
In questi giorni abbiamo assistito alla diatriba nata tra USC e Segreteria per Il Turismo, i quali, tramite stampa, si sono scambiati botte da orbi! Accuse di immobilismo da una parte; di mancanza di rappresentatività dall’altra, rinviata prontamente al mittente. Una stucchevole e inelegante polemica fatta mentre il Turismo sammarinese boccheggia e avrebbe bisogno di idee semplici ma concrete ed efficaci, mentre invece registra un costante calo di visitatori da anni a questa parte, nel disinteresse diffuso.
Il Segretario al Turismo ha ragione quando sottolinea la modesta rappresentatività di certe organizzazioni di categoria, che per la modalità di gestione delle cose, a partire dalla scarsa considerazione del parere di chi ogni giorno alza la serranda del proprio negozio per mantenere la propria famiglia, non può alla fine rappresentare il sentire comune e gli interessi generali degli addetti ai lavori. Ma questo dato di fatto non riguarda solo una organizzazione di categoria, ma bensì anche altre con le quali lo stesso Segretario probabilmente si confronta.
La verità è che sono stati creati ad arte piccoli centri di potere con orizzonti limitati che si intrecciano tra loro e che non possono di certo soddisfare le attese dell’intero settore turistico. E questo alla politica odierna sta bene, solo che quando incontrano i così detti rappresentanti degli operatori turistici, dovrebbero chiedersi cosa in effetti rappresentano? Un terzo? Come afferma il Segretario al Turismo? Se è così viene da chiedersi a che cosa servano allora gli incontri, i tavoli e le commissioni. Divengono semplicemente decisioni tra pochi che probabilmente interessano pochi.
Ed è così che nascono le decisioni di cassare manifestazione affermatisi negli anni senza sostituirle con altro parimenti efficace; è così che ci si avventura in percorsi che costano molti soldi pubblici ma non si crea più un indotto; è così che si fanno interventi a pioggia, o meglio a pioggerella, magari davanti a questo o quel operatore amico; è così che si apre il cantiere per la rotonda di Murata nel mese di agosto, in piena stagione turistica, creando file e rallentando il traffico; è così che si decide all’improvviso di prorogare la navetta, ovvero l’immancabile trenino della discordia, per il centro storico ben sapendo che il percorso è appositamente fatto per tagliare fuori le attività commerciali del centro storico e portare i visitatori direttamente alla fine del percorso turistico, scatenando le polemiche tra commercianti che combattono una guerra fra poveri mentre a guadagnarci è uno, sempre lo stesso. Se tutto ciò accade una ragione ci sarà pure…
Però così non si va di certo lontano e i risultati sono sotto gli occhi di ognuno di noi. E non è una opinione: i numeri sono impietosi. Nel corso degli anni San Marino ha perso il 40% di visitatori, non credo si possa continuare a fare finta di niente trastullandosi nel nulla.
Il Capo del Turismo sammarinese ha avanzato in questi due anni e mezzo proposte diciamo così fantasiose, nessuna delle quali si è realizzata, ma preoccupa se anche il vice Capo del Turismo, per il momento in attesa, dichiara che sul” piano dei risultati qualcosa inizia a muoversi e siamo contenti” e porta ad esempio la manifestazione Time Line del 2018, che avrebbe “mirato al rilancio delle nostre peculiarità”: Quando invece si è trattato di un ammasso confuso di comparse senza capo ne coda, un insieme di gruppi di livello modesto, costati una cospicua somma di pubblico danaro: Insomma una “patacca” di notevoli dimensioni che nell’anno di grazia 2019 non è stata fortunatamente ripetuta.
Se questi sono gli interventi per rilanciare il turismo stiamo freschi, anche se sono illuminanti poiché ci fanno meglio capire perché uno dei settori trainanti della nostra economia si sia ridotto nelle condizioni attuali.
Forse, in questo momento, ciò che può essere espresso in campo turistico sono solo le polemiche asfittiche di questi giorni. Forse, come diceva il grande Eduardo De Filippo: “Ha da passà a’nuttata!”
Augusto Casali