L’attualità di Don Milani in biografia di Riccardo Cesari

(di Mauretta Capuano) (ANSA) – ROMA, 29 MAR – RICCARDO CESARI, HAI NASCOSTO QUESTE
COSE AI SAPIENTI. DON LORENZO MILANI, VITA E PAROLE PER SPIRITI
LIBERI’ (GIUNTI, PP 636, EURO 24.00). Don Lorenzo Milani, uomo “che ha anticipato il futuro”, capace di mettere tutta la
cultura del suo tempo e la millenaria tradizione cristiana al
servizio di un pensiero libero. Nel centenario della nascita del
sacerdote, maestro e sociologo rivoluzionario, l’economista
Riccardo Cesari ci restituisce l’avventura intellettuale e umana
di Don Milani e l’attualità del suo pensiero nella biografia ‘Hai nascosto queste cose ai sapienti. Don Lorenzo Milani, vita
e parole per spiriti liberi’, che esce il 29 marzo per Giunti. E
forse per la prima volta, tratteggia anche la figura di un Don
Milani economista.
    Per leggerlo “non occorre che tu sia credente perché ha
parlato, anche sulle cose intime, un linguaggio laico, comprensibile, semplice, qualche volta sboccato, spesso così
bello da toccare i vertici – contro la sua stessa volontà –
della più bella letteratura” scrive l’autore nel prologo.
    In oltre 600 pagine in cui tanti passi cruciali delle lettere e
degli altri scritti di Don Milani vengono commentati e comparati
con il nostro tempo, ci sono tutti i 44 anni di vita del
fondatore della Scuola di Barbiana – nato il 27 maggio 1923 a
Firenze dove è morto il 26 giugno 1967. Neppure mezzo secolo di
vita in cui l’autore di “Lettera a una professoressa”, scritto
insieme ai ragazzi della scuola di Barbiana, ha attraversato
tutti i grandi eventi del “secolo breve”, dai totalitarismi al
secondo conflitto mondiale, dall’avvento delle comunicazioni di
massa al Concilio Vaticano II, fino alla contestazione
giovanile.
    “Don Milani è tutto attuale. Per fare un esempio: il tema della
scuola, della dispersione scolastica e delle bocciature,
trattato nel 1967 in ‘Lettera a una professoressa’ si è solo
spostato dalle elementari alle scuole superiori (oggi l’obbligo
scolastico è a 16 anni, in molti paesi europei come Belgio,
Portogallo, Olanda, Germania è a 18 anni). Nel confronto
internazionale abbiamo uno dei peggiori rapporti
studenti/popolazione, il peggiore rapporto laureati/popolazione,
il peggiore rapporto Elet-Early Leavers from Education and
Training, quelli che Don Milani chiamava i ‘persi alla scuola’”
spiega Cesari, ordinario di Metodi Matematici per l’Economia e
le Scienze Attuariali e Finanziarie all’Università di Bologna.
    Secondo l’autore anche sulla “questione dello sfruttamento, del
precariato, della disoccupazione, del lavoro minorile” le
analisi di Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, nome
all’anagrafe di Don Milani, hanno molti legami con il presente.
    “Potremmo dire che la vicenda di Luana D’Orazio e di tante
altre, morta schiacciata da un macchinario il 3 maggio 2021, a
Prato, Milani l’aveva già descritta nella Lettera a don Piero
nel 1953. Nessuno gliela pubblicò e la mise in Appendice a ‘Esperienze Pastorali’” racconta Cesari.
    Il fondatore della Scuola di Barbiana andrebbe riletto anche
sull’Ordine Mondiale, su pacifismo e attivismo. “Il tema della
guerra e della responsabilità individuale, nell’era della bomba
atomica, lo affrontò ne ‘L’obbedienza non è più una virtù’
(1965), quando volle difendere gli obiettori di coscienza dal
servizio militare. Sono pagine da rileggere oggi, in pieno
conflitto Russia-Occidente. Se ne parlerà anche nella Marcia
Vicchio-Barbiana del 27 maggio prossimo, primo centenario della
nascita del Priore, sotto l’Alto Patronato della Presidenza
della Repubblica” dice Cesari. L’autore della biografia vede
anche un filo che lega il magistero e l’insegnamento di Don
Milani a quello di Papa Francesco. “La grande attenzione
all’ultimo, al più sfortunato, al più trascurato li avvicina
molto. Non a caso, Papa Francesco è stato il primo a riconoscere
ufficialmente e formalmente la grandezza di Don Milani come ‘servitore di Dio, della Chiesa e dei poveri’. Lo ha fatto nella
commovente visita a Barbiana del 20 giugno 2017” afferma.
    Nella biografia di Cesari anche l’importanza della radice
ebraica di Don Milani che si manifestava in “una fede dalle
profonde radici bibliche”. (ANSA).
   


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