Riceviamo e pubblichiamo
La storia ci insegna che la politica estera è sempre stata un vero e proprio pilastro nella millenaria vita della Repubblica di San Marino. Il nostro Paese è passato attraverso le vicissitudini della storia rimanendo indenne rispetto alla propria indipendenza.
Tutto ciò perché nel corso dei secoli i sammarinesi hanno dimostrato tenacia, orgoglio, attaccamento alla nostra Terra, ma anche la capacità di adoperare l’arte della diplomazia, la qual cosa ha fatto sì che la nostra Repubblica abbia incontrato, nel corso dei secoli, amici che hanno simpatizzato per San Marino e spesso offerto sincero aiuto.
Quindi la politica estera è stata e rimane fondamentale per la vita del nostro Stato e per il raggiungimento degli obiettivi che il Paese si pone. Ovviamente, per collocazione geografica San Marino deve continuare a vedere l’Italia come interlocutore privilegiato, ma le vicende che si sono succedute, i cambiamenti avvenuti nei due Paesi, oltre che in Europa, devono sancire il fatto che la Nazione confinante con San Marino da ogni punto cardinale, non può essere l’interlocutrice unica.
L’episodio dell’utilizzo del vaccino russo Sputnik V, a seguito dei ritardi nel rispetto degli accordi stipulati attraverso un Memorandum sottoscritto tra il Ministro Speranza e il Segretario di Stato Ciavatta, ne è un esempio plastico, reso possibile anche dal fatto – non va dimenticato – che il nostro Paese non ha particolari impegni nei confronti dell’U.E.
Assodati questi dati di fatto incontrovertibili, viene però da chiedersi: allo stato attuale delle cose esiste un progetto di sviluppo complessivo nei vari settori, per cui il Governo di San Marino, qualunque sia, di fronte ai suoi interlocutori, chiunque siano, sa che cosa vuole? A dire il vero, guardando dall’esterno, pare proprio di no; pare che in tanti si muovano per conto proprio ma con visioni prospettiche che non arrivano oltre il davanzale della finestra e quindi prive di prospettiva.
Dicevo dell’importanza della politica estera e mi pare che attualmente quasi tutti simulino l’esercizio di una politica estera oscurando chi sarebbe istituzionalmente incaricato, che appare – lo dico con simpatia – troppo timido e abitudinario, quando occorrerebbe maggiore intraprendenza e dinamismo, data la difficile situazione in cui versa il nostro Paese.
D’altronde è anche vero che Egli deve vedersela con due o tre colleghi i quali non mancano occasione per togliergli la scena. “Rosmarino”, che va ovunque e anche se va a fare la spesa chiama al seguito la zelante Televisione di Stato: dalla Commissione Antimafia Italiana, ai conventi del Montefeltro, dal Campidoglio di Roma, agli infiniti annunci a vuoto; “Prezzemolino”, che spensieratamente importuna Ministri Italiani, Incontra Segretari di Partito Italiani, partecipa a trasmissioni televisive italiane, anche se nessuno comprende bene quale vantaggio ne tragga la comunità di San Marino; “Peperoncino”, a dire il vero ormai poco piccante, non nuovo a presenze televisive di antica memoria, investitosi di visionarie missioni salvifiche, salvo affermare che in caso di fallimento del suo settore, egli rifiuta a priori ogni responsabilità. E’ semplice governare così, no?
Questo però è un momento tale che se ognuno pensasse alle problematiche per le quali è stato istituzionalmente incaricato e, tanto per fare qualche esempio a caso, si preoccupasse solo di turismo, che sta andando male, male, male; di lavoro che sta andando male, male; di Sanità, che senza ritardi potrebbe andare molto meglio, le cose potrebbero essere meno preoccupanti di quel che sono attualmente per i sammarinesi.
Ricordo a tutti che siamo alle prese con una pandemia che in simbiosi con ciò che accade in Italia, più o meno, ha visto un primo periodo difficile da decifrare, poi è arrivato il primo lockdown durato tre mesi, piccola pausa estiva, poi a ottobre l’annuncio della seconda ondata e nuove chiusure per salvare, si diceva, il Natale; a Natale invece c’è stato in pratica un nuovo lockdown per tutto il periodo delle festività, per salvare la Pasqua, si disse; ora Pasqua è vicina ma ci sono le variabili e quindi nuova stretta pasquale, si dice per salvare l’estate. Praticamente il gatto si mangia la coda e c’è una rincorsa continua al virus, non si previene mai nulla e si continua a chiudere tutto. Di fatto dopo un anno dall’insorgenza del virus siamo punto e a capo, come se 365 giorni non fossero trascorsi, la qualcosa porta a dire che forse da qualche parte si sta sbagliando.
Di questo ci si dovrebbe preoccupare e di come venirne fuori; entro quali tempistiche, visto che, date le nostre dimensioni, siamo in ritardo di almeno due mesi e non per questioni sanitarie e organizzative, ma per esclusive responsabilità politiche; entro quando l’economia sammarinese potrà ripartire, soprattutto per quelle categorie più colpite e più svantaggiate dai danni anche economici prodotti dalla Pandemia.
Queste dovrebbero essere le tematiche da affrontare pancia a terra anziché promuovere sé stessi, anche perchè a prendere tutte queste decisioni sulla testa di ognuno sono sempre e solo i “garantiti” dal sistema, mentre coloro i quali “garantiti non lo sono”, subiscono. Fino a quando tutto questo sarà possibile? Di ciò, dal proprio versante istituzionale, in questa fase dovrebbero occuparsi tutti i membri dell’Esecutivo, perché in questo momento, di tutte le altre questioni secondarie, nulla importa veramente ai sammarinesi se non come liberarsi dal Covid e tornare ad una vita normale.
Augusto Casali