Lavoro: un giovane su 5 è attratto da mestieri tecnico-pratici

Basta snobbare i mestieri tecnico-pratici, specie se ad alta specializzazione. È il messaggio che lancia una quota significativa di studenti prossimi al diploma, che sembra disposta a intraprendere quelle professioni. Le stesse per le quali molte aziende faticano a trovare persone determinate a svolgerle e, soprattutto, qualificate. A trainare il loro interesse, oltre alle questioni prettamente legate alle competenze richieste, anche la possibilità di avere un buon bilanciamento tra vita personale e lavorativa, nonché buoni livelli retributivi. È quanto emerge da una ricerca condotta da Skuola.net assieme ad Amplia Infrastructures, società del Gruppo Autostrade per l’Italia.
    Infatti, su un campione di 2.600 studenti delle scuole superiori, circa 1 futuro diplomato su 5 si dice pronto a valutare una delle tante strade che il mercato del lavoro mette a disposizione in questo ambito.
    Per una porzione non trascurabile di intervistati (6%) si tratta addirittura della prima scelta per il futuro. Mentre la restante parte (13%) lo farebbe solo se, alla base, ci fossero adeguati percorsi formativi e sufficienti prospettive di carriera o di stipendio. A questi ultimi si aggiungono poi coloro, pari al 28% del campione, ben disposti ma al momento più orientati a mansioni di carattere maggiormente teorico. A cui si affianca la platea (53%) degli assolutamente contrari. Per 4 su 10 si tratta quasi di uno sbocco naturale: di questi, il 26% lo farebbe per soddisfare una passione personale, il 15% per sfruttare l’attitudine a svolgere attività più concrete. Molti altri, però, con un atteggiamento pragmatico, si lascerebbero convincere da aspetti differenti: il 15% per avere maggiori chance di trovare un lavoro in tempi rapidi, l’11% per il tipo di curriculum richiesto (con meno teoria e più pratica), il 10% per i guadagni.
    Al contrario, quelli che si tengono alla larga da questi ambiti sono per la maggior parte “distratti” da altri percorsi che li stuzzicano decisamente di più: tra loro, la pensa così oltre un terzo (38%). Circa un quarto (27%), invece, sente di non avere le capacità manuali minime per affrontare una sfida del genere.
    Pochissimi sono “spaventati” da un’ipotetica scarsa retribuzione (7%), dalla pericolosità di queste attività o dagli sforzi fisici che richiedono (6%) oppure dall’idea che siano poco considerate a livello sociale (6%). A lanciare la volata al gruppo dei sostenitori dei mestieri tecnico-pratici sono soprattutto i maschi, mentre le femmine si avvicinano ancora con eccessivi timori a questi percorsi. Parlano i numeri: tra i ragazzi la quota dei favorevoli sale al 26%, oltre 1 su 4; tra le ragazze ci si ferma al 17%, leggermente sotto la media. E, tra le studentesse che li scartano, quasi un terzo (30%) lo fa perché non li ritiene adatti alle proprie capacità.


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