolli di collaborazione turistica firmati in ogni dove, è a tutt’oggi un mistero che si infittisce di fronte ai dati resi pubblici. Forse davvero dobbiamo riporre la nostra fiducia nel Festival del Cinema di Palma di Maiorca, al quale abbiamo generosamente elargito un contributo di circa 23.000 Euro, naturalmente sempre nel segno dell’incisivo sviluppo del turismo sammarinese.
Ecco questa è la lettura che fornisco io dei dati fatti circolare in questi giorni. D’altronde non dimentichiamo che il Turismo Sammarinese era già ammalato prima dell’avvento del Covid, quando faceva registrare 1.900.000 visitatori, ma segnando, nell’arco di una ventina di anni, la graduale perdita della bellezza di 1.500.000 turisti.
Dico tutte queste cose con vero dispiacere perché vorrei che la situazione fosse molto diversa. E ci ho sperato all’inizio…
Il Turismo sammarinese ha bisogno di cure semplici, non sofisticate, ma forti, molto forti e per individuarle è necessario fare una diagnosi obiettiva e dire le cose come stanno. Se continuiamo ad affermare che tutto va bene madama la marchesa, la cura, come si è dimostrato negli ultimi anni, sarà sempre inefficace, semplicemente perché sbagliata.
Occorre essere davvero realisti se si vuole veramente salvaguardare un settore che fino al 2019 valeva ancora il 19% del PIL e il 31% di occupazione.
Un settore di cui la nostra economia generale non può certamente fare a meno!
Augusto Casali