Lavoro e appalti: il sindacato ora minaccia lo sciopero

Il decreto Sostegni bis appena approvato e quello sulle semplificazioni in arrivo la prossima settimana potrebbero creare una frattura tra il governo e i sindacati che lamentano di non essere riusciti a incidere nello specifico dei provvedimenti. A farsi portavoce del malcontento, come al solito, è stato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che ha evidenziato di aver chiesto «un blocco dei licenziamenti generalizzato, nel decreto ci sono passi avanti ma lo consideriamo non ancora sufficiente». Un chiaro riferimento allo stop prolungato dal 30 giugno al 28 agosto per le aziende che chiederanno la cassa Covid il mese prossimo.

Il vero problema è la mancanza di visibilità sulla creazione di posti di lavoro, possibile solo in una fase di crescita economica ma ancora di là da venire. Lo stratagemma del contratto di reimpiego per i disoccupati con l’esonero contributivo per 6 mesi per contratti a tempo indeterminato, infatti, rischia di rivelarsi un boomerang. Lo sgravio vale solo per accordi stipulati entro il 31 ottobre 2021, una fase nella quale l’incertezza sulla ripresa potrebbe non essere ancora svanita. È probabile, pertanto, che venga utilizzato solo da quelle imprese medio-grandi che avrebbero proceduto comunque ad assunzioni indipendentemente dall’evoluzione della crisi, tanto più che il decreto è abbastanza vago nel definire la natura e la valutazione dei «progetti formativi» che dovrebbero essere associati a questi contratti.

Tra gli scontenti del dl Sostegni bis si annovera anche la filiera dell’automotive, delusa dal mancato rifinanziamento dell’ecobonus. Anfia, Federauto e Unrae hanno ribadito la necessità di destinare in fase di conversione del decreto nuove risorse all’incentivo per l’acquisto di veicoli nella fascia di emissione 61-135 g/Km, e per i veicoli commerciali, «che finora hanno permesso di far ripartire un settore che occupa oltre un milione di addetti». Gli incentivi dell’anno scorso si sono esauriti ad aprile e sono ancora disponibili quelle per le auto elettriche che, però, interessano una clientela più «facoltosa».

Qualche ombra, inoltre, inizia ad allungarsi sul Pnrr che proprio nel decreto Semplificazioni troverà una sorta di starter per consentire l’avvio di cantieri e pianificazioni. Proprio Landini ieri ha confermato di essere contrario «al fatto che si vada alla liberalizzazione del subappalto e alla logica delle gare al massimo ribasso», minacciando lo sciopero generale. La minaccia della Cgil ha in qualche misura fatto presa a Palazzo Chigi perché sarebbe stata eliminata la norma che in un primo momento prevedeva la possibilità di cedere in subappalto fino al 40% della quota dei lavori assegnati. Non proprio un buon viatico per un progetto dal quale dipende la ripartenza dell’intero Paese.

Secondo le prime indiscrezioni filtrate sul nuovo provvedimento, dovrebbe essere previsto il rafforzamento della disciplina del silenzio assenso e della perentorietà dei termini entro i quali le amministrazioni devono rispondere con l’obiettivo di velocizzare i procedimenti amministrativi. È inoltre allo studio l’estensione del superbonus al 110% agli interventi di cablaggio della fibra ottica negli edifici, compresi condomini e case private, per accelerare sulla diffusione delle connessioni a banda larga. Si punta, poi, a una deroga al Codice dei contratti pubblici per velocizzare l’acquisto di beni e servizi informatici e Internet necessari alla realizzazione del Pnrr. E proprio per accelerare la realizzazione del Recovery Plan dovrebbe essere istituita una soprintendenza speciale per dirimere le questioni relative ai beni culturali.


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