Tutti in discussione. Tutti sotto esame. a Pioli fino ai cosiddetti big della Lazio. Il processo è aperto. E comincerà oggi a Formello con un confronto, una presa di coscienza tra il diesse Tare e il tecnico, forse pure con la presenza del presidente Lotito. Nei confronti dell’allenatore c’è la massima fiducia, ma c’è bisogno di cambiare rotta. Di dare un indirizzo ben preciso e, se necessario, prendere decisioni scomode e dure. La sconfitta nel derby e le due precedenti con il Milan e con l’Atalanta, hanno acuito problemi che non sono stati mai risolti.
Troppi protagonismi, troppa presunzione e poca voglia di sacrificarsi veramente. Tanta fragilità e superficialità allo stesso tempo. Il ritiro post-Napoli, dove la squadra si è confrontata per giorni all’interno del centro sportivo, cercando di dare una spiegazione allo scivolone del San Paolo e a quello con il Chievo, guardandosi negli occhi e promettendo che non si sarebbe mai più ripetuta una situazione del genere gruppo, lo dimostra. La sensazione di uno spogliatoio spaccato è forte, con giocatori che sembra abbiano perso gli stimoli, l’umiltà, l’anima e il filo conduttore.
IL MONITO
La società è furente perché considera la Lazio una squadra di qualità che, fino ad ora, ha espresso male il proprio potenziale. «In questi momenti negativi è ovvio che va fatta un’analisi a 360 gradi. Ora si parla di catastrofe, ma solo tre settimane fa si parlava di una Lazio in lotta per lo scudetto», ha spiegato Igli Tare a Laziostyle. «Non mi esaltavo prima, non mi butto giù adesso. Mancano la grinta e la determinazione di vincere le gare a tutti costi, ma c’è tanta qualità». A Formello sono consapevoli di aver commesso qualche errore di valutazione nei confronti di qualche calciatore, che veniva ritenuto in grado di trascinare i giovani e i nuovi arrivati. Forse c’è perfino un po’ di rimpianto, per non aver ascoltato proposte importanti, ma per queste decisioni c’è sempre tempo. I rimedi per ripartire non sono semplici. Di sicuro se da qui a dicembre non ci sarà un’inversione di tendenza seria, allora qualche intoccabile finirà sul mercato. Ma sia ben chiaro, sempre ai prezzi imposti dalla società, altrimenti, se il trend non migliorerà qualche big, invece di sperare in una cessione/svendita, rischierà un naturale accantonamento tecnico, con la concreta possibilità di perdere traguardi importanti come gli Europei.
OBIETTIVI E TAGLIAVENTO
Oggi, come di accade ogni dopo ogni gara domenicale, Tare e Pioli si vedranno a pranzo e analizzeranno la situazione. Di sicuro il confronto odierno avrà molto più significato di altre volte. Perché anche il tecnico ha le sue responsabilità e non è uno che si tira indietro. Entrambi però, nonostante tutto quello che sta accadendo sono ancora convinti che la Lazio possa ripartire. «Parlerò bene con Pioli – ha ammesso il diesse laziale -, c’è tanta strada da fare, purtroppo siamo nella posizione di chi rincorre. Ma se remiamo tutti dalla stessa parte, ritrovando pure un po’ d’umiltà, possiamo tornare agli standard della scorsa stagione». Sul capitolo Tagliavento, Tare è esplicito: «E’ vero che l’ho incontrato, ero rammaricato e ho solamente esternato all’arbitro la mia delusione per l’andamento della gara. Alla fine gli ho solo chiesto di rivedere in serata e in serenità gli episodi incriminati. Da parte del direttore di gara non c’è stato alcun gesto di scuse, anzi la convinzione di esser nel giusto».
Il Messaggero