L’audio choc su Berlusconi: ora spunta un altro magistrato

Alla conversazione informale, registrata da un testimone, tra Silvio Berlusconi e Amedeo Franco avrebbe preso parte anche una terza persona. Per l’esattezza, un secondo magistrato. Che sarebbe ora pronto a confermare sia le circostanze sia il contenuto dell’incontro.

L’audio della toga scomparsa, portato alla ribalta da Il Riformista e quindi da Quarta Repubblica, ha aperto scenari inquietanti, dal momento che Franco – relatore della sezione feriale della Cassazione presieduta dal magistrato Antonio Esposito che nel 2013 condannò ingiustamente il Cavaliere nell’ambito del processo Mediaset – parla appunto di ingiusta sentenza, che ha i contorni del golpe giudiziario.

Queste le sue parole carpite dall’intercettazione ambientale: “Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà, a mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia. L’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto. In effetti hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio per sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso del…ci continuo a pensare. Non mi libero. Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo”.

Ora, come scrive il Corriere della Sera, Franco era insieme a un collega. Con loro il Berlusconi e alcuni accompagnatori. La sua presenza e la sua volontà di confermare l’audio di Franco è stata messa nero su bianco nelle carte che i difensori del Cav porteranno alla Corte europea dei diritti dell’uomo per chiedere una revisione del processo.

L’obiettivo è infatti quello di ottenere una riabilitazione politica per l’ex tre volte premier, dal momento che a seguito di quella condanna – causa Legge Severino – fu estromesso dal Parlamento. Franco Coppi e Niccolò Ghedini sono ora al lavoro per il ricorso alla Cedu.

Nella giornata di ieri il penalista Coppi ha rotto il silenzio, commentando lo scoop: “Il giudice Amedeo Franco ha detto cose gravi e non ci sono motivi per dubitare delle sue affermazioni. Franco è sempre stato considerato come un giudice preparato e un galantuomo. È evidente che si sia trovato in minoranza in camera di consiglio, una camera di consiglio dove, a sentire lo stesso relatore, non ci fu neanche discussione. Non va sottovalutato che in calce a quella decisione c’era la firma di tutti i giudici. Cosa abbia spinto Franco a raccontare tutto allo stesso Berlusconi, questo non lo so. Una cosa è certa: una cosa del genere nella mia carriera non mi era mai capitata…”.


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