In questi anni e in questi mesi caratterizzati dal nuovo Governo scaturito dalle ultime elezioni politiche generali, lo sconto tra maggioranza ed opposizione è stata una costante a tutto campo.
Se la maggioranza dice bianco, l’opposizione dice nero; se la maggioranza dice rosso, l’opposizione dice giallo. Solo che le posizioni si sono rivelate intercambiabili con un automatismo stupefacente: Chi si trova oggi al Governo e ieri all’opposizione diceva nero, oggi dice bianco e chi ieri era al governo e diceva bianco, oggi è all’opposizione e dice nero.
La verità è che attualmente i partiti hanno perso ruolo, peso e rappresentanza e i potentati economici hanno approfittato della debolezza congenita della politica per occupare gli spazi lasciati colpevolmente liberi.
L’interesse particolare sta prevalendo clamorosamente sugli interessi generali e si è scatenata una guerra per bande giocata sulla testa dei cittadini che ignari favoriscono spesso inconsapevolmente ora gli uni e ora gli altri, cadendo nelle trappole che, ammantate di democrazia e di politicamente corretto, rafforzano le strategie mirate dei potenti.
L’attenzione sui grandi problemi che stanno di fronte ai sammarinesi, cioè economia e sviluppo, vengono sviati e la loro soluzione rinviata sine die, tanto peggio va e per qualcuno meglio si accomoda di sicuro. Infatti non si vede neppure l’ombra di progetti di prospettiva per la nostra povera Repubblica. Addirittura in questi giorni sono usciti dati riguardanti il turismo e l’export raggelanti, eppure vengono disinvoltamente spacciati per segnali di grande ripresa nel silenzio generale, anche degli addetti ai lavori che dovrebbero invece manifestare tutto il loro disappunto e le loro preoccupazioni per il futuro.
Tutto si è concentrato nella battaglia nel settore della Giustizia e del Tribunale. Un settore sicuramente fondamentale per la vita democratica del nostro Paese, ma la contesa che si sta sviluppando in queste settimane lascia intendere che va ben oltre la corretta gestione di un settore nevralgico per la nostra comunità.
Infatti si grida al tentativo di ripristinare i “vecchi poteri” soppiantando i “nuovi poteri” che in questi anni si sarebbero affermati. E quando si parla di poteri si lascia intendere che si tratta di veri e propri sistemi che arrivano a coinvolgere politici, imprenditori e magistrati, senza i quali ovviamente il “sistema” non esisterebbe.
Ma a parte il fatto che guardando la situazione passata e quella attuale, non credo che oggi i sammarinesi abbiano meno problemi di ieri, mi chiedo se per nuovo sistema si debba intendere quello di recente confuortiana memoria.
Sì perché se il problema è semplicemente quello dell’affermazione di questo o quel sistema di potere, mi chiedo che cosa possa importare ai sammarinesi se stare sotto il giogo dei vecchi o dei nuovi poteri. Che cosa cambia per loro visto che rimarrebbero sempre soggetti assolutamente passivi?
Non è possibile avere nel nostro Paese semplicemente un Tribunale che funzioni retto da giudici sui quali neppure l’ombra del dubbio possa minare la loro credibilità? Non è possibile avere al vertice della cosa pubblica politici sazi dei loro stipendi che si occupano esclusivamente di risolvere i problemi della nostra Repubblica? Io penso proprio che si; ci sono stati e ci sono. Sarebbe dunque sufficiente riconoscerlo senza mettere la testa sotto terra come troppo spesso forse è stato fatto e si fa, e costruire assieme a loro il presente e soprattutto il futuro di San Marino, mettendo da parte i giochi di prestigio divenuti ormai stantii per quanto puzzano di piccoli e grandi interessi particolari.
E’ cos’ difficile?
Augusto Casali